religione

Papa Francesco: 'la Chiesa non adori la santa tangente'

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Papa Francesco ha lanciato un nuovo monito contro corruzione e mondanità nella Messa di questa mattina a Casa Santa Marta. Lo riferisce Radio Vaticana.

Potere e soldi sono tentazioni contrarie alla Parola di Gesù, dunque preti, vescovi e cardinali devono starne lontani. C’è un’unica «santa» che non devono adorare, perché rappresenta questo male, questo «degrado»: la «santa tangente». Papa Francesco ha lanciato un nuovo monito contro corruzione e mondanità nella Messa di questa mattina a  Casa Santa Marta. Lo riferisce Radio Vaticana.

Il Pontefice ha sviluppato l’omelia dalla Prima Lettura odierna tratta dal Libro dei Maccabèi, che narra la gioia del popolo per la riconsacrazione del tempio profanato dai pagani e dallo spirito mondano. Papa Bergoglio si è soffermato sulla vittoria di coloro che sono stati perseguitati dal pensiero unico: il popolo di Dio festeggia perché riconquista «la propria identità».

Ha spiegato Francesco: «La festa è una cosa che la mondanità non sa fare, non può fare! Lo spirito mondano ci porta al massimo a fare un po’ di divertimento, un po’ di chiasso, ma la gioia soltanto viene dalla fedeltà all’Alleanza». Nel Vangelo Cristo scaccia i mercanti dal Tempio rimproverando: «Sta scritto: la mia casa sarà casa di preghiera. Voi, invece, ne avete fatto un covo di ladri». Come al tempo dei maccabei, lo spirito mondano - ha osservato il Papa - «aveva preso il posto dell’adorazione al Dio Vivente».

Adesso tutto ciò avviene «in un’altra maniera: i capi del Tempio, i capi dei sacerdoti – dice il Vangelo – e gli scribi avevano cambiato un po’ le cose. Erano entrati in un processo di degrado e avevano reso “sporco” il Tempio. Avevano sporcato il Tempio! Il Tempio è un’icona della Chiesa. La Chiesa sempre – sempre! – subirà la tentazione della mondanità e la tentazione di un potere che non è il potere che Gesù Cristo vuole per lei! Gesù non dice: “No, non si fa questo. Fatelo fuori”. Dice: “Voi avete fatto un covo di ladri qui!”. E quando la Chiesa entra in questo processo di degrado la fine è molto brutta. Molto brutta!».

Ecco il rischio su cui papa Francesco torna spesso: la corruzione. È un pericolo presente anche nel mondo ecclesiastico: «Sempre c’è nella Chiesa la tentazione della corruzione - ha denunciato - È quando la Chiesa, invece di essere attaccata alla fedeltà al Signore Gesù, al Signore della pace, della gioia, della salvezza, quando invece di fare questo è attaccata ai soldi e al potere. Questo succede qui, in questo Vangelo. Questi capi dei sacerdoti, questi scribi erano attaccati ai soldi, al potere e avevano dimenticato lo spirito. E per giustificarsi e dire che erano giusti, che erano buoni, avevano cambiato lo spirito di libertà del Signore con la rigidità. E Gesù, nel capitolo 23 di Matteo, parla di questa loro rigidità. La gente aveva perso il senso di Dio, anche la capacità di gioia, anche la capacità di lode: non sapevano lodare Dio, perché erano attaccati ai soldi e al potere, a una forma di mondanità, come l’altro nell’Antico Testamento».

Francesco ha ricordato che scribi e sacerdoti si arrabbiano contro il Figlio di Dio, e ha evidenziato la motivazione: «Gesù caccia via dal Tempio non i sacerdoti, gli scribi; caccia via questi che facevano affari, gli affaristi del Tempio. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi erano collegati con loro: c’era la “santa tangente” lì! Ricevevano da questi, erano attaccati ai soldi e veneravano questa santa. Il Vangelo è molto forte. Dice: “I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire a Gesù e così anche i capi del popolo”. Lo stesso che era accaduto al tempo di Giuda Maccabeo. E perché? Per questo motivo: “Ma non sapevano che cosa fare perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo”. La forza di Gesù era la sua parola, la sua testimonianza, il suo amore».

Dove c’è Cristo, «non c’è posto per la mondanità, non c’è posto per la corruzione! - ha sottolineato Francesco - E questa è la lotta di ognuno di noi, questa è la lotta quotidiana della Chiesa: sempre Gesù, sempre con Gesù, sempre pendenti dalle sue labbra, per sentire la sua parola; e mai cercare sicurezze dove ci sono cose di un altro padrone. Gesù ci aveva detto che non si può servire due padroni: o Dio o le ricchezze; o Dio o il potere».

Il Papa ha concluso: «Ci farà bene pregare per la Chiesa. Pensare ai tanti martiri di oggi che, per non entrare in questo spirito di mondanità, di pensiero unico, di apostasia, soffrono e muoiono. Oggi! Oggi ci sono più martiri nella Chiesa che nei primi tempi. Pensiamo. Ci farà bene pensare a loro. E anche chiedere la grazia mai, mai di entrare in questo processo di degrado verso la mondanità che ci porta all’attaccamento ai soldi e al potere». vatican Insider

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