attualita

Merkel messaggera di pace, ad Assisi per costruire ponti

Redazione AP
Pubblicato il 24-04-2018

La visita della cancelliera tedesca Angela Merkel alla Basilica di Assisi su invito dei padri francescani avviene in un momento molto difficile per l’Unione Europea, divenuta il bersaglio di movimenti, cosiddetti sovranisti, che la avversano nel nome di interessi popolari e nazionali e nella presunzione che questi si possano difendere meglio restando dentro i confini di ciascuno stato. Questi movimenti registrano negli ultimi anni notevoli successi: in Gran Bretagna hanno spinto per il successo dell’uscita del paese dall’Unione, altrove non si sono spinti fin là, ma tengono comunque alta nella loro retorica un’immagine negativa della «inconcludente burocrazia» di Bruxelles come ricettacolo di tutti gli sprechi.

La risposta a questi attacchi da parte delle classi dirigenti democratiche è stata in questi anni debole e poco convincente anche perché la difficile situazione economico-sociale (bassa o nulla crescita, disoccupazione e precariato, incertezza sul futuro, ansia provocata dalle migrazioni e dai rifugiati delle guerre in Medio Oriente) trova l’Europa bloccata in permanenza in mezzo al guado e la politica divisa tra chi, da una parte, ritiene le istituzioni europee una grande opera incompiuta e contraddittoria, perché priva di una dimensione di unità politica e di un governo federale e bancario corrispondente al livello di unità monetaria e alla libertà di movimento giù realizzati con l’euro e con Schengen, e chi, dall’altra, ritiene il disegno europeo già troppo avanzato nel sottrarre sovranità ai singoli stati, vincolandoli a una disciplina finanziaria troppo dolorosa.

 

Questi secondi pensano che troppi poteri siano stati trasferiti e si sbagliano, a mio giudizio, di molto per un errore ottico che impedisce loro di vedere che le dolorose riforme necessarie per fronteggiare la globalizzazione dell’economia, del mercato del lavoro, delle comunicazioni sarebbero ancora più dolorose una volta che ciascun paese si trovasse fuori dall’Unione. La cosa è particolarmente vera per l’Italia, la quale ha tutto l’interesse a che riprenda slancio la prima delle due visioni.

Se uscissimo dall’Unione il nostro peso internazionale sull’agenda dei problemi globali precipiterebbe e la nostra influenza sulle decisioni dell’Unione sarebbe uguale a zero, anche in tema di gestione dei migranti e dei rifugiati che sbarcano sulle nostre coste e di revisione della Convenzione di Dublino.


In questa spinosa situazione la buona notizia è la decisione del presidente francese di rimettere in moto, e con grande urgenza, il disegno europeo con nuove proposte per rafforzare la democrazia europea sul tema dei rifugiati, sul fisco, sulla tassazione delle imprese digitali, sulla dotazione di una nuova capacità di bilancio dell’Eurozona, sul completamento dell’Unione bancaria, e sulla spinta culturale verso una più forte cultura della cittadinanza europea attraverso iniziative universitarie come l’Erasmus. Lo slancio ideale con il quale Emmanuel Macron ha proposto il suo disegno al Parlamento europeo si carica anche di elementi spirituali e di dialogo con le religioni se pensiamo alla riflessione critica che ha svolto, davanti all’episcopato francese, agli eccessi anticlericali dovuti a una interpretazione «frettolosa» della neutralità e laicità dello stato che ha portato a tenere rigidamente fuori dalla sfera pubblica la dimensione religiosa. Ricevendo Angela Merkel, un altro dei possibili pilastri di un rilancio dell’Unione Europea, la città di San Francesco ha molto da dire e da ispirare.

 

Giancarlo Bosetti

Direttore di Reset-Dialogues on Civilizations

 

 

 

 


Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA