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La Comunità di recupero San Gregorio e l'incontro con papa Francesco: l'inaspettata forza delle sue parole

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

LO SPIRITO INCLUSIVO DI SAN FRANCESCO NELL'ABBRACCIO DEL PONTEFICE AGLI ULTIMI

Spesso i discorsi ufficiali, quelli rivolti alla massa fatti dalle persone potenti, dai politici e dai leader suonano sterili, retorici, distaccati dalla realtà che la gente comune vive. Ascoltando questi discorsi ci si annoia si ha l'impressione di averli sentiti e risentiti ormai da anni, senza che nulla sia mai cambiato, anzi se mai che le cose siano peggiorate nel tempo.

Non è quello che succede quando si ascolta Papa Francesco.

Lo scorso 11 giugno ho avuto il piacere di accompagnare i ragazzi della comunità San Gregorio all'udienza del Papa. Trattandosi di una comunità per il recupero per tossicodipendenti temevo che i ragazzi potessero essere poco interessati e visto anche la giornata particolarmente calda poteva esserci insofferenza da parte loro.

Niente di più sbagliato, non appena ha preso la parola Papa Francesco l'enorme folla presente è stata rapita dalle sue parole. Il suo discorso ha dato voce al popolo facendo sentire l'indignazione dei poveri nei confronti di chi, senza etica ne moralità, corrompe e delinque al puro scopo di accumulare ricchezze. Nella sua condanna nei confronti dei fabbricanti di armi traspare la sua rabbia, tanto che gli scappa un aggettivo nella sua lingua madre definendo questi ultimi “mercanderos di morte”.

E' proprio questa la forza di Papa Bergoglio, la sua indignazione è quella degli ultimi, di chi si sente abbandonato dalle istituzioni, di chi pensa che ormai i “potenti” siano una casta intoccabile, libera di calpestare violare le leggi ed anche le più semplici regole di convivenza civile.

Papa Francesco è uno di noi, è la voce fuori dal coro che noi tutti aspettavamo, è un uomo che agisce.

Io sono romano e devo dire che la partecipazione e l'entusiasmo viste in quell'udienza si sono già viste nelle riunioni con Papa Giovanni Paolo II.

Nella moltitudine di gente presente erano rappresentate tutte le persone in difficoltà; dai lavoratori in cassaintegrazione ai carcerati, dai disabili ai tossicodipendenti, mancavano i ricchi ed i potenti ma non è un caso. Il Papa rappresenta i deboli, è la voce e la speranza di quella parte del popolo che ha sentimenti e morale.

I ragazzi che ho accompagnato si sono sentiti considerati dal Papa e nella loro visione pessimistica della vita hanno visto la luce della speranza semplicemente ascoltando le parole di un uomo buono.

Marco Curatolo

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