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La buona scuola, s’inizierà a imparare fin dal nido

Redazione online pixabay - Padrinan
Pubblicato il 30-11--0001

Nuovi asili nido, una maturità senza il quizzone e l’esame di terza media senza prova Invalsi e senza seconda lingua straniera agli scritti sono alcune delle novità degli otto decreti legislativi attuativi della riforma della legge 107 sulla scuola, approvati ieri dal Consiglio dei ministri. 



Ancora non operativa 

È una rivoluzione ancora non operativa. L’iter prevede che le commissioni parlamentari esprimano i loro pareri e che il governo esamini di nuovo il testo emerso. È una rivoluzione, che la ministra avrebbe preferito affidare al Parlamento tra due mesi, per studiare meglio la materia, ma le deleghe scadono oggi, aspettare era impossibile. «Oggi è un punto di partenza - promette la ministra -. Aver dato il primo via libera in consiglio dei ministri non significa pensare che i testi siano chiusi: lavoreremo nelle commissioni parlamentari, assicurando una forte partecipazione e presenza del ministero e del governo, per ascoltare in audizione tutti i soggetti coinvolti». 

Fin da subito 

Sarà ridisegnata la scuola dell’infanzia da zero a sei anni, ponendo fine alla divisione tra nidi e materne e creando per la prima volta un sistema unico come avviene nel resto dell’Ue. Finisce così l’era dei nidi che somigliavano spesso a parcheggi per bambini: si andrà a scuola iniziando fin da subito a imparare. 



Fino a 6 anni 

È quello che viene definito un «sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni». L’obiettivo, insomma, è «garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali», come è scritto nel testo della delega. Per la sua diffusione su tutto il territorio nazionale sarà creato un Fondo di 229 milioni all’anno per l’attribuzione di risorse agli enti locali. 



I futuri prof 

Le altre deleghe prevedono novità per i futuri prof. Dopo la laurea si parteciperà a un concorso: chi lo supererà si inserirà in un percorso di formazione di tre anni, che terminerà con l’assunzione a tempo indeterminato. Per l’istruzione professionale, i percorsi durano 5 anni (biennio più triennio) e gli indirizzi passano da 6 a 11. 



Musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design, scrittura creativa saranno alcune delle arti che verranno potenziate negli istituti scolastici. Per le scuole italiane all’estero viene istituito l’organico del potenziamento con 50 nuovi insegnanti e nuove risorse professionali. 

Dalla discussione in consiglio dei ministri è rimasta fuori la nona legge delega, quella che prevedeva la revisione del Testo unico sulla scuola. Se ne occuperà «un disegno di legge delega specifico e successivo», promette il Miur. (Flavia Amabile - La Stampa)

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