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L'università di Pisa cerca 46 associati, ma spariscono i colloqui dal concorso

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

L’università di Pisa ha bandito il 23 luglio un concorso per 46 posti da professore associato in varie materie, da storia a ingegneria a scienze. Era un'occasione, in molti hanno provato a partecipare rendendosi presto conto di non avere molte possibilità di assicurarsi uno degli ambitissimi 46 posti. 

Come spesso capita di raccontare anche su questo blog, la fantasia delle università italiane non ha limiti. A Pisa sono riusciti ad organizzare un concorso privo di qualsiasi forma di colloquio/lezione/seminario. I futuri professori universitari vengono selezionati “senza neanche vederli in faccia”, come denuncia l’Apri, associazione dei precari della ricerca che ha dedicato al concorso un post sul suo blog - semplicemente sulla base dei titoli, del curriculum e delle pubblicazioni presentate”. 

Non solo. Il bando affida a una commissione composta da professori ordinari - due interni e uno esterno - l’indicazione degli idonei. E poi un organo totalmente interno all’università, il Consiglio di Dipartimento, nomina il prescelto. 

I ricercatori non ci stanno e denunciano le irregolarità di questa selezione. “Va ricordato - osservano i precari dell’Apri - che in Italia già esiste una procedura di Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) che abilita al ruolo di Docente Universitario, e al grado di Associato o Ordinario. La Commissione pertanto non può affermare che qualcuno non è idoneo, visto che per presentare domanda al concorso bisogna avere l’abilitazione, oppure essere già professori in un altro Ateneo. Tutti quindi ricevono dalla Commissione il giudizio di idoneità, accompagnato da 3-4 righe di giudizio. Dunque a che serve il lavoro della Commissione? Di fatto a nulla, visto che tutti i candidati risultano necessariamente idonei. Formalmente, serve a dare la parvenza di una selezione concorsuale di tipo comparativo, che in realtà non ha luogo. Un’autentica farsa! 

Il Consiglio di Dipartimento avrà infine il compito di nominare un vincitore da questa lista degli idonei. Lista che, come abbiamo spiegato, corrisponde in tutto e per tutto all’elenco di coloro che hanno presentato domanda. Il Dipartimento quindi dovrebbe basare la propria scelta sui giudizi stilati collegialmente dalla Commissione per ciascun candidato. Nella realtà tali giudizi non risultano però vincolanti per la scelta del vincitore, del resto i candidati sono tutti idonei in quanto tutti abilitati... Mai fu vista procedura concorsuale più opaca!” 

L’Università si difende sostenendo di aver fatto tutto secondo regolamento. “Le commissioni nominate dal Rettore hanno esaminato le domande pervenute valutando l’idoneità dei candidati a svolgere l’attività di professore associato tenendo conto anche della specifica tipologia scientifica e didattica indicata dai dipartimenti. L’idoneità non è automatica come scritto dall’APRI e non tutti i candidati sono stati giudicati tali dalle commissioni; questo non si evince ovviamente dai decreti di approvazione atti pubblicati nel sito di Ateneo in quanto contengono solo i nomi degli idonei, quindi non è vero che i nomi degli idonei coincidono con i nomi dei candidati. Del resto tra i candidati figurano non solo abilitati ma anche candidati impegnati all’estero in analoga posizione”. 

Una risposta che non soddisfa per nulla i ricercatori che ora annunciano ricorsi. 

Ci state quindi dicendo che ci sono dei “non idonei” tra i candidati ma che questa non idoneità non solo non è in alcun modo motivata dai verbali ma che addirittura i nomi dei non idonei non compaiono sul verbale? Se a Pisa ci sono candidati fantasma (i non idoneati) che non appaiono nei verbali è impossibile accorgersene (oltre che essere una procedura del tutto illegale a norma delle leggi Italiane). 

Ma tornando ai giudizi di idoneità/non idoneità, che a quanto pare è l’unica incombenza delle commissioni di concorso a Pisa, ancora non riusciamo a capacitarci su come sia possibile che una commissione giudichi non idoneo chi ha già preso l’abilitazione scientifica nazionale oppure, come qui riportato, chi è già professore all’estero (o in Italia) nello stesso ruolo. Attenzione che una cosa è non vincere una selezione (non risultandone il più qualificato) ed una cosa è essere “non idoneo”.  

Ma fateci capire... queste commissioni possono giudicare “non idoneo” chi già è professore all’estero (ma anche in Italia) nello stesso ruolo? E’ questo che rispondono da Pisa? Ci chiediamo se le commissioni o il dipartimento vorranno poi comunicare all’Università di provenienza del candidato che presso di loro opera un “non idoneo” a fare il suo mestiere! Qui ci sarebbe da ridere. Vorremmo vedere Pisa informare Zurigo o Bologna che un loro Professore Associato (che quindi lì ha vinto una selezione) è stato giudicato “non idoneo” ad essere professore associalo, cioè a svolgere il proprio mestiere. Ed a questa conclusione le commissioni pisane arrivano senza neppure aver mai esaminato o guardato in faccia il candidato. 

Parimenti vorremmo vedere Pisa scrivere al Miur ed alle Commissioni per l’Abilitazione Scientifica Nazionale informando che il candidato tal dei tali, seppure ritenuto abile ad essere un Professore Associato, non è ritenuto idoneo da Pisa. Ma vogliono davvero prenderci per allocchi?La Stampa

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