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Il tempo di risorgere, per dare un futuro migliore all'Italia

Enzo Fortunato corriere.it
Pubblicato il 30-03-2018

Il momento di risorgere è adesso. Passate le elezioni, metabolizzato il risultato sorprendente uscito dalle urne, eletti i presidenti di Camera e Senato, adesso è arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche e di mettere al centro del dibattito il Bene Comune, come hanno più volte ricordato i vertici della Santa Sede e della Cei.

In questo periodo di epocale cambiamento, sottrarsi alle logiche partitiche e puntare a ciò di cui il Paese ha fortemente bisogno è un imperativo quasi categorico: una stabilità di governo che si riverberi sulla stabilità del Paese, che possa concedere agli elettori quei miglioramenti sociali, culturali ed economici da tanti anni auspicati. Non è mio compito quello di entrare nel merito delle scelte politiche che i nostri rappresentanti saranno chiamati a fare nei prossimi mesi. Tuttavia, guardo con favore a chi ha deciso, attraverso decisioni esemplari, di dare un segnale di sobrietà.


Vorrei ricordare alcune iniziative che i francescani hanno adottato per rendere il mondo più equo, più giusto, più ospitale. Penso ai Monti Frumentari tardomedievali, istituzioni che concedevano prestiti a condizioni favorevoli rispetto a quelle del mercato. Ma anche ai Monti di Pietà, le nuove banche di caratura francescana, il cui scopo era di aiutare le persone in difficoltà, dietro la concessione di un piccolo pegno o di danaro. Di farle risorgere. È questo un modo di pensare l'economia per la nostra contemporaneità. Si tratta di essere più sobri e di fare emergere la bellezza della vita in tutte le sue espressioni. Francesco d’Assisi, dinanzi alle difficoltà e dinanzi alle persone che gli chiedevano aiuto, poneva a se stesso e ai suoi il vero interrogativo: “cosa posso fare per questa persona?”.


E’ la domanda che permette di risorgere. L’altro non è mai un problema, ma la soluzione. La semplicità, l’umiltà, l’onestà di ogni suo comportamento – affermano le fonti francescane, lo resero “incomparabilmente più risplendente”. Quindi risorto. Si tratta di vivere “corpo a corpo” con chi soffre, per essere portatori di nuove prospettive, di senso, di futuro, di un mondo migliore, di un’Italia migliore.

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