attualita

IL PAPA CHE PORTA IL VANGELO

Andrea Tornielli
Pubblicato il 30-11--0001

Il Papa conclude il suo viaggio in America Latina mostrando il volto di una Chiesa che non «beatifica» alcun governo. Il Papa s'infila nel vicoletto sterrato, entra in casa  i Asunción Gimenez, un'anziana signora che vive in una casupola composta da un'unica stanza, con il pavimento di terra battuta, il letto, un divano e il fornello con la bombola a gas. Pochi metri più in là c'è l'abitazione di Carmen Sanchez, che gli ha preparato la «sopa» paraguayana a base di uovo e formaggio, e il «mate cocido», l'infuso caldo di erbe da sorbire con la cannuccia metallica.

«Mai mi sarebbe passato per la testa di accogliere il Papa nella mia casa», racconta commuovendosi. Bañado Norte è un quartiere povero di Asunción, in Paraguay, soggetto a frequenti inondazioni. Una periferia povera, nella quale Francesco inizia la sua ultima giornata del viaggio in America Latina. «Lo Stato non si occupa di noi - dice al Papa María García, coordinatrice delle organizzazioni bañadensi -. Non ci vede come soggetti di diritto, ma come "un passivo sociale". Siamo un problema da risolvere. Per lo Stato, il problema non sono le nostre necessità e carenze, ma siamo noi, la nostra stessa esistenza». Il gesuita Ireneo Valdéz, parroco della Sagrada Familia del Bañado Norte, così si rivolge a Francesco: «Qui c'è il tuo popolo, che ti accoglie dal profondo del cuore. Ti sentiamo uno di noi».

«La fede ci rende prossimi, ci fa prossimi della vita degli altri - dice il Papa tra gli applausi -. La fede suscita il nostro impegno, la nostra solidarietà. Una fede che non si fa solidarietà, è una fede morta... Se non hai il cuore solidale, se non sai ciò che accade in questo quartiere, la tua fede è malata». E prima di andarsene avverte: «Che il diavolo non vi faccia dividere, solo se rimanete uniti potete migliorare la vostra situazione». Oltre un milione di fedeli Dopo l'incontro con i poveri, la festa con oltre un milione di fedeli nel campo grande di Ñu Guazú, all'interno di una base aerea militare. In tanti hanno trascorso la notte all'addiaccio, tra il fango.

Insieme ai molti argentini che hanno voluto essere presenti, è arrivata anche la Presidente Cristina Kirchner. Lo scenario della celebrazione è spettacolare, realizzato dall'artista Delfín Ruiz con un gran numero di pannocchie e noci di cocco, donate da migliaia di agricoltori: si distinguono il simbolo dei gesuiti e i grandi ritratti di Francesco d'Assisi e di Ignazio di Loyola. Il risultato è sorprendente: colonne istoriate e immagini barocche, tutto realizzato solo con frutta, semi «y mucha arte». Il messaggio di Francesco è un invito preciso alla Chiesa. «Il cristiano è colui che ha imparato ad ospitare, ad accogliere». Gesù non invia i suoi discepoli «come potenti, come proprietari, carichi di leggi; al contrario, indica loro che il cammino del cristiano è trasformare il cuore. Imparare a vivere in un altro modo, con un'altra legge, sotto un'altra normativa. È passare dalla logica dell'egoismo, della chiusura, dello scontro, della divisione, della superiorità, alla logica della vita, della gratuità, dell'amore. Dalla logica del dominio, dell'oppressione, alla logica dell'accogliere, del prendersi cura».

Parole significative per la Chiesa di oggi, non solo in America Latina. Nella logica del Vangelo «non si convince con le argomentazioni, le strategie, le tattiche, ma imparando a ospitare».  Questa accoglienza, spiega il Papa, è verso tutti: «Ospitalità con l'affamato, con l'assetato, con lo straniero, con il nudo, con il malato, con il prigioniero, con il lebbroso. Ospitalità con chi non la pensa come noi, con chi non ha fede o l'ha perduta . Ospitalità con il perseguitato, con il disoccupato». Oggi sarà a Roma Prima di ripartire per Roma, dove arriverà nel primo pomeriggio di oggi, Francesco ha incontrato i giovani sul lungofiume Costanera. (La Stampa)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA