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Il Creato? una responsabilità di tutti, come san Francesco insegna

Marco Iuffrida
Pubblicato il 10-03-2017

Francesco d’Assisi fu il “custode” cui fu affidata la celebrazione di un nuovo disegno, quello del museo e della biblioteca del Creato.

Tutti sanno che un museo espone opere d’arte e beni che hanno valore storico. Cioè il museo è un luogo che raccoglie e manifesta l’interazione dell’uomo con la Bellezza. Colui che è adibito alla tutela e alla protezione di manufatti, sculture, pitture, espressioni di artisti o uomini che fanno la Storia, è il custode. Alcune biblioteche hanno, attraverso il lavoro dei bibliotecari, il medesimo scopo di un museo e cioè contribuire a custodire conoscenza e consapevolezza.

Francesco d’Assisi fu il “custode” cui fu affidata la celebrazione di un nuovo disegno, quello del museo e della biblioteca del Creato. Un progetto che la Chiesa aveva necessità di vedere realizzato negli anni in cui visse il Poverello d’Assisi ma che sarebbe stato rivoluzionario anche per gli uomini dei secoli a venire.

In verità l’essere custode del Creato non riguarda solo il Santo d’Assisi o il cristiano, ma tutti. È un atto di comunione e amore che coinvolge il mondo degli uomini e delle cose. E così il sogno di Dio combacia con quello di san Francesco e della civiltà intera: rispetto per l’ambiente in cui si vive e lavora, per le opere dell’uomo, cura per le azioni quotidiane, per la persona con cui s’è scelto di condividere la vita, per i figli propri e altrui.

Custodire la verità corrisponde a proteggere un desiderio nel cuore. Fondamentalmente ogni cosa che fa parte di questo mondo è sotto la tutela e la custodia dell’umanità e anche ciò che si potrebbe ritenere meno insignificante. La capacità che un uomo ha nel lanciare un piccolo sasso nel mare calmo e modificarne la superficie è la stessa che gli consente di scegliere quotidianamente tra il bene e il male. L’uomo modifica costantemente la realtà che gli sta attorno, a volte provocando dei danni anche senza accorgersene. Questo vale in tutte le circostanze, nella vita pubblica come in quella privata.

Francesco d’Assisi aveva preso alla lettera il Vangelo, dove spicca la figura di san Giuseppe, custode del lavoro, che scelse di affrontare ogni decisione della sua esistenza con il coraggio e la responsabilità di chi conserva il proprio comportamento come espressione di virtù. L’eredità di questo messaggio oggi è stata raccolta da papa Francesco, che come il Santo d’Assisi ha unito alla custodia il concetto – non politicizzato ma pratico – di conservazione. Perché quando in un museo o in una biblioteca si conserva un affresco o un libro antico, la Bellezza non può che continuare a mantenersi e a risplendere.

 

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