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Ebola, il primo caso negli Stati Uniti «Un adulto venuto dalla Liberia»

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La paura contagia anche gli Stati Uniti: il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) di Atlanta ha annunciato il primo caso diagnosticato negli Usa di ebola, l’epidemia di febbre emorragica in corso in Africa. Si tratta di un adulto, di cui non viene specificata né l’età né il sesso, arrivato in Texas già contagiato dal virus dalla Liberia, uno dei Paesi dell’Africa occidentale insieme a Guinea e Sierra Leone in cui si trovano i focolai del virus. Giunto negli Usa il 20 settembre, ha iniziato a manifestare i primi sintomi della febbre emorragica il 24, ed è stato ricoverato il 27 settembre nell’ospedale presbiteriano di Dallas, dove il contagio è stato confermato tre giorni dopo: l’uomo è stato subito messo in isolamento e il personale sanitario messo in sicurezza. «È venuto negli Stati Uniti per visitare alcuni familiari che vivono in questo Paese», è stato spiegato da Thomas Frieden, direttore del Cdc, che senza dirlo sembra però escludere che il paziente sia un cittadino americano. Non ci sarebbe pericolo per i passeggeri che hanno viaggiato col paziente di Dallas - è stato assicurato - visto che i sintomi dell’Ebola si sono sviluppati 4-5 giorni dopo il suo negli Usa. «Non c’e alcun dubbio che la situazione rimarrà sotto controllo e che la malattia non si diffonderà negli Usa», hanno quindi tranquillizzato le autorità sanitarie, spiegando come in queste ore la priorità, oltre a curare il malato in terapia intensiva, sia quella di individuare tutte le persone che sono state in contatto con lui da quando è arrivato sul suolo americano. A partire dai familiari.


Dal 27 luglio, altre 12 persone sono state sottoposte al test per ebola negli Usa. Erano tutti negativi. L’istituto nazionale della salute aveva ammesso recentemente un medico esposto al virus mentre era volontario in Sierra Leone. E altri quattro pazienti sospetti sono stati trasportati negli ospedali della Georgia e e del Nebraska. Ma questa è la prima volta che il sospetto viene confermato. Tra i sintomi di ebola, febbre, dolori muscolari, vomito, emorragie: la malattia può manifestarsi fino a 21 giorni dopo l’esposizione al virus. L’ultimo bilancio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)conferma la drammaticità della situazione: al 24 settembre, si registrano 3.500 morti e 7.269 casi. I Paesi più colpiti restano la Guinea, la Liberia e la Sierra Leone. Ma casi e morti sono stati segnalati anche in Nigeria e Senegal. (corriere.it)


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