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Dal Sinodo l'attenzione alle coppie gay. Voi cosa ne pensate?

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Cogliere gli “elementi positivi” presenti anche nelle “forme imperfette” di famiglia, comprese le convivenze pre-matrimoniali. Curare le “famiglie ferite” (separati, divorziati) con “scelte pastorali coraggiose”. Riscoprire, nella enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, “il bisogno di rispettare la dignità della persona nella valutazione morale dei metodi di regolazione della natalità”. Sono alcuni dei punti affrontati dalla “relatio post disceptationem”, la relazione intermedia pronunciata stamane dal cardinale relatore Peter Erdo in apertura della seconda settimana del sinodo straordinario sulla famiglia (5-19 ottobre) che vedrà i “circuli minores”, gruppi linguistici, a lavoro nell’emendare il testo in vista di una “relatio synodi” che sarà votata dai padri sinodali sabato 18 ottobre. Sul nodo della comunione di divorziati riposati, l’arcivescovo di Budapest ha sottolineato che c’è un dibattito aperto tra quanti negano e quanti ammettono l’accesso alla comunione, che andrebbe comunque concessa  in seguito ad un cammino penitenziale. Linguaggio molto aperto, infine, sugli omosessuali, che hanno “doti e qualità da offrire alla comunità cristiana” e danno un “appoggio prezioso” al partner quando sono legati in unione.



Nella prima parte della relatio, il presidente della conferenza episcopale ungherese ha elencato una serie di questioni che toccano la famiglia dal di dentro o dal di fuori: individualismo, solitudine, immaturità affettiva, poligamia, matrimoni misti, ragazze madri, calo demografico, aumento del numero dei divorzi, violenze domestiche sulle donne, fragilità dei bambini, migrazioni, guerre.



Nella seconda parte, Erdo ha ricordato che “Gesù stesso, riferendosi al disegno primigenio sulla coppia umana, riafferma l’unione indissolubile tra l’uomo e la donna” ed ha poi tracciato un parallelo – suggerito nell’aula sinodale dall’arcivescovo di Vienna Christoph Schoenborn – tra il documento del Concilio vaticano II sulla libertà religiosa Lumen Gentium, che riconosce che anche al di fuori della Chiesa cattolica si trovino “parecchi elementi di santificazione e di verità” (paragrafo 17) e la possibilità di “riconoscere elementi positivi anche nelle forme imperfette che si trovano al di fuori di tale realtà nuziale, ad essa comunque ordinate”. Il cardinale ha sottolineato che la Chiesa “deve accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito”, come “la luce del faro di un porto o di una fiaccola portata in mezzo alla gente” (paragrafo 23).



La terza parte affronta le “istanze pastorali più urgenti” che il “dialogo sinodale” affida “alla concretizzazione nelle singole Chiese locali, nella comunione cum Petro e sub Petro”. Una “sensibilità nuova” della pastorale odierna, ha detto Erdo, “consiste nel cogliere la realtà positiva dei matrimoni civili e, fatte le debite differenze, delle convivenze” (paragrafo 36). L’arcivescovo di Budapest ha sottolineato, ad esempio, che in alcuni paesi “le unioni di fatto sono molto numerose, non per motivo del rigetto dei valori cristiani sulla famiglia e sul matrimonio, ma soprattutto per il fatto che sposarsi è un lusso, cosicché la miseria materiale spinge a vivere in unioni di fatto”.



Quando Erdo ha affrontato il tema di “curare le famiglie ferite (separati, divorziati non risposati, divorziati risposati)” ha subito sottolineato che “nel Sinodo è risuonata chiara la necessità di scelte pastorali coraggiose”. Il porporato ungherese ha ribadito che “molti” padri sinodali hanno richiesto uno “snellimento della procedura” per le cause di nullità matrimoniale. Quanto alla “possibilità di accedere ai sacramenti della penitenza e dell’eucaristia” da parte dei divorziati risposati, “alcuni – è l’attento wording utilizzato dal cardinale Erdo – hanno argomentato a favore della disciplina attuale in forza del suo fondamento teologico, altri si sono espressi per una maggiore apertura a condizioni ben precise quando si tratta di situazioni che non possono essere sciolte senza determinare nuove ingiustizie e sofferenze. Per alcuni l’eventuale accesso ai sacramenti occorrerebbe fosse preceduto da un cammino penitenziale – sotto la responsabilità dal vescovo diocesano –, e con un impegno chiaro in favore dei figli. Si tratterebbe di una possibilità non generalizzata, frutto di un discernimento attuato caso per caso, secondo una legge di gradualità, che tenga presente la distinzione tra stato di peccato, stato di grazia e circostanze attenuanti” (paragrafo 47). Ad ogni modo, “suggerire di limitarsi alla sola ‘comunione spirituale’ per non pochi Padri sinodali pone alcuni interrogativi: se è possibile la comunione spirituale, perché non poter accedere a quella sacramentale?”.



Le persone omosessuali, ha poi detto Erdo, “hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana: siamo in grado di accogliere queste persone, garantendo loro uno spazio di fraternità nelle nostre comunità?” (paragrafo50). Inoltre, “senza negare le problematiche morali connesse alle unioni omosessuali si prende atto che vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partners. Inoltre, la Chiesa ha attenzione speciale verso i bambini che vivono con coppie dello stesso sesso, ribadendo che al primo posto vanno messi sempre le esigenze e i diritti dei piccoli” (paragrafo 52).

Quanto alla “trasmissione della vita” e alla “sfida della denatalità”, il relatore del sinodo ha affermato che “va riscoperto il messaggio dell’Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, che sottolinea il bisogno di rispettare la dignità della persona nella valutazione morale dei metodi di regolazione della natalità” (paragrafo 54).



La discussione proseguirà ad ogni modo al sinodo del 4-25 ottobre 2015 che, ha detto il cardinale segretario del sinodo Lorenzo Baldisseri in apertura di seduta, avrà il titolo – ampliato rispetto a quanto inizialmente previsto – "La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa nel mondo contemporaneo". (Iacopo Scaramuzzi - Vatican Insider)

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