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Cristiani bruciati vivi in Pakistan. Tauran: barbarie, non restare passivi

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La Santa Sede interviene sulla tragica vicenda dei due giovani sposi cristiani, genitori di 4 figli, bruciati vivi in Pakistan da una folla inferocita. La coppia era stata ingiustamente accusata di blasfemia da un leader religioso musulmano. Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso:

"Sono scioccato, si rimane senza parole, ovviamente, di fronte ad un atto di tale barbarie. Quello che è ancora più grave è che è stata invocata la religione, in modo specifico. Ora, una religione non può giustificare crimini di questo genere. Esiste questa legge sulla blasfemia, che rappresenta un problema: la comunità internazionale, non dovrebbe intervenire? Da un lato, ci sono certamente le convinzioni religiose che vanno rispettate, ma è necessario anche salvaguardare un minimo di umanità, di solidarietà. Credo pertanto che il dialogo si imponga: purtroppo, non lo si ripete mai abbastanza spesso. Più delicata è la situazione, tanto più si impone il dialogo. 

Si può rimanere così passivi di fronte a crimini dichiarati legittimi dalla religione?

Dall'anno in cui è stata introdotta la Legge sulla blasfemia, ci sono state circa 60 esecuzioni. E questa cosa non tocca soltanto i cristiani: sono colpite anche altre minoranze, come avvocati, oppositori al regime che sono stati uccisi in maniera barbara. Ci si trova quindi di fronte ad un grande problema".

"Penso che, effettivamente, la Chiesa locale sia molto coraggiosa. Bisogna sostenerla e soprattutto denunciare, denunciare vigorosamente che non c’è alcuna giustificazione a questo genere di cose. In fondo, viene umiliata l’umanità intera".

Si tratta di un’atmosfera tesa, "Credo che siamo arrivati al parossismo, a quello che San Paolo definisce “il mistero dell’iniquità”, cioè il male allo stato puro. Nemmeno gli animali si comportano in questo modo! Ci troviamo veramente in un’epoca di precarietà totale, in cui tutto può accadere, la persona umana non è rispettata, la vita non conta niente".


Si può conservare la speranza "Con la solidarietà. Ci sono anche cose molto belle che si realizzano sul terreno. Per esempio, ho visitato una famiglia musulmana che ha accolto una famiglia cristiana; a Baghdad, ancora, i Padri Domenicani hanno istituito l’Accademia delle scienze sociali, in piena guerra. Ci sono anche cose molto belle che si realizzano … credo che sia necessario puntare sulla fratellanza, che è stato il tema della Giornata mondiale della pace". (radiovaticana.va)

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