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Cari giovani della Sicilia prendete esempio dal santo giullare

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Dario Fo torna a recitare in Sicilia, al Teatro greco di Taormina, unica data il 7 settembre, con "Lu Santo Jullàre Francesco", spettacolo che risalea 15 anni fa e ora ripreso sull'onda dell'entusiasmo e delle speranze accese dall'elezione a Pontefice di Bergoglio. Nello spettacolo, scritto e interpretato secondo la struttura della jullarata, Dario Fo fa espliciti riferimenti al Papa gesuita, « l'uomo del rinnovamento - dice - che si oppone ai poteri forti di qualunque natura siano. Un Papa che ha scelto bene il nome e mi riporta a ciò che ho sempre amato di San Francesco: l'innovazione, il coraggio, lo spessore morale e la capacità di andare controcorrente».

Sul santo di Assisi Dario Fo ha fatto ricerche per anni e il testo è nato dopo il ritrovamento di documenti sconosciuti. Ma cosa ha fatto scattare la passione creativa? «La libertà dell'uomo, il coraggio di abbandonare tuttoe tutti, la forte personalità, l'impegno politico per la pace, la sua intera vita che è stata occultata e spesso edulcorata dai discepoli, che ne hanno fatto un mistico, privandolo della sua vita quotidiana molto più interessante degli stessi miracoli. Persino il celebre incontro con il lupo a Gubbio è stato raccontato male.

Francesco era un santo giullare, affascinava i suoi fedeli, così come affascinò il papa del suo tempo, Innocenzo III». Sull'essere giullare Fo non ha rivali e persino la motivazione del premio Nobel, vinto nel 1997, faceva riferimento alla "satira e alla giullarata in difesa degli oppressi". Il tema degli "ultimi" lo lega fortemente

al Santo patrono d' Italia e all'attuale Pontefice, da "laico"- specifica, da ateo, come se per i poveri e gli ultimi uno sguardo laico possa essere diverso da uno sguardo di fede.

Lei conosce Frate Biagio che a Palermo si occupa dei più poverie che adesso minaccia di mollare tutto perché abbandonato dalle istituzioni? «Ne ho sentito parlare molto, non ho potuto incontrarlo ancora, ma so quanto bene fa la sua Missione, ma mi hanno detto che stava male e non riusciva a camminare bene. Poi, dopo un viaggio a Lourdes, ha ripreso forze e coraggio. E' una storia commovente. Se davvero dovesse mollare sarebbe una disgrazia per la città, da tutti i punti di vista». E del prete di Taormina, sospeso perché aveva una donnae che pure gli abitanti hanno difeso con una fiaccolata? «Forse avrebbero tollerato di più se avesse avuto rapporti con un uomo? Queste cose in un piccolo centro, in un ambito ristretto, prendono una

brutta piega. Ma appena arrivo mi informerò».

Ma lei è ancora un mangiapreti, o si è ammorbidito con l'età? «Io mangiapreti? Ma se ho avuto i più grandi amici tra preti e missionari. Certo erano preti come don Gallo. Io e Franca andavamo spesso a Genova e lo aiutavamo nel suo lavoro, eravamo come fratelli. Ecco che torna il tema degli ultimi e abbiamo deciso di devolvere una parte dell'incasso dello spettacolo per realizzare una biblioteca per i bambini di Messina. Ho già incontrato il sindaco Renato Accorinti e chi compra il biglietto al Palazzo dei Congressi di Taormina può anche donare qualcosa per la biblioteca». Mai giovani in Sicilia sono parte degli "Ultimi" ? «Credo proprio di sì, non hanno lavoro, sono costretti ad adattarsi in modo disumano, oppure espatriano, fenomeno che purtroppo adesso interessa pure il Nord. Siamo in una situazione drammatica ma forse le mamme del Sud lo sanno meglio di me. Cosa significa la lontananza, le ristrettezze, la solitudine, non potere prendere un aereo

per riabbracciare i figli. Tutto questo grida vendetta. Noi regaleremo libri ai bambini messinesi, ma con quale coraggio si dice a un figlio: studia per il tuo avvenire. Di quale avvenire stiamo parlando ?» Ma la Sicilia è più sfortunata o più corrotta ? «Non siete l'ultima ruota del carro, avete un po' la vocazione a piangervi addosso, ma "Rosa fresca aulentissima", la prima espressione poetica della lingua italiana, è vostra, siete imbattibili per la cultura, la letteratura, la cucina. Per la corruzione purtroppo non avete nessun primato, l'Italia intera soffre di corruzione e i corroLei ricorda che io e Franca fummo cacciati per la prima volta dalla Rai perché parlammo di mafia. In quel

momento il cardinale Ruffini sosteneva che la mafia non esisteva e noi non abbiamo lavorato per 16 anni». Lei è ancora molto vicino a Grillo e al Movimento 5 Stelle? «Certo, non è che cambio bandiera ogni anno. A

Beppe mi lega un'amicizia trentennale. Abbiamo lottato insieme per tante storture e pure per lo smantellamento delle basi Nato nel Veneto» E i grillini in Sicilia li segue da vicino? «Da vicino no, arrivano

poche notizie, perché che fanno? So che litigano molto con il presidente Crocetta, ma non so perché. Mi spiace, ma mi trova impreparato. E anche su Crocetta, lo seguivo di più quando era sindaco di Gela, ma

adesso... So che al nascere del governo Crocetta, pareva che si intendessero con il Movimento, poi non so cosa può essere successo, mi informerò».

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