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'VA' E RIPARA LA MIA CASA', DA SAN FRANCESCO L'INSEGNAMENTO A SEGUIRE LA PROPRIA MISSIONE

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il Signore assegna a ciascuno di noi una missione, per questo nessuno dovrebbe opporsi a tale volere limitando la libertà altrui e ostacolando i desideri di chi abbia una visione del Creato diversa dalla nostra.

Qualunque uomo, su questa terra, nasce con una missione da compiere. Per il bene proprio, o di tutta l’umanità. Il compito di Francesco è stato quello di diffondere la parola di Cristo in ogni angolo del mondo e, nel contempo, di ricostruire con calce e pietre quei luoghi di culto in cui sono racchiusi i simboli della cristianità e dove qualsiasi cristiano è solito riconoscersi. Con il passare del tempo San Francesco iniziò a coltivare la sua passione per l’arte muraria, ch’egli apprese forse nella funesta circostanza della distruzione della Rocca ducale di Corrado. Sulla scorta delle sue preziose conoscenze, egli non esitò a rimboccarsi le maniche per assemblare tutto ciò ch’era necessario affinché venisse ricostruita la chiesetta di San Damiano. Decise allora di scendere in piazza, chiedendo ai passanti – con voce melodica e soave – soltanto piccole pietre o materiale roccioso. Chiunque si adoperò per aiutare Francesco, che nel frattempo aveva cominciato a lavorare giorno e notte pur di riportare alla luce il tesoro sepolto di San Damiano.

Mangiava pochissimo, e quel poco cibo di cui egli si nutriva era frutto delle incessanti fatiche e della sua indole cristiana che gli permetteva di andare in giro con una ciotola tra le mani per raccogliere i viveri e le offerte di qualche anima pia. Nonostante le ire del padre, contrario alle elemosine del figlio (disposto a ridare nuova vita alla cappellina), Francesco non perse mai la sua forza d’animo, giacché sentiva dentro di sé l’amore del Signore il quale ha il potere di trasformare perfino i cibi più amari e disgustosi in qualcosa di delizioso e prelibato. Francesco era disposto addirittura a subire il disprezzo di quanti fossero tesi a criticare incautamente il suo modo di vivere, la sua scelta – lodevole e coraggiosa – di povertà. Proseguì infatti con fiducia il suo cammino, affidandosi al richiamo del suo cuore che gli diceva di non temere mai nulla. Senza sosta continuò i lavori nella chiesetta, procurandosi, a seguito dei numerosi sforzi, tutte le pietre e persino l’olio che serviva ad accendere i lumini. Terminata l’opera di rifacimento nella chiesetta di San Damiano, Francesco decise ch’era giunto il momento di ricominciare, così scese ai piedi della città umbra e munito di nuovi strumenti e nuove energie diede inizio all’opera di ristrutturazione della basilica di Santa Maria degli Angeli, detta anche Porziuncola. Dall’esecuzione dei lavori intrapresi da San Francesco nelle due maggiori chiese di Assisi s’innalzano, come pilastri, spunti di riflessione e insegnamenti di vita.

Il Signore assegna a ciascuno di noi una missione, per questo nessuno dovrebbe opporsi a tale volere limitando la libertà altrui e ostacolando i desideri di chi abbia una visione del Creato diversa dalla nostra. Tutti dovrebbero vivere accompagnati da Speranza, ch’è sorella di entusiasmo e fortezza. L’entusiasmo che nasce in seno a Gesù, la gioia del nostro cor, e la fortezza, manifesta nell’animo di chi sa resistere dinnanzi alle difficoltà di questa fragile esistenza. Ognuno di noi è chiamato a vivere in ossequio a quei principi di responsabilità e giustizia, secondo i quali occorre coltivare il bene schivando il male perché si portino a compimento lo spirito del Vangelo e la volontà del Signore.

Silvia Ceccarelli

Storica

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