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Famiglia è Mistero dell’humanitas

Mauro Gambetti
Pubblicato il 30-11--0001

Recentemente, intorno al tema delle unioni civili, si è accesa nel Bel Paese una querelle che forse è riuscita ad offuscarne la luminosità ed è servita solo a confonderci. Il dibattito ha spaziato dalla teoria gender – sensata oppure no? – alla equiparazione delle unioni di fatto al matrimonio – giusto oppure no? –, per poi inoltrarsi sul terreno delle adozioni – da concedere alle coppie omosessuali oppure no? – e giungere al tema della “maternità surrogata” – lecito il ricorso ad un “utero in affitto” oppure no?

I mass media hanno fatto un pessimo servizio, agitando ora la bandiera dei diritti ora quella dei doveri, oppure cavalcando il gran tema della libertà, o ancora dando credibilità al sofisma dei sofismi: “quello che conta è l’amore”. E il dibattito è stato fatto scivolare ad arte sulla contrapposizione tra sinistra e destra, tra cattolicesimo e laicità... riesumando antichi scheletri grazie all’uso di un linguaggio anacronistico e fuori contesto, quasi fosse una questione di “partito”!

In realtà, la questione sta da un’altra parte. La società cambia. Si sa, occorrono delle nuove normative. Bene. Occorre un approfondimento, che vorremo proporre su queste pagine nei prossimi numeri.

Un punto fermo per poter ragionare con apertura e intelligenza: single, divorziati, omosessuali, conviventi d’ogni genere...: massimo rispetto per ciascuno. Un punto di riferimento per incominciare a pensare.

Famiglia. 

M'illumino d'immenso. Questo celebre verso poetico di Giuseppe Ungaretti, titolato Mattina, esprime il significato del Mistero quotidiano: immenso. Possiamo immaginare il sorgere del sole all’alba o una mattinata fatta di incontri, di piccoli gesti e sorrisi, di profumi e suoni... ed una luce che apre e introduce nell’orizzonte, immenso, del Mistero. Credo che un climax di tale Mattina sia da riconoscere nell’incontro archetipo di un uomo e di una donna che decidono di costituirsi in famiglia. Uomini e donne sono differenti e co-essenziali, non assimilabili e complementari; “l’unione esclusiva e indissolubile” tra loro pone le condizioni per lo svelamento del Mistero dell’humanitas: una ricchezza assoluta! Questa è la famiglia.

Tutto il “resto” è relativo (= in relazione a), perché senza il presupposto della completezza della realtà, la realizzazione e la maturazione degli esseri umani sono condizionate in partenza. Relativo. Ovvero: la misura di riferimento della bellezza dell’umanità e della pienezza della felicità terrena è la famiglia.

Quali le caratteristiche della piena bellezza e della felicità autentica? Esse non sono limitanti, solipsistiche, passeggere. Non sono solo di qualcuno, piuttosto coinvolgono molti, cioè tutti quelli che si incontrano. Non usano per sé, non trattengono, non manipolano la realtà, ma sono in uscita, rivolte, affidate all’altro da sé. Non sono a discapito di coloro che sono diversi, piuttosto esaltano le differenze e le unificano, sono diffusive e inclusive. Non riguardano solo le dimensioni fisica, emotiva, sentimentale, ma affondano le radici nella stabilità di una scelta del bene per l’altro, definitiva e fedele.


In famiglia si possono e si devono cercare la bellezza e la felicità, traboccanti, larghe, durature. Lo dice un frate che, pur senza alcuna nostalgia, conosce il prezzo della rinuncia alla vita di coppia e ai figli, nei quali l'unità di un uomo e di una donna, il loro gesto d’amore, prende carne.

Riprendiamo il filo. Non perdiamo il buon senso. La cifra interpretativa delle relazioni è la famiglia, pena la perdita dell’orientamento del cammino di crescita personale e della vita sociale. Di tutto ciò, ne riparleremo. 

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