approfondimenti

I compagni di San Francesco, Masseo da Marignano

Felice Accrocca
Pubblicato il 30-11--0001

Masseo da Marignano fu uno dei più assidui compagni di Francesco e tra coloro che ne tramandarono la memoria, tanto che anche a lui si rivolsero, nel 1246, Leone, Rufino e Angelo per acquisire ulteriori notizie circa “le molte gesta” del loro Santo fondatore. L’autore dello Specchio di perfezione narra che Francesco, nel tracciare il ritratto ideale del frate minore, disse che questi avrebbe dovuto avere, tra altre qualità, anche “l’aspetto attraente e il buon senso di Masseo, con il suo parlare bello e devoto”. La sua figura assume un chiaro rilievo nel libro degli Actus, dai quali sono derivati i nostri Fioretti: qui compare protagonista in diversi episodi, ambasciatore di Francesco (presso frate Rufino, frate Silvestro e sorella Chiara), suo compagno a Bevagna, quando il Santo predicò agli uccelli, e sulla Verna, quando ricevette le Stimmate. Nel complesso, la figura di Rufino mostra tutto il suo candore, senza abbandonare il peso delle umane contraddizioni. Lo vediamo così stupire della capacità fascinatrice dell’Assisiate, che calamitava le folle dietro di sé, tanto che non ebbe timore di ricordargli che egli (Francesco) non era “bello uomo del corpo”. Una sorta di legge di contrappasso, che spiazzava lo smarrito Masseo non ancora del tutto libero dagli schemi mondani? Forse sì, se teniamo conto che egli era fisicamente avvenente, ciò che nel mondo doveva avergli procurato aderenze e favori, e ora invece si trovava a fare i conti con una realtà diversa, dove ad essere seguito e adulato era un uomo del tutto privo di quei canoni che procuravano il gradimento degli uomini. Ed era questo che egli non riusciva a spiegarsi, anche perché una volta che Francesco lo prese come compagno di viaggio, trovandosi i due a mendicare, Francesco, “uomo troppo disprezzato e piccolo di corpo”, “non accattò se non parecchi bocconi e pezzuoli di pane secco”, mentre Masseo, “uomo grande e bello del corpo”, raccolse “buoni pezzi e grandi e assai, e del pane intero”. Ma la forza dei santi, si sa, è la loro fede e con quella smuovono le montagne. Questo, pian piano, avrebbe finito per capirlo anche frate Masseo.

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