Miei cari giovani, festa di San Francesco

di Frate Augusto Drago

Solennità di san Francesco 2014

Miei cari giovani,

prendiamoci per mano, quasi a formare una catena e gettiamoci insieme nelle vie di Assisi.
Ovunque voi abitiate, lasciate che il vostro cuore travalichi spazio e tempo, e lasciamoci condurre dal cuore di Francesco, la cui solennità ci accingiamo a vivere fra pochi giorni!

Se passeggiamo, silenziando i nostri cellulari, i nostri mp3, ipod, ipad, e chi più ne ha, più ne metta; se in silenzio attraversiamo la città, mettendo a tacere anche le nostre chiacchiere, ecco che non potremo non fermarci, attratti da musiche, danze, urla e schiamazzi che irrompono a qualsiasi ora del giorno e della notte! Accanto a noi, sguardi affascinati di fanciulle, nascoste dietro le finestre e nei crocicchi delle strade, sembrano essere attratti dalla goliardica compagnia di un gruppo di ragazzi, signori incontrastati della città! Saltano, ballano, comandano e catalizzano sguardi e attenzioni! La fanno da padroni, questi ricconi! Si godono la vita, ne assaporano i frutti facendo di loro stessi il centro di tutto! In mezzo ad essi, Francesco, figlio del ricco Pietro di Bernardone, è il leader, il capobanda! Le sue ricchezze sono il pozzo cui attingere per le feste! Il suo piglio, la sua grinta, le sue grandi qualità….quanti giovani attirano a sé! Cercato, adorato, ammirato! Quanti sguardi si posano su di lui! Sguardi di ammirazione, di invidia, di attesa e il castello che lo fa re incontrastato si fa sempre più alto e in piedi su di esso il giovane Francesco adora se stesso, attrae a sé per possedere, conquista per non perdere, trattiene per non perdersi!

“Colpito da una lunga malattia, egli cominciò effettivamente a cambiare il suo mondo interiore. Riavutosi un po', per ricuperare le forze ,si mise a passeggiare qua e là per la casa…Un giorno uscì, ammirando con più attenzione la campagna circostante; ma tutto ciò che è gradevole a vedersi: la bellezza dei campi, l'amenità dei vigneti, non gli dava più alcun diletto. Era attonito di questo repentino mutamento e riteneva stolti tutti quelli che hanno il cuore attaccato a beni di tal sorta. Da quel giorno cominciò a far nessun conto di sé e a disprezzare ciò che prima aveva ammirato ed amato. Non tuttavia in modo perfetto e reale, perché non era ancora libero dai lacci della vanità… Abbandonare le consuetudini è infatti molto arduo: una volta impiantatesi nell'animo, non si lasciano sradicare facilmente.. Pertanto Francesco cerca ancora di sottrarsi alla mano divina; quasi immemore della correzione paterna, arridendogli la fortuna, accarezza pensieri terreni: ignaro del volere di Dio, sogna ancora grandi imprese per la gloria vana del mondo” (Celano, Vita Prima, FF323-324)

“Oh Francesco, Francesco piccolino, quale rivoluzione ha destato in te il Signore! Conquistato dall’Amore hai abbandonato ogni cosa; lasciato ogni possesso, hai ricevuto il Tutto! Avevi gli sguardi dei tuoi fan tutti per te: sguardi che si fermavano all’apparenza e che in quell’apparire imbrigliavano e imprigionavano tutto te stesso, ancora incapace di intuire che potesse esistere una gioia più grande di quella! Solo uno Sguardo, un giorno, è entrato così in profondità in te, da ribaltare ogni tuo criterio; ha penetrato così profondamente la tua persona da far crollare il castello su cui avevi costruito la tua vita!” Alla vigilia della partenza per un’importante battaglia nelle Puglie, “Colui che l’aveva colpito con la verga della giustizia, lo visitò in sogno con la dolcezza della grazia; e poiché era avido di gloria, lo conquise con lo stesso miraggio di una gloria più alta. Gli sembrò di vedere la casa tappezzata di armi: selle, scudi, lance….”Tutte queste armi sono per te e i tuoi soldati”( Celano, Vita prima, FF.326) Cristo Gesù irrompe nella vita di Francesco che Lo accoglie come Grazia, dono gratuito di un Padre che lo ama con la tenerezza di una Madre!

Miei cari ragazzi, mie care ragazze! Sta qui il segreto, il segreto dell’Amore di Dio! Come può colui che possiede ogni beneficio e privilegio, che è al centro di sguardi ed onori, che riesce in ciò che fa ed ottiene ciò che vuole, come può costui provare gioia nel lasciare tutto? Un’altra notte, mentre dorme sente di nuovo una voce: “Francesco che cosa ritieni ti sia più utile, il servo o il padrone?” “Il padrone”, risponde Francesco. “Ed allora perché cerchi il servo in luogo del padrone?...Ritorna alla tua terra natale perché per opera mia si adempirà spiritualmente la tua visione”(Celano, Vita seconda, FF 587).

Come è sapiente il Signore! Esperto conoscitore del cuore umano, delle sue piccole pieghe, dei suoi più profondi desideri ed ambizioni, perfino delle nostre fragilità e piccolezze Egli si serve! Egli è il grande Amante! Chi ama parla il linguaggio dell’Amato! E così con Francesco usa la metafora delle ricchezze, del Padrone e della battaglia….si piega sul suo cuore, sia avvicina, si abbassa per conquistarlo a sé! Miei cari, ogni vostro passo verso il Signore Gesù, ogni vostro sì, ogni vostro “eccomi” è preceduto dallo sguardo profondamente innamorato del Padre e del Figlio, uniti nello stesso Amore! “Un linguaggio mai inteso io sento!” (Sal 80,6); le parole di Dio sono sussurrate al cuore con accenti così personali , così unici che si imprimono a fuoco nel più profondo di noi! Pensate anche a San Paolo, quanto nelle sue lettere, rievoca l’attimo in cui Gesù irruppe nella sua vita: “Saulo, Saulo perché mi perseguiti?… Chi sei Signore?....Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare!” (At.9, 5-6) E chi è amato, ama! Quanto ci commuove essere incontrati proprio nella verità di noi stessi, verità talvolta non belle, difficili da guardare ed accettare! Ma come ci commuove essere incontrati proprio lì, essere accolti ed attesi nel più profondo di noi stessi! Essere amati a tal punto, mette ali al nostro andare! “Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo” (Testamento di San Francesco, FF.110) Carissimi, con tutto me stesso, permettetemi di dirvi: non abbiate paura di lasciare aperta la porta del vostro cuore, sì che la dolce e persuasiva voce del Signore possa irrompere nel ritmo del vostro incedere nella vita! L’instancabile cercatore, l’eterno amante, sta alla porta e bussa! Come fece nel cuore di Francesco, anche in voi “tramuterà ciò che è amaro in dolcezza d’animo”, e ciò che è dolce diventerà così poca cosa di fronte all’immensità del suo Amore!

E’ da qui che prende inizio la folle corsa di Francesco, Giullare di Dio! “Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio” ( Efesini 6:13-17 ): ecco il novello soldato, finalmente al servizio del suo Signore! Non abbiate paura piccoli fratelli miei, non abbiate paura di seguire la voce del Maestro! Non temete di perdere voi stessi e le vostre sicurezze perché solo “non possedendo alcun possesso” il vostro cuore potrà essere libero di essere conquistato da Colui che tutto possiede e che volentieri travaserà in voi ogni sua ricchezza pur di conquistarvi al suo cuore! E come Francesco vi sorprenderete a farvi uno con Cristo, affascinati dal suo Amore: “Francesco era davvero molto occupato con Gesù. Gesù portava sempre nel cuore, Gesù sulle labbra, Gesù nelle orecchie, Gesù negli occhi, Gesù nelle mani, Gesù in tutte le altre membra...proprio perché portava sempre nel cuore con mirabile amore Gesù Cristo e questi crocifisso.” (Vita prima del Celano, FF521)

“Francesco che cosa ritieni ti sia più utile, il servo o il padrone?” “Il padrone”, risponde Francesco. “Ed allora perché cerchi il servo in luogo del padrone?” “...Ritorna alla tua terra natale perché per opera mia si adempirà spiritualmente la tua visione”<

Dunque, con coraggio, in un’unica cordata torniamo ciascuno alle proprie case, proprio come Francesco! Torniamo al centro del nostro cuore, per ritrovare il sogno che Dio ha su di noi e, una volta trovatolo, come sentinella fedele, vegliamo su di esso perché mai abbiamo a prederlo!

Vi benedico con affetto, vostro Padre Augusto!