Miei cari giovani....

di Frate Augusto Drago

Miei carissimi ragazzi e ragazze, ben ritrovati!
Allora come state vivendo questo tempo di Pasqua? Il vostro cuore si sta preparando al grande dono dello Spirito Santo, che celebreremo il giorno della Festa di Pentecoste?

La Speranza del Cristo Risorto vi sta facendo cercatori instancabili del suo volto, celato nelle persone e negli eventi della vostra quotidianità? Ricordate? Così ci eravamo lasciati qualche settimana fa! Quest’oggi desidero che mi diate la vostra mano e, quasi in punta di piedi, senza fare rumore, voglio condurvi in uno dei luoghi più intimi dell’esistenza terrena di Gesù: il Cenacolo!

La liturgia della V domenica di Pasqua, nell’anno A, ci propone la lettura di un testo giovanneo tratto dai discorsi dell’Addio! Il Maestro, avvicinandosi sempre più la sua Ora, radunati attorno a sé i suoi, rivolge loro accorate parole che, rileggendole dopo la sua morte, davvero risuonano ai nostri orecchi e ridondano nel nostro cuore come testamento. E’ commovente vedere come in un primo momento Gesù parli ai suoi (Gv. 13,31-16,33) e poi “Alzati gli occhi al cielo” rivolge al Padre la preghiera che più di ogni altra rivela l’intimità di questa unione tra le perone della Trinità, attraverso parole che arrivano dritte al cuore di Dio perché dal cuore del Figlio nascono come germi d’amore!

Il Cenacolo è il luogo dell’Istituzione dell’Eucarestia, il luogo della lavanda dei piedi, il luogo infine dove per l’ultima volta, nell’intimità del dialogo là dove solo i cuori parlano, Gesù ha attorno a sé i suoi amati discepoli, prima della sua morte sul Calvario.

“Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo li amò fino alla fine” (Gv. 13, 1). Quale grande dolore doveva albergare nel cuore di Gesù! Quale profonda conoscenza delle sofferenze che avrebbe dovuto sopportare da lì a poco! Eppure, eppure le sue parole vanno ancora alla ricerca del turbamento dei suoi, per rassicurarli, rafforzarli, mettere nelle loro mani armi forti per sostenere il più grande dei combattimenti: restare soli, senza il Maestro, accogliere accanto a lui la sconfitta estrema ma con gli occhi puntati ad una Vittoria ben più grande! “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e anche in me! Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore!” (Gv. 14, 1-2) Ricordate, miei cari, il primo incontro di Andrea con il Maestro? “Rabbì dove dimori?” (Gv. 1, 38). Disse loro: “Venite e vedrete” Andarono dunque e videro dove abitava e da quel giorno si fermarono presso di Lui; erano le quattro del pomeriggio!” Chi lo avrebbe detto mai che il vero volto di quella dimora sarebbe stato svelato proprio la vigilia della Passione!
Ora attenti: “Giorno, ora e minuto del vostro incontro con il Signore”: miei cari lo avete ben stampato, a chiare lettere nel vostro cuore? E’ da lì che è iniziata una storia d’Amore, storia che qui trova davvero un appuntamento importante! “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre!” Poveri discepoli, quanto li sento vicini alla mia storia: quando penso di aver compreso qualcosa del mio Signore, eccolo spuntare con una nuova rivelazione, un altro piccolo tassello a formare la meraviglia che è il nostro Dio e così, passo dopo passo, cresce nel cuore la sete che so troverà il suo vero appagamento nella casa del Padre!

“Non sia turbato il vostro cuore…Vado a prepararvi un posto! E del luogo dove vado conoscete la strada. Io sono la Via , la Verità e la Vita”. Che bello! C’è stata un’ora precisa in cui tutto ha preso piede: le quattro del pomeriggio! Ma c’è anche una meta precisa che si è andata svelando nel tempo, Parola dopo Parola, ed è la Casa del Padre, il cuore stesso di Dio, che ha preso con Gesù dimora in noi, nel nostro cuore, in quell’intimità del focolare domestico, “oikia”, “monai”. Ed infine c’è anche una Via per arrivare alla meta, ed è Gesù stesso. “E il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi!”. Gesù, per amore compie un cammino: dal cuore del Padre, muove i passi verso l’uomo, facendosi Egli stesso quella strada su cui ci invita a camminare per ricondurci alla pienezza dell’Amore. “In verità, in verità io vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che compio io e ne farà di più grandi!” (Gv. 14,12). Ecco a che cosa ci spinge la sequela di Cristo! Alle quattro del pomeriggio il tuo cuore fratello mio, sorella mia, il tuo cuore ha sussultato alla vista del tuo Signore, i tuoi piedi speditamente si sono mossi dietro di lui, la tua volontà ha scelto di seguirlo ovunque fosse andato, la Sua Grazia ti sta permettendo di farlo! Ma questa gioia non è solo per te! Cristo ti dice oggi che farai cose più grandi di quelle che ha fatto Lui! Ti viene da sorridere? Come può il discepolo essere più grande del suo maestro? Credi, credi con tutto te stesso a quanto Gesù stesso ti dice! Dio dimora in te, abita nel tuo cuore! « Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui » (1 Gv 4, 16). Queste parole della Prima Lettera di Giovanni esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l'immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell'uomo e del suo cammino. Inoltre, in questo stesso versetto, Giovanni ci offre per così dire una formula sintetica dell'esistenza cristiana: « Noi abbiamo riconosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto ». (Deus Caritas est).
Ed ancora: L'amore è « divino » perché viene da Dio e ci unisce a Dio e, mediante questo processo unificante, ci trasforma in un Noi che supera le nostre divisioni e ci fa diventare una cosa sola, fino a che, alla fine, Dio sia « tutto in tutti ». (Ibidem) Non sorridere più pensando alle piccole grandi opere che compirai, perché non sarai tu a compierle ma Dio stesso che ha preso dimora in te! Ora senti di poter credere alla Parola del Maestro? Ora comprendi come in quell’Ora per lui estrema, parlando ai discepoli, in qualche modo si stava rivolgendo anche a te, passando il testimone dalle sue alle tue mani? Dio ha preso dimora in te, non perché potessi inorgoglirti! Il serafico Padre Francesco diceva: “Di che cosa posso vantarmi se non solo della croce di Cristo?” Sì, è proprio così! Posso solo vantarmi di essere stato amato fino alla fine dal mio Signore e nulla più! Il Padre ha la sua dimora nel tuo cuore perché per Grazia tu possa muovere i passi alla sequela di Cristo e ricondurre al suo cuore quanti hanno sete di quell’Amore che ha riempito la tua vita! Mettiti sulle orme di Gesù! Riempi la tua vita di germi d’Amore: fallo nelle piccole cose di ogni giorno, lascia che la Luce che abita il tuo cuore trasfiguri ogni attimo, ogni luogo, ogni persona: il tuo volto sia radioso, la gioia sia sempre ben visibile, perché chi ti incontra, affascinato dal tuo sguardo che sa di cielo, abbia a mettersi Lui stesso alla ricerca della Vera Fonte: non temere lo Spirito Santo che ha iniziato l’opera, la porterà anche a compimento in tanti fratelli e sorelle che ti camminano a fianco ed allora insieme potremo cantare con le parole del Salmo 121: “Quale gioia, quando mi dissero: Andremo alla casa del Signore!. È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d'Israele, per lodare il nome del Signore.”

Con affetto, vi ricordo al Signore, vostro p. Augusto
mail: paug.ogard@gmail.com