Con il silenzio del cuore entriamo nella Settimana Santa

di Frate Augusto Drago

Inizio questa conversazione con voi, con una citazione tolta dai discorsi di un Padre della Chiesa, san Gregorio Nazianzeno.
“Siamo pronti a patire con Cristo e per Cristo, piuttosto che desiderare le allegre compagnie mondane. Se sei Simone di Cirene prendi la croce e segui Cristo. Se sei il ladro e se sarai appeso alla croce, se cioè sarai punito, fai come il buon ladrone e riconosci onestamente Dio, che ti aspettava alla prova.

Egli fu annoverato tra i malfattori per te e per il tuo peccato, e tu diventa giusto per lui. Adora colui che è stato crocifisso per te. Se vieni crocifisso per tua colpa, trai profitto dal tuo peccato. Compra con la morte la tua salvezza, entra con Gesù in paradiso e così capirai di quali beni ti eri privato. Contempla quelle bellezze!
Lascia che il mormoratore, del tutto ignaro del piano divino, muoia fuori con la sua bestemmia. Se sei Giuseppe d'Arimatèa, richiedi il corpo a colui che lo ha crocifisso, assumi cioè quel corpo e rendi tua propria, così, l'espiazione del mondo. Se sei Nicodemo, il notturno adoratore di Dio, seppellisci il suo corpo e ungilo con gli unguenti di rito, cioè circondalo del tuo culto e della tua adorazione. E se tu sei una delle Marie, spargi al mattino le tue lacrime. Fa' di vedere per prima la pietra rovesciata, vai incontro agli angeli, anzi allo stesso Gesù. Ecco che cosa significa rendersi partecipi della Pasqua di Cristo.” (Dai Discorsi di San Gregorio Nazianzeno, vescovo)


Miei giovani carissimi,
ho desiderato iniziare oggi con le parole di San Gregorio Nazianzeno perché sento che in maniera appassionata ci conducono a muovere i primi passi dentro questa settimana che or ora è incominciata, la Settimana Santa, la Settimana autentica, quella da cui ogni settimana dell’anno trae origine. Sì, miei carissimi, in punta di piedi e con decisione entriamo in questo tempo! In punta di piedi per mantenere il silenzio del cuore, lontani dagli sguardi, dalla caotica vita che ci circonda! Deserto può farsi la nostra anima, anche in mezzo al rumore! Ciò che importa non è ciò che ci circonda! Non tutti potranno avere la Grazia di trascorrere questi giorni nel silenzio di un monastero o nella calma vita della vacanza! Ma ciò che conta è davvero quanto il nostro cuore vive; e la Parola di questa settimana bene ce lo suggerisce. Nel Vangelo di sabato scorso (Gv. 11, 45-56) leggiamo: “Da quel giorno decisero di ucciderlo. Gesù, dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove rimase con i discepoli”; il venerdì, ancora, avevamo letto come in mezzo al tentativo di lapidarlo, Gesù passasse in mezzo agli accusatori ed uscisse in silenzio dalla sinagoga (Gv. 10, 31-42). Lunedì la liturgia ci offre la meravigliosa pagina dell’unzione di Betania (Gv.12, 1-8): Maria, sorella di Lazzaro, nel bel mezzo di un banchetto, noncurante degli sguardi dei più, cosparge i piedi di Gesù di olio profumato e li asciuga con i suoi capelli! Che intimità! Quale gesto di profonda adorazione che dà vita ad un cuore che Ama!

Miei carissimi, permettiamo che in questi giorni, il silenzio adorante possa portarci alla trasfigurazione del cuore, ad unificare il nostro cuore ascoltante che chiese Salomone nella sua preghiera (1 Re, 3,5). Viviamo questi giorni “da ritirati”, forse non fisicamente, ma certamente nel più profondo di noi stessi sì! Solo nel nostro cuore che si fa povero, in un continuo atteggiamento d’ascolto, perché assetato della Parola, possiamo incontrare e lasciarci incontrare da Gesù che percorre il suo ultimo tratto di vita, dal Padre che porta a compimento in Lui il piano di salvezza, nella pienezza dello Spirito Santo che ci dona di abitare il cuore stesso della Trinità. Entriamo, sì, in punta di piedi, perché percorriamo e ci lasciamo percorrere dal momento più solenne della vita di Gesù: Egli “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, aparso in forma umana umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce”(Fil. 2, 1-8). Nel sì pronunciato da Maria, nella sua adesione al progetto del Padre, ha potuto innestarsi il sì di Gesù! Sì di abbandono totale alla volontà del Padre. Sì rinnovato ogni giorno: nella gioia, nella fatica e nella stanchezza e nell’ora estrema della sofferenza più dura che ci svela l’umanità di Dio che si è fatto uno di noi! In punta di piedi dunque, scalzati perché in terra santa, ma profondamente decisi a far parte di questa storia! Non possiamo guardarla dal di fuori, come spettatori: la vita di Cristo è la nostra vita, in essa io e ciascuno di voi troviamo casa! Nella casa di Betania, nel Cenacolo; nell’Orto nel Getzemani e nel sinedrio; sulla via della croce che porta al Golgota, nel silenzio del sabato Santo fino alla luce sfolgorante della Pasqua, miei cari ragazzi, mie care ragazze, ognuno di voi era presenza viva nel cuore del Padre: è fissando i vostri occhi che Gesù ha trovato la forza per dire sì al Padre!

Allora dunque, in questo tempo, perché al sì di Maria e di Gesù, possa unirsi anche il nostro per essere in loro una cosa sola nel cuore del Padre, entriamo con decisione e con quel “cuore ascoltante” dove il silenzio trovi casa per essere profeti in mezzo a chi ci sta attorno di una Gioia grande!

Con affetto grande vi auguro una buona e santa Pasqua! Vostro p. Augusto

Mail: paug.ogard@gmail.com