Assisi suono sacro

di Andrea Ceccomori

Un contenitore dedicato al rapporto fra musica di oggi e spiritualità. Un’idea nata dal progetto culturale di Assisi Suono Sacro che intende indagare un linguaggio dell’anima e per l’anima, al di là delle destinazioni d’uso più proprie della musica religiosa e rituale. Nella linea dello spirito di Assisi e del suono della povertà di ispirazione francescana.

Cap. 7 “ I linguaggi del sacro nella musica contemporanea”

Aldilà del suono povero francescano che caratterizza il filone di ricerca nell’ambito musicale contemporaneo di Assisi Suono Sacro e di cui abbiamo diffusamente parlato in precedenza, è’ importante ora capire qual è il senso del sacro nella musica contemporanea, perché l’attualità riflette sempre lo stato, i sentimenti e le tendenze del momento che si sta vivendo. E la musica è lo strumento forse tra i più adatti a rispecchiare la società e il suo mondo.

Facciamo chiarezza anzitutto sul termine musica contemporanea che etimologicamente dovrebbe significare musica del nostro tempo ma che invece, nell’accezione comune, significa musica colta o accademica composta nei nostri giorni. Ciò libera il campo da interpretazioni diverse che trovano nella musica contemporanea, tutte le musiche di oggi comprensive quindi di tutti i generi musicali. Ovviamente, senza nulla togliere a questi ultimi, tratteremo la musica colta come parametro di indicizzazione del sacro in musica.

Oggi la musica contemporanea è profondamente cambiata da come era considerata nelle cosiddette avanguardie dalla storica esperienza di Darmstadt degli anni ‘50. Allora c’era uno studio approfondito semantico, lessicale, grafologico di una oggettività della musica per cui si generavano per cosi dire, delle scuole di pensiero a cui i giovani studenti si assoggettavano per le loro composizioni che andavano dallo strutturalismo, al puntillismo, all’alea e tanto altro.

Oggi, dopo decenni di contaminazioni e influenze, la musica contemporanea ha perso i riferimenti scolastico-dogmatici e si è via via soggettivizzata sul compositore stesso: ogni compositore è oggi un compositore “sui generis”.
Questo è sicuramente un bene per la creatività e la personalizzazione dell’opera d’arte, ma occorre a mio avviso ricomporre un elemento, un tassello fondamentale che è andato perdendosi nel tempo: cioè il contatto con il pubblico e la sua fruizione. Molte cause hanno provocato questo iato tra cui il sostentamento con denaro pubblico, dei decenni scorsi, per la ricerca musicale, e di contro, l’avanzata della musica cosiddetta commerciale, inoltre l’isolamento intellettuale a sostegno delle tesi artistiche, che ha favorito il distacco del musicista dalla totalità della comunicazione. Ora, in tutto questo, come entra la dimensione sacra nella musica contemporanea?
La dimensione sacra entra proprio in questi due aspetti appena citati, vale a dire: il linguaggio e la comunicazione, oltre che naturalmente nella ispirazione e nel soggetto religioso come già detto nei precedenti blog sul sacro in musica.

CI sono alcune musiche e compositori contemporanei, che hanno in parte ricucito questo strappo tra il colto e la società, e a cui convenzionalmente ci si riferisce quando si parla di sacro in musica oggi (bisogna sottolineare che la musica sacra, per sua lunga tradizione, è più lenta ai cambiamenti): ci riferiamo a tutto il filone est europeo e nord europeo. Primo fra tutti il compositore estone Arvo Part la cui musica parla un linguaggio sacro, semplice, armonico, al cui ascolto si è subito elevati in spirito, per cosi dire, poi ancora Valentin Silvestrov, Erki Sven Tuur, Giya Kancheli. In Italia il sacro musicale sembra ancora molto legato al culto, all’utilizzo liturgico, ma credo che fermenti nuovi siano già attivi.

Da notare fenomeni di sconfinamento del sacro in ambito pop da F. Battiato a A.Ruggiero a Teresa Salgueiro a McCartney con Liverpool Oratorio o da compositori come Philip Glass. Quello che auspico, dovrebbe fare la musica contemporanea oggi per ritrovare e valorizzare la sfera del sacro è avere un profondo senso di ispirazione e urgenza sacra, incarnando e vivendo, come ha fatto Francesco col vangelo, i valori religiosi sia testuali che iconografici, inoltre adottare un linguaggio consono alla Harmonia Universalis e saper parlare cosi al pubblico di oggi (e di domanI poiché il vero sacro è eterno).