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SAN FRANCESCO, APOSTOLO del nostro millennio

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

Una celebrazione intensa quella del 4 ottobre. Il Giorno di san Francesco indicato, dal Parlamento nel 2005, quale “solennità civile e giornata per la pace, per la fraternità e il dialogo fra le religioni”, rappresenta un'occasione per continuare a proporsi gli ideali e i valori del Poverello e le sue forti scelte di vita. La determinazione sancita dal Parlamento offre un modo in più per diffondere il suo messaggio. Per certi versi si tratta di una precisazione relativa visto che tanti lo conoscono come fratello, uomo del dialogo, dell'amore per l'altro e per il mondo. Il dialogo, la virtù francescana per eccellenza, diventa quindi il primo richiamo del significato della festa di san Francesco.
Per comprendere al meglio la vera accezione di questa ricorrenza nazionale, è opportuno fare un piccolissimo salto nel passato, un balzo di appena ottocento anni. All'inizio della conversione, subito dopo aver udito le parole del Crocifisso in San Damiano, san Francesco, come primo gesto di amore, offrì del denaro ad un sacerdote perché comprasse olio per far ardere una lampada di fronte a quella immagine così miracolosa. Così è scritto nella Leggenda dei tre compagni e Tommaso da Celano precisa che l'intenzione di Francesco era che “la sacra immagine non rimanesse priva, neppure per un istante, dell'onore, doveroso di un lume”. Con l'avvicinarsi del VII centenario della morte di san Francesco, cioè nel 1926, il Consiglio di Presidenza della “Fides Romana” lanciò un appello a tutti gli italiani perché esprimessero la loro unità spirituale attraverso il simbolo di una Lampada votiva che ardesse perennemente presso la tomba di san Francesco. Una lampada votiva sulla Tomba di Francesco in una fiamma sola – come sulla tomba di Dante – giunta dalle cento Città e dai mille e mille Comuni della Patria.
La solidarietà espressa in tale simbolo, a Ravenna, presso l'urna del Poeta Dante viene rappresentata così anche ad Assisi presso l'urna del Santo e la trepida luce dell'ulivo si accende nell'auspicato giorno del centenario a promessa e a cominciamento nuovo nell'ardua perenne fatica. Per felice coincidenza, la realizzazione della lampada, donata dai Comuni della Nazione, avvenne in concomitanza con la proclamazione di san Francesco Patrono Primario d'Italia (1939), voluta da Papa Pio XII. Nella vita primigenia dell'ordine, il dono dell'olio, che le regioni offrono al Patrono d'Italia, è segno di gratitudine e stima ma è anche il riconoscimento sul significato delle proposte francescane; la fiamma, rappresenta invece l'amore per Cristo crocifisso. Il Poverello è stato ed è, con la sua stessa vita, un richiamo forte, convincente, appassionato alla pace a alla giustizia. L'impegno della famiglia francescana è quindi quello di promuovere la fratellanza verso tutti, invitando a superare gli eventuali ostacoli dovuti alle diverse appartenenze religiose, etniche e sociali.
Assisi è pronta e tutto è pronto. La comunità dei frati francescani si prepara ad accogliere migliaia di fedeli. Quest'anno sarà il Veneto a compiere il pellegrinaggio ufficiale ad Assisi (3/4 ottobre) per offrire l'olio per la “lampada votiva dei Comuni d'Italia”. Il 5 luglio in conferenza stampa a Palazzo Balbi a Venezia, sono state illustrate, dal Presidente della Regione Giancarlo Galan e dal Sindaco di Venezia Massimo Cacciari, le iniziative in programma nelle varie diocesi e il coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche in occasione della celebrazione. Il Presidente della Regione veneta, ha sottolineato che il Santo è una figura che sentiamo a noi contemporanea per la sua grande libertà mentale. Un uomo semplice e affascinante, capace di esprimere una vitalità straordinaria. Dopo aver ricordato che Venezia è città francescana fin dal 1222 (anno di costruzione da parte dei frati di una prima chiesa che diverrà poi quella dei Frari), Galan ha detto: “siamo autorizzati anche dalla nostra storia a donare autorevolmente l'olio ad Assisi; il Veneto è anche terra di ottimi olii”. Anche Massimo Cacciari, Sindaco di Venezia, si è detto convinto che san Francesco è la figura che di più oggi può parlare all'Europa, un “vero rivoluzionario” che non intendeva sfasciare ma cambiare le cose, una figura dominante di tutta la nostra cultura e civiltà. Il pellegrinaggio promosso dalla Chiesa veneta insieme con la famiglia francescana, è con inizieranno con la Liturgia del transito nella Basilica di S. Maria degli Angeli, dove Francesco morì il 3 ottobre 1226.
Il programma prevede poi la concelebrazione dell'Eucaristia presieduta dal Card. Scola, la riaccensione della lampada da parte del Sindaco di Venezia e l'offerta dei doni al Santo Patrono d'Italia. Oltre le autorità della Regione, delle Province e dei Comuni, sarà presente anche un rappresentante del governo. La commemorazione terminerà con la Processione dalla Basilica Inferiore alla Piazza della Basilica Superiore, dove verrà impartita la benedizione all'Italia e al mondo con l'autografo della benedizione di san Francesco. Potrà essere seguita su Rai Uno dalle ore 9.00 alle ore 10.55, una giornata avvalorata anche dalla visita di Papa Benedetto XVI al Quirinale. Francesco rimane un punto di riferimento anche in questi tempi così difficili, perché di fronte alla società moderna consumistica, tipica del mondo occidentale, il Santo chiama all'essenzialismo, al sobrio, invitando a lasciar cadere tutte le maschere e tutte le finzioni. Il suo insegnamento è un esempio di autentica “devozione a Cristo”.

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