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Il Papa in Terra Santa: Mai più mostruosità della Shoah. In Israele: possiate vivere in pace con i palestinesi

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

In visita al Muro Occidentale di Gerusalemme, Papa Francesco ha sostato in preghiera silenziosa per qualche minuto, toccandolo con la mano destra. Al termine della preghiera, vi ha deposto – come è consuetudine per i fedeli – una busta contenente un foglio con la preghiera del “Padre Nostro” in spagnolo, scritta personalmente.

Il Papa ha scritto una dedica in spagnolo sul Libro d’Onore del Muro Occidentale. La dedica riporta il Salmo 121: “Quale gioia quando mi dissero ‘Andiamo alla casa del Signore’. Ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme”. E poi ha aggiunto: “Con questi sentimenti di gioia verso i miei fratelli maggiori, sono venuto ora e ho chiesto al Signore la grazia della pace”.

In Israele: possiate vivere in pace con i palestinesi
Dopo il congedo dalla Palestina il Papa si è recato nell’aeroporto internazionale di Ben Gurion per la cerimonia di benvenuto con il presidente israeliano Shimon Peres. “Vi ringrazio cordialmente – ha esordito il Papa - per l’accoglienza nello Stato di Israele, che ho la gioia di visitare in questo mio pellegrinaggio. Sono grato al Presidente, Signor Shimon Peres, e al Primo Ministro, Signor Benjamin Netanyahu, per le cortesi espressioni rivoltemi, e ricordo volentieri gli incontri avuti con loro in Vaticano. Come sapete, vengo pellegrino a 50 anni dallo storico viaggio del Papa Paolo VI. Da allora sono cambiate molte cose tra la Santa Sede e lo Stato di Israele: le relazioni diplomatiche, che ormai da un ventennio esistono tra noi, hanno favorito l’accrescersi di rapporti buoni e cordiali, come testimoniano i due Accordi già firmati e ratificati e quello in via di perfezionamento. In questo spirito rivolgo il mio saluto a tutto il popolo d’Israele ed auguro che si realizzino le sue aspirazioni di pace e prosperità”.

Il Papa ha proseguito: “Sulle orme dei miei Predecessori sono giunto come pellegrino in Terra Santa, dove si è dispiegata una storia plurimillenaria e sono accaduti i principali eventi legati alla nascita e allo sviluppo delle tre grandi religioni monoteiste, l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam; perciò essa è punto di riferimento spirituale per tanta parte dell’umanità. Auspico dunque che questa Terra benedetta sia un luogo in cui non vi sia alcuno spazio per chi, strumentalizzando ed esasperando il valore della propria appartenenza religiosa, diventa intollerante e violento verso quella altrui”.

“Durante questo mio pellegrinaggio in Terra Santa – ha detto il Papa - visiterò alcuni luoghi tra i più significativi di Gerusalemme, città di valore universale. Gerusalemme significa “città della pace”. Così la vuole Dio e così desiderano che sia tutti gli uomini di buona volontà. Ma purtroppo questa città è ancora tormentata dalle conseguenze di lunghi conflitti. Tutti noi sappiamo quanto sia urgente la necessità della pace, non solo per Israele, ma anche per tutta la regione. Si moltiplichino perciò gli sforzi e le energie allo scopo di giungere ad una composizione giusta e duratura dei conflitti che hanno causato tante sofferenze. In unione con tutti gli uomini di buona volontà, supplico quanti sono investiti di responsabilità a non lasciare nulla di intentato per la ricerca di soluzioni eque alle complesse difficoltà, così che Israeliani e Palestinesi possano vivere in pace”...

E ha concluso: “Signor Presidente, Signor Primo Ministro, Signore e Signori, vi ringrazio nuovamente per la vostra accoglienza. Che la pace e la prosperità scendano in abbondanza su Israele. Dio benedica il suo popolo con la pace! Shalom!”.Radio Vaticana

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