Francesco come Maria e Marta
Molto spesso è più facile essere 'madri' che 'figli'
Il primo francescanesimo ha
conosciuto quella che è stata
definita un’alternanza tra eremo
e città, tra la vita solitaria e
la vita nel “mondo”. Senza alcuna
frattura, dunque. Almeno
agli inizi.
Possiamo parlare infatti di alternanza
e non di alternativa.
L’una non è preferibile all’altra
ed entrambe vivono nella
transitorietà e fraternità di ogni
giorno.
Una grande intuizione di Francesco
che volle scrivere una
regola appositamente per coloro
che scelgono di vivere negli
eremi. “Coloro che vogliono vivere
religiosamente nei romitori, siano
tre frati o al più quattro. Due di essi
facciano da madre e abbiano due
figli o almeno uno. I due che fanno
da madri, seguano la vita di Marta;
gli altri due quella di Maria”.
Anche Francesco evoca le due
figure evangeliche di Marta e
Maria, ma nelle parole di Francesco
Marta è madre e Maria
è figlia. Non sorprende questa
immagine alla quale Francesco
ricorre spesso nei suoi scritti e
che lui stesso vive, nella sollecitudine
attenta ed amorosa, con
i suoi frati. Non casualmente
infatti, il breve testo della regola
per i romitori si conclude con
un invito ad una osservanza attenta
e sollecita come solo una
madre potrebbe rivolgere ai
suoi figli: “I figli potranno recarsi
dalle loro madri e, quando piacerà,
potranno chiedere ad esse l’elemosina
per amore di Dio, così come dei
poverelli”.
Francesco si sofferma poco sul ruolo delle madri, limitandosi
a chiedere che custodiscano
i loro figli. È molto più attento
invece nel definire il ruolo dei
figli. Potrà sembrare un dettaglio
trascurabile, ma non lo è.
Forse lo abbiamo sperimentato
anche noi. Molto spesso è più
facile essere “madri” che “figli”,
essere Marta più che Maria.
L’essere figlio comporta il riconoscimento
della propria
dipendenza, della propria insufficienza.
Vivere da figlio è
vivere povero, è vivere questa
povertà.
Persino all’interno dell’eremo
si vive questa alternanza tra
Marta e Maria. “I figli poi assumano
talora l’ufficio delle madri,
come volta per volta parrà loro opportuno
disporre per alternarsi.”
Francesco seppe vivere pienamente
questa sintesi tra
preghiera ed azione e dalla
preghiera, dal silenzio e dalla
solitudine ritornare nuovamente
agli uomini, nell’unità
del servizio e della lode.
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