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Francesco come Maria e Marta

Milvia Bollati
Pubblicato il 30-11--0001

Molto spesso è più facile essere 'madri' che 'figli'

Il primo francescanesimo ha conosciuto quella che è stata definita un’alternanza tra eremo e città, tra la vita solitaria e la vita nel “mondo”. Senza alcuna frattura, dunque. Almeno agli inizi.
Possiamo parlare infatti di alternanza e non di alternativa. L’una non è preferibile all’altra ed entrambe vivono nella transitorietà e fraternità di ogni giorno.
Una grande intuizione di Francesco che volle scrivere una regola appositamente per coloro che scelgono di vivere negli eremi. “Coloro che vogliono vivere religiosamente nei romitori, siano tre frati o al più quattro. Due di essi facciano da madre e abbiano due figli o almeno uno. I due che fanno da madri, seguano la vita di Marta; gli altri due quella di Maria”.
Anche Francesco evoca le due figure evangeliche di Marta e Maria, ma nelle parole di Francesco Marta è madre e Maria è figlia. Non sorprende questa immagine alla quale Francesco ricorre spesso nei suoi scritti e che lui stesso vive, nella sollecitudine attenta ed amorosa, con i suoi frati. Non casualmente infatti, il breve testo della regola per i romitori si conclude con un invito ad una osservanza attenta e sollecita come solo una madre potrebbe rivolgere ai suoi figli: “I figli potranno recarsi dalle loro madri e, quando piacerà, potranno chiedere ad esse l’elemosina per amore di Dio, così come dei poverelli”.
Francesco si sofferma poco sul ruolo delle madri, limitandosi a chiedere che custodiscano i loro figli. È molto più attento invece nel definire il ruolo dei figli. Potrà sembrare un dettaglio trascurabile, ma non lo è. Forse lo abbiamo sperimentato anche noi. Molto spesso è più facile essere “madri” che “figli”, essere Marta più che Maria. L’essere figlio comporta il riconoscimento della propria dipendenza, della propria insufficienza. Vivere da figlio è vivere povero, è vivere questa povertà.
Persino all’interno dell’eremo si vive questa alternanza tra Marta e Maria. “I figli poi assumano talora l’ufficio delle madri, come volta per volta parrà loro opportuno disporre per alternarsi.”
Francesco seppe vivere pienamente questa sintesi tra preghiera ed azione e dalla preghiera, dal silenzio e dalla solitudine ritornare nuovamente agli uomini, nell’unità del servizio e della lode.

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