approfondimenti_francescani

Francescanesimo/L’autobiografia di Francesco di Franco Cardini

Franco Cardini
Pubblicato il 30-11--0001

Molti sono com’è noto i racconti relativi alla biografia di Francesco, le Vitae: a cominciare da quella che Tommaso da Celano redasse nel 1228, vale a dire all’indomani della sua canonizzazione, su richiesta di papa Gregorio IX. Nessuna di queste fonti è ovviamente obiettiva, nessuna è priva di un disegno e di uno scopo. Ciò è del tutto logico e gli storici di professione lo accettano in quanto ovvia parte delle regole del gioco. Ma come fare per entrare allora in contatto con il vero Francesco, senza mediazioni?


A parte la faccenda della tradizione testuale, che già da sola non è poca cosa, esiste un tipo di fonte che ci mette in immediato e veritiero contatto con il Povero d’Assisi: le sue “opere”, i suoi scritti, che non sono poi nemmeno tanto pochi. Francesco ha scritto infatti ben altro che il solo, e peraltro splendido, Cantico delle Creature. Le sue opere furono conosciute e divulgate per suo stesso, esplicito desiderio: e raccolte in codici i più famosi dei quali sono il 338 della Biblioteca Comunale di Assisi e il 225 della Biblioteca Guarnacci di Volterra. Nel 1623 il francescano Luke Wadding, irlandese, le pubblicò per la prima volta ad Anversa sotto il titolo di Beati Francisci Assisiatis Opuscula, riedite con nuovi criteri solo poco meno di tre secoli dopo, nel 1904. Da allora, sono state riedite varie volte: da tener presente, in particolare, gli Scritti di san Francesco. Nuova edizione critica e versione italiana, pubblicati a Padova nel 1982.


Si tratta di scritti d’occasione, che vengono ormai distinti in: Regole ed Esortazioni; Lettere; Lodi e Preghiere. Francesco non li redasse di suo pugno, bensì li fece scrivere a confratelli di cui si serviva come segretari; e talora si fece anche aiutare nella loro concezione. Va da sé che fonti per molti versi primarie sono le due Regole dell’Ordine, la “non bullata” del 1221 e la “bullata” del 1223. Tuttavia, ormai da tempo ci si è resi conto che il suo scritto più intenso e più interessante è il Testamentum.


Degli scritti del Santo ci si è serviti spesso per commentare e corroborare i vari racconti agiografici. Ma la norma corretta da seguire era, come ormai si è compreso, esattamente l’inversa: partire dai suoi scritti, e alla luce di essi valutare il grado e il livello della veridicità delle altre fonti.

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA