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Le preghiere che provengono dal cuore - Pier Ferdinando Casini

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Diceva il Mahatma Gandhi che tutte le preghiere che provengono dal cuore, “sono i più potenti mezzi d'azione”. Parole di un uomo, simbolo di pace del secolo scorso, di straordinaria profondità e verità. Ma vorrei aggiungere, se mi è concesso, con grande umiltà, che ci sono anche preghiere che rimangono per sempre nel cuore. La Preghiera semplice attribuita a San Francesco, almeno per me, è tra queste. Rappresenta un tuffo nell'infanzia, negli anni più belli e sereni. Gli anni in cui, a scuola o a catechismo, si imparava a memoria questo inno sublime alla pace, alla carità, all'impegno gratuito, alla Fede. E fin da subito, nonostante l'età ancora immatura, se ne percepiva il potere disarmante e smisurato della scelta incondizionata, dell'amore che squarcia ogni tenebra, della vita che può assumere molti significati, ma che correttamente vissuta, per chi ha il dono della Fede, ne ha davvero uno solo, l'unico realmente degno di essere perseguito: il significato della piena donazione di sé all'altro, al mondo, al Creato. Donazione totale e gratuita, che nulla chiede in cambio se non al prezzo di snaturarsi in interesse, commercio.

Nella consapevolezza che nulla, nessuna ricchezza, nessuna conquista terrena, d'altro canto, potrà mai essere paragonata alla beatitudine della Vita Eterna. La Preghiera semplice di San Francesco è tutto questo. E io credo che sia questa sua straordinaria pregnanza di significato, unita ad un'altrettanto straordinaria semplicità di linguaggio, a far entrare per sempre, nei cuori di coloro che la leggono o la ascoltano anche solo una volta, bambini o adulti che siano, il senso profondo del messaggio francescano.

Non stupisce che la Preghiera semplice sia stata una delle più amate da donne e uomini come Madre Teresa di Calcutta e come Giovanni Paolo II, che non a caso la scelse per chiudere il celebre discorso ai rappresentanti delle Chiese cristiane, delle comunità ecclesiali e delle religioni mondiali convenuti in Assisi, nella piazza inferiore della Basilica di San Francesco il 27 ottobre del 1986.

Essa riassume la scelta di vita del Santo di Assisi e ci interpella con i toni severi e rigorosi della dedizione assoluta alla parola evangelica, ma è in grado di trasmetterci anche insieme la luce del dialogo e della disposizione fiduciosa all'ascolto di chi è diverso da noi. Ci richiama a rinnovare idealmente, giorno dopo giorno, il gesto rivoluzionario compiuto da Francesco: il suo abbandono clamoroso delle ricchezze terrene e della vita secolare è un invito alto e forte a liberarci dalle futilità del quotidiano e a riscoprire le radici ideali che possono guidarci oltre le incertezze, i timori e le diffidenze che spesso ci attanagliano. La Preghiera semplice è, dunque, senz'altro, una preghiera senza tempo perché ne travalica i confini e parla agli uomini di tutte le epoche. Ma proprio per questo è anche la preghiera del nostro tempo, di una stagione cupa e di crisi, da cui non possiamo pensare di uscire isolandoci nell'egoismo e nell'individualismo. La via è e rimane, oggi più che mai, una sola: quella della fraternità, della fratellanza tra i popoli e della pace. Quella che ci indica, con la sua visione del mondo così fiduciosa e piena di speranza, il Santo di Assisi.

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