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Pakistan: Chiesa e società civile in piazza per il rispetto della quota riservata alle minoranze

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La Chiesa pakistana si unisce alla protesta lanciata il mese scorso da attivisti e rappresentanti della società civile, in difesa delle minoranze religiose in Pakistan cui non viene garantita la quota del 5% riservata per legge nei concorsi pubblici. "Questo è un omicidio di natura economica [...] e non siamo disposti a tollerarlo" sottolinea Lala Robin Daniel, presidente di National Minority Alliance of Pakistan (Nmap), fra i promotori dell'iniziativa. Ora è arrivato anche il sostegno della leadership cattolica di Faisalabad (nel Punjab), come emerge dall'intervento di p. Iftikhar Moon, nel corso di un incontro tenuto il 4 giugno scorso alla parrocchia del santo Rosario di Warispura: "Lottiamo al fianco dell'Nmap - ha affermato il sacerdote - per la protezione dei diritti delle minoranze e faremo sentire la nostra voce alle autorità competenti. Ci appelliamo al Primo Ministro del Punjab Shahbaz Sharif, perché prenda presto provvedimenti contro questo atto discriminatorio".

A scatenare la protesta, la decisione - bollata come "discriminatoria" - delle autorità di negare il 5% dei posti riservati per legge alle minoranze in un concorso pubblico per agenti di polizia a Faisalabad. Dalla città, il dissenso si sta allargando a tutta la provincia del Punjab, con i rappresentanti delle minoranze decisi a depositare un ricorso presso l'Alta Corte di Lahore. Per Lala Robin Daniel è un caso evidente di "discriminazione" e di "palese violazione della legge e della Costituzione del Pakistan [del 1973]".

A Faisalabad nel biennio 2013/14 è prevista l'assunzione di 730 persone; per legge 37 posti, uniti ad altri quattro riservati alle donne, devono andare a esponenti (uomini) delle minoranze religiose. Tuttavia, a fronte di 153 candidature presentate, sono state convocate solo 37 persone per i colloqui e di queste, alla fine, ne sono state scelte solo quattro. Una vicenda, sottolineano gli attivisti, che conferma come vengano "ignorati e massacrati in modo sistematico i diritti delle minoranze".

In risposta, dal mese di maggio i rappresentanti delle minoranze religiose hanno indetto manifestazioni di protesta e dimostrazioni di piazza (nella foto). A guidare l'iniziativa i membri della Nmap, cui si sono affiancate altre organizzazioni attiviste locali e internazionali, fra cui movimenti femminili. Il giorno 12 si è tenuta una conferenza stampa per denunciare la vicenda e chiedere l'applicazione della legge; il 25, davanti agli ufficio del Comando regionale di polizia di Faisalabad, gli attivisti hanno promosso una protesta di piazza, cui hanno aderito centinaia di persone fra cui esponenti di primo piano della comunità cristiana locale.

L'iniziativa lanciata da cristiani e società civile ha ottenuto un risultato parziale, con l'aumento da quattro a 11 posti riservati alle minoranze; tuttavia, per ottemperare alle disposizioni di legge vanno concessi ancora 30 posti e i leader della protesta non intendono recedere sino a che le loro richieste non verranno soddisfatte. Alla battaglia per i diritti, nel Punjab e in tutto il Pakistan, ha aderito anche la Chiesa di Faisalabad; appellandosi ai vertici istituzionali locali, p. Moon auspica "passi concreti" perché vengano assicurati "alle minoranze i 41 posti dedicati". Una speranza condivisa da Amina Zaman, direttrice di Agency for Sustainable Development (asdp), secondo cui è "patetico" che non venga concesso nemmeno il 5% dei posti e definisce la vicenda "vergognosa".

Con più di 180 milioni di abitanti (di cui il 97% professa l'islam), il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo ed è il secondo fra i Paesi musulmani dopo l'Indonesia. Circa l'80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono inoltre presenze di indù (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%).Asia News

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