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Bartolomeo con il Papa, Peres e Abu Mazen per invocare la pace

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, invitato da Papa Francesco a prendere parte domenica 8 giugno all'incontro per invocare la pace insieme con i presidenti israeliano e palestinese Shimon Peres e Abu Mazen, arriverà in Italia sabato e domenica mattina celebrerà la divina liturgia di Pentecoste nella chiesa di San Teodoro al Palatino, che la diocesi di Roma ha messo a disposizione della comunità greco-ortodossa. Poi, nel pomeriggio, Bartolomeo parteciperà all'incontro di preghiera e di invocazione per la pace.

La presenza del patriarca è un segnale importante e una conseguenza di quanto accaduto a Gerusalemme. Bartolomeo è appena rientrato a Istanbul dopo aver consacrato la nuova cattedrale ortodossa di Tirana dedicata alla Resurrezione di Cristo, e per accogliere l'invito di Francesco ha cancellato impegni da tempo in agenda per i prossimi giorni. Era stato il patriarca di Costantinopoli, durante il primo cordiale incontro con il nuovo Papa a Santa Marta, nel marzo 2013, a invitarlo a un incontro a Gerusalemme per commemorare lo storico abbraccio tra Paolo VI e Atenagora avvenuto cinquant'anni fa. Francesco aveva accolto l'invito. E tutti hanno potuto vedere quale sia stato il clima dell'incontro nella basilica al Santo Sepolcro e la testimonianza di quanto forte sia la tensione all'unità. Ora Bartolomeo accoglie l'invito del vescovo di Roma e insieme, Pietro e Andrea, pregheranno per la pace in Terra Santa.

La chiave di lettura per quanto accadrà domenica con la presenza di Bertolomeo è contenuta in questo passaggio dell'editoriale di Stefania Falasca pubblicato su «Avvenire» alla vigilia del viaggio papale in Terra Santa: «L’abbraccio ecumenico, non riguarda solo cattolici e ortodossi, anzi oltrepassa gli stessi cristiani, ebrei, musulmani. Perché l’ecumenismo non è fine a sé stesso. L’unità dei cristiani non è un "serrate le file" motivato da ragioni ideologiche o di egemonia mondana, è un dono di grazia implorato dallo stesso Gesù al Padre come segno di riscatto dal male, come riverbero visibile di redenzione e perciò ha come naturale orizzonte il destino dell’umanità, tutti gli uomini e tutte le donne del mondo. Perché "la Chiesa è, in Cristo, il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano" dice la "Lumen Gentium". Ed è più che mai vitale in questo lembo di terra da dove ha avuto inizio la storia della salvezza, sopraffatta dall’inimicizia, spezzata dallo scontro che continua a infiammare il Medio Oriente, lacerata dal conflitto israelo-palestinese, paradigmatico di tutti i conflitti che lacerano l’umanità».

Secondo quanto riporta il SIR l'incontro di domenica sarà caratterizzato da musica, preghiere, invocazioni di pace e richiesta di perdono. Con i protagonisti saranno presenti rabbini, esponenti musulmani e sacerdoti. La preghiera sarà scandita anche dalla musica, accettata da tutti, per favorire la meditazione sulle parole lette da esponenti di ogni religione. Ci saranno preghiere e invocazioni, letture sulla pace scritte da un ebreo, un musulmano e un cristiano. Previste anche due preghiere, una di Abu Mazen e una di Shimon Peres. Si chiederà perdono al Signore per il conflitto e si eleverà una richiesta di pace e un ringraziamento a Dio.(Vatican Insider)

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