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Viaggio in Terra Santa: 'breve e intenso' come Paolo VI

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il viaggio del Papa in Terra Santa (24-26 maggio) sarà "molto breve e molto intenso" come fu il viaggio di Paolo VI nel 1964. Lo ha detto il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che nel corso di un briefing ha spiegato così la mancanza di alcune tappe tipiche dei viaggi papali dal programma e ha sottolineato invece una serie di punti in comune tra i due viaggi di Bergoglio e Montini, a partire dalla durata di tre giorni.

Il primo a invitare il Papa in Giordania, Palestina e Israele, ha sottolineato il Gesuita, è stato il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, “che gli iniziò a parlare già all'inaugurazione del pontificato di un viaggio di commemorazione del 50esimo anniversario dell'incontro tra Paolo VI e il patriarca Atenagora" sempre in Terra Santa. Quattro, durante il viaggio, i momenti comuni di papa Francesco e del patriarca Bartolomeo: il primo incontro privato, che avviene la sera di domenica 25 nella delegazione apostolica a Gerusalemme (distinta dalla Nunziatura della Santa Sede che si trova a Tel Aviv), "stesso luogo, stessa stanza" in cui si incontrarono Papa Montini e il Patriarca ortodosso, ha detto Lombardi. Dopo il colloquio privato e lo scambio di doni, i due firmeranno una "dichiarazione congiunta". Successivamente il Papa e Bartolomeo si recheranno, separatamente, al Santo Sepolcro per un "incontro ecumenico", durante il quale commemoreranno la morte e risurrezione di Gesù e reciteranno insieme il Padre Nostro: "Una preghiera comune in un luogo santo di Gerusalemme, in particolare nel Santo Sepolcro, è qualcosa che non c'è stata mai", ha sottolineato il Portavoce vaticano, neppure Atenagora e Paolo VI ebbero un "momento pubblico di preghiera comune".

Bergoglio e Bartolomeo raggiungeranno poi a bordo della stessa auto - ed è il terzo appuntamento comune - il patriarcato latino di Gerusalemme, dove ceneranno con i patriarchi, i vescovi e il seguito papale. Quarto e ultimo incontro, il giorno dopo, lunedì, quando il Papa si accomiaterà dal "primus inter pares" dell'ortodossia facendogli visita nell’edificio antistante la chiesa ortodossa di Viri Galilaei sul Monte degli Ulivi. Nel corso del viaggio, l'agenda sarà molto serrata: quattordici discorsi, compreso il Regina Coeli della domenica, tre Stati, molti spostamenti interni, incontri con tutte le rispettive autorità. Il Papa parlerà sempre in italiano. Nel corso del viaggio, ha spiegato Lombardi, papa Francesco non userà "né papamobile, né auto blindata", ma si muoverà con "auto normale o jeep aperta". In particolare, due i momenti previsti per la jeep scoperta: per salutare i fedeli presenti alla Messa del sabato pomeriggio all`International Stadium ad Amman, in Giordania, e, la mattina dopo, domenica, prima della messa nella piazza della Mangiatoia a Bethlehem, in Palestina.

Proprio in ragione della intensità dell'agenda, non vi sono alcuni appuntamenti tipici dei viaggi papali. Non è previsto, per esempio, alcun incontro ufficiale con i rappresentanti delle altre religioni. Oltre al cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e ai tre cardinali responsabili delle Chiese orientali, Leonardo Sandri, dell'ecumenismo, Kurt Koch, del dialogo interreligioso, Jean-Louis Tauran, fanno però parte della delegazione papale Abraham Skorka, rettore del Seminario rabbinico latinoamericano, e l’islamico Omar Abboud, ex-segretario generale del Centro islamico dell'Argentina. Nessun discorso di commiato, poi, al momento di partire dagli aeroporti dei tre Paesi. Il Papa parlerà ai giornalisti presenti sul volo papale nel viaggio di ritorno, come fece sul volo da Rio de Janeiro a Roma l'estate scorsa? "Credo - ha risposto al briefing padre Lombardi - che possiamo aspettarci con una certa naturalezza che saluterà i giornalisti, se poi alla fine di tre giorni massacranti, alle 9 di sera, avrà la forza o il desiderio di avere una conversazione, sarà una prestazione quasi miracolosa… ma di certo non ci deluderà con la sua gentilezza e la sua attenzione".

Padre Lombardi ha riepilogato le tappe del viaggio. Tra le particolarità, papa Francesco non celebrerà nessuna messa all'aperto in Israele, bensì quella allo stadio di Amman, sabato 24, e quella nella piazza della Mangiatoia a Betlemme, domenica 25. In Israele, Jorge Mario Bergoglio celebrerà, lunedì 26, nella sala del Cenacolo. Nessuna messa pubblica a Gerusalemme (Benedetto XVI, per esempio, la celebrò, nel 2009 nella Josafat Valley) o in Galilea. Papa Francesco, ha spiegato il Portavoce vaticano alle domande emerse su questo punto, "ha inteso questo viaggio nella prospettiva della commemorazione del viaggio di Paolo VI. Anche quel viaggio durò tre giorni. Per questo ha rinunciato alla Galilea, dove si recarono invece Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e dove ci sono molti cristiani". Più in generale, "in tutti i viaggi del Papa ci sono moltissime richieste, ma non si può fare tutto".

Diverso dal passato anche la tappa, lunedì mattina, al monte Herzl, luogo che ricorda il fondatore del sionismo Theodor Herzl, dove il Papa deporrà dei fiori a differenza dei suoi predecessori "perché in passato – ha spiegato Lombardi – non faceva parte del cerimoniale". Ai giornalisti che domandavano se ci sia preoccupazione per gli atti di vandalismo contro i luoghi cristiani, Lombardi ha espresso la "condanna" della Santa Sede, condivisa da "tutti, comprese le autorità israeliane", ed ha aggiunto l'"auspicio che il viaggio si svolga in un clima sereno: non abbiamo motivo di dubitarne".(Vatican Insider)

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