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Ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede: attendiamo papa Francesco con grande emozione

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

Siamo molto felici che il 25 maggio Papa Francesco arriverà in Israele eche il nostro Paese sia stato prescelto come prima visita voluta personalmente da Papa Francesco (il viaggio dello scorso luglio in Brasile era stato già programmato da Benedetto XVI). In Israele c’è grande emozione per il suo arrivo e gli israeliani sono pronti ad accoglierlo a braccia aperte, senza distinzione di fede. È un evento storico in un momento in cui le relazioni tra ebrei e cattolici sono senza alcun dubbio le migliori da duemila anni.Siamo certi che questa visita le rafforzerà ulteriormente.

Papa Francesco, dopo Paolo VI nel 1964, Giovanni Paolo II nel 2000 e Benedetto XVI nel 2009, sarà il quarto Pontefice arecarsi in Israele,ed è indubbiamente la conferma di come l’attuale Pontefice intenda continuare il cammino di dialogo tra ebrei e cattolici. Personalmente ho avuto l’opportunità di incontrare Papa Francesco ed è stata una forte emozione,egli riesce a trasmettere un messaggio universale di modestia, umiltà, cura dei bisognosi, lotta per la pace e attenzione verso l’ambiente. Apprezziamo la grande importanza che riserva al dialogo inter-religioso. Questa visita ha un valore storico econtribuirà a dare ulteriore impulso alle relazioni tra Israele e Santa Sede, e tra ebrei e cattolici.

Papa Francesco è una persona di grande spiritualità e carisma e siamo tutti molto curiosi di seguirlo in questo viaggio. Egli è vicino al popolo ebraico e noi stimiamo molto la sua amicizia e il suo impegno nella lotta contro l’antisemitismo, ci piace sempre ricordare le sue parole del 24 aprile 2013 quando nel corso dell’udienza in Vaticano ha affermato che “Chi è cristiano non può essere antisemita”.Ammiriamo anche la sua posizione ferma ed esplicita contro la violenza e ogni forma di terrorismo in nome della religione.

Le relazioni traIsraele e la Santa Sedelegate da un doppio filo, quello politico e quello religioso, edoggi i rapporti sono buoni e basati sulla reciproca fiducia. L’imminente viaggio papale acquisisce grande rilevanza anche perché il 2014 è un anno emblematico,visto che ricorre il ventesimo anniversario della firma dell’Accordo Fondamentale che ha ufficialmente stabilito i rapporti diplomatici tra Israele e Santa Sede. Lo spirito di grande positività che accompagna questo evento si riflette ovviamente anche sulla vita della comunità cristiana in Israele. Si tratta di una realtà florida composta da circa 156.000 cristiani, che rappresentano circa il 2,1% della popolazione israeliana,essaè in continua crescita, si contano infatti circa 2000 persone in più all’anno. In Israele la libertà religiosa e di culto è uno dei principi fondamentali della nostra democrazia ed è garantita nella Dichiarazione di Indipendenza, dunque, tutti i cristiani hanno piena libertà sia nelle pratiche religiose siadi accesso ai luoghi di culto; lo Stato d’Israele riconosce loro ufficialmente tutte le festività e i diritti di celebrare cerimonie e sacramenti.

Condividiamo senza alcun dubbio l’appello alla pace di Papa Francesco, la pace con i nostri vicini, e soprattutto con i palestinesi, è un nostro grande desiderio. In passato, Israele ha fatto grandi compromessi per questo obiettivo ed è pronto a farne ancora in futuro. Questi sono giorni cruciali per il processo di pace, ci auguriamo di cuore di poter raggiungere un accordo per una pacifica coesistenza: due Stati per due popoli,Israele, patria del popolo ebraico, e il futuro stato palestinese come patria del popolo palestinese, inclusi tutti i profughi. Siamo certi che in questo percorso anche le parole di Papa Francesco a favore della pace saranno importanti.

Ci auguriamo che i cristiani da ogni parte del mondo vogliano seguire le orme papali e visitare Israele: un luogo unico dove vivere una esperienza intima di grande profondità religiosa e spirituale. Oltre alla possibilità di visitare luoghi di preghiera millenari, c’è anche un altro Israele che merita di essere conosciuto e scoperto: l’Israele moderno, attivo, vitale e vibrante.

Zion Evrony, Ambasciatore d'Israele presso la Santa Sede

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