cronaca

Verona caccia i poveri dal centro

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La crisi c’è, è una brutta bestia, sbatte la gente in strada, la depreda. L’importante, però, è che non si veda. Relegata agli angoli, in periferia. Come polvere da buttare sotto il tappeto quando arrivano ospiti, Verona attende i turisti per la grande riapertura del Palazzo della Ragione e il sindaco Flavio Tosi spazza via quel segno del disagio: da ieri e fino al 31 ottobre sarà vietata la distribuzione di cibo e bevande nelle aree del centro storico. Un’ordinanza anti bivacchi, con multe previste da 25 a 500 euro che si rivolge in primis a quelle «associazioni caritatevoli e quei privati» che offrono cibo e bevande favorendo assembramenti poco graditi all’estetica. Quasi a voler anticipare le possibili polemiche, il sindaco sottolinea: «Non è una misura contro i poveri visto che il Comune ha predisposto da tempo locali adeguati per la somministrazione dignitosa dei pasti. Anche la Ronda della Carità ha trasferito la propria attività fuori dal centro, in lungargine Rubele».

Ma è proprio la Ronda della Carità a essere rimasta più stupita dall’ordinanza. «Il provvedimento di divieto è caduto come un fulmine a ciel sereno, non ce lo aspettavamo» dice Marco Tezza, presidente dell’associazione caritatevole. Tezza ha chiesto un incontro al più presto con il sindaco. «Senza polemica» sottolinea. Ma per capire. Anche perché, spiega: «Tutti gli anni a fine maggio, in occasione delle Opere all’Arena, ci spostiamo dalle piazze del centro storico al lungargine Rubele e invitiamo i nostri ospiti a venire lì. Quest’anno siamo stati invitati a farlo in anticipo, per una mostra importante a Palazzo della Ragione e così abbiamo fatto».

Ma quegli «accampamenti improvvisati», con cumuli di materassi, bottiglie, avanzi di cibo al sindaco non piacciono. Una miseria stanziale che rovina zone come piazza Viviani, piazza Indipendenza, piazza dei Signori, il cortile del Mercato Vecchio e il cortile del Tribunale. Zone sottoposte a vincolo monumentale e paesaggistico - ricorda il sindaco - e che invece sono ormai ricettacolo di «sporcizia e crescente pericolo igienico-sanitario dovuto ai bisogni fisiologici di coloro che bivaccano nelle ore serali e notturne».

Di più. Alcuni di quei senza fissa dimora sono «note alle forze dell’ordine e colpite da provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale». La povertà incriminata. Quella polvere da mettere sotto il tappeto. (La Stampa)

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