cronaca

Ucciso da un pugno in strada un'agonia di 24 ore per un bengalese

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Sembra stringersi il cerchio intorno all’aggressore del cameriere bengalese morto ieri nel centro di Pisa, dopo oltre 24 ore di agonia, per il pugno ricevuto all’improvviso e senza apparenti motivi da un giovane. È quanto si apprende da ambienti investigativi. Sull’omicidio indaga la polizia.
La squadra mobile ha già sentito numerosi testimoni che hanno aiutato a ricostruire la dinamica dei fatti, probabilmente, al di là delle immagini riprese dalla telecamera di video sorveglianza urbana che si trova proprio di fronte al luogo dove è stato colpito Zakir Hoassin, 34 anni.

«Invito gli amici dell’aggressore a farsi avanti e a venire in questura a chiarire la loro posizione. Diversamente rischiano di rispondere del reato di concorso in omicidio». Ha detto il questore di Pisa Gianfranco Bernabei . «Noi continuiamo intanto le nostre indagini - ha aggiunto - e siamo fortemente determinati a raggiungere al più presto risultati positivi per il nostro lavoro».

Secondo quanto si è appreso, l’aggressore è un giovane probabilmente italiano di corporatura piuttosto robusta, palestrato e che indossava un giubbotto. Dalla ripresa della videocamera, si apprende da fonti investigative, l’uomo aveva un atteggiamento particolarmente spavaldo mentre la vittima resta passiva e cerca di evitare qualunque provocazione prima del pugno fatale.

Oggi saracinesche abbassate e tanti cartelli di solidarietà appesi alle vetrine delle attività commerciali di via San Bernardo e piazza Gambacorti, a Pisa più conosciuta come piazza della Pera, per testimoniare vicinanza a Zakir Hoassin, che in patria lascia una moglie e tre figli, e a tutta la comunità bengalese.
Ieri sera in piazza della Pera, a pochi passi dal luogo dell’aggressione, la comunità bengalese si è riunita per una manifestazione spontanea chiedendo verità e giustizia e annunciando un corteo per venerdì quando a Pisa, dove vivono circa 1.500 bengalesi, è atteso anche l’ambasciatore del Bangladesh.

A Comune e Regione Toscana è stato chiesto di farsi carico delle spese per il viaggio in Italia dei familiari di Hoassin, che era a Pisa dal 2009 e che da due anni lavorava presso il ristorante indiano Tandoori dal quale era appena uscito quando è stato aggredito. Nel punto dove ha sbattuto la testa una mano anonima ha lasciato ieri sera una rosa bianca. La Stampa

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