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Continua l’offensiva di Kiev Putin alla Merkel: 'Sarà guerra civile'

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La controffensiva lanciata da Kiev contro i filorussi dell’Est Ucraina continua. I giornali locali riferiscono che blindati sono comparsi nelle strade di Kramatorsk, nella regione orientale ucraina di Donetsk. Ieri si sono registrati quattro morti. Mosca critica con forza il blitz giustificato invece dall’America e ormai l’Ucraina sembra precipitare verso la guerra civile. Intanto il capo della diplomazia russa Lavrov ha confermato che l’incontro di domani a Ginevra tra Usa, Russia, Ue e Ucraina resta in agenda, ma ha ammonito che qualsiasi uso della forza contro i filorussi deve cessare. TELEFONATA A MERKEL
È questo anche l’avvertimento lanciato dal presidente russo Vladimir Putin nel corso di una conversazione telefonica con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Come riporta la Bbc, l’«operazione anti terrorismo» da parte delle truppe ucraine nell’est del Paese, avvenuto ieri, è stata definita dal leader russo una «netta escalation» della crisi. Entrambi i leader - ha affermato il Cremlino nel riferire della telefonata - hanno «enfatizzato l’importanza» dei previsti colloqui di domani tra i rappresentanti di Usa, Ue, Russia e Ucraina. Il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov ha confermato che l’incontro di domani a Ginevra resta in agenda ma ha ammonito che qualsiasi uso della forza contro i filorussi deve cessare.

L’ESCALATION
Il mondo trattiene il fiato di fronte al blitz lanciato ieri da Kiev nell’est russofono del Paese. Un blitz che Mosca condanna e che Washington invece nella sostanza giustifica, pur ammettendo - per bocca del portavoce della Casa Bianca - che la situazione si va facendo di ora in ora più «pericolosa». La crisi ucraina vive in queste ore un’accelerazione molto temuta, forse inevitabile: incalzata dai nazionalisti di Maidan, che chiedevano risposte forti, Kiev ha deciso di far scattare quella che viene sbandierata come «operazione antiterrorismo», usando l’esercito contro gli insorti filorussi che hanno occupato vari palazzi del potere in una decina di città nell’est del Paese. Secondo i media russi, l’attacco ha lasciato sul terreno dai quattro agli 11 morti, oltre ad alcuni feriti: sarebbero tutti fra gli animatori della protesta.n «I progetti della Russia sono stati e restano brutali. Vogliono prendersi non solo il Donbass (il bacino del Don), ma tutto l’est e il sud dell’Ucraina dalla regione di Kharkiv a quella di Odessa», ha tuonato il presidente ad interim Oleksandr Turcinov annunciando l’attacco a nord della regione di Donetsk. Le colonne di truppe e tank ieri si sono dirette verso Slaviansk, diventato il simbolo della rivolta, ma il primo scontro è avvenuto 20 km prima, a Kramatorsk, dove le forze di Kiev sono riuscite a riprender possesso dell’aeroporto militare.

LO SCONTRO ARMATO
Poco chiare le circostanze del blitz, nel quale secondo alcune fonti sarebbero stati usati pure alcuni caccia. Successivamente rinforzi ucraini sono sbarcati con elicotteri. I filorussi hanno diffuso notizie dell’arrivo dell’ esercito ucraino anche a Slaviansk, preparandosi a resistere, ma al momento non ci sono altri riscontri. Ci sono comunque testimonianze sull’avvicinamento di una colonna militare ucraina con alcune decine di blindati e carri armati, mentre Kiev ha confermato l’invio «al fronte» di un primo battaglione della Guardia nazionale, costituito di volontari delle forze di autodifesa del Maidan. Mosca si è detta «profondamente preoccupata» dalle notizie sulle vittime. Prima degli scontri, il capo della diplomazia russa Serghiei Lavrov aveva ammonito che l’uso della forza nell’est ucraino avrebbe annullato la riunione prevista dopodomani a Ginevra tra Usa, Russia, Ucraina e Ue: «non si possono inviare i carri armati nello stesso tempo tenere un dialogo». E Putin ha incalzato l’Onu chiedendo una chiara condanna delle azioni di Kiev. In quello che ormai è un dialogo tra sordi, l’Occidente rivolge a Mosca la stessa accusa di soffiare sul fuoco, sostenendo che i suoi 40 mila soldati al confine sono una pistola puntata alla testa e accusandola della regia di quanto succede nell’est ucraino. Come proverebbe, a prenderla per buona, una intercettazione telefonica diffusa dai servizi segreti ucraini con una serie di conversazioni illuminanti tra “sparatori” e superiori a Mosca. Ma il Cremlino continua a negare di avere militari o 007 sul terreno ucraino. Il timore però è quello di una nuova ondata di sanzioni, questa volta economiche, che la Russia cerca di esorcizzare.

IN CRIMEA COMMISSIONE ANTI-TERRORISMO
Sullo sfondo dell’operazione lanciata da Kiev nel sudest dell’Ucraina, in Crimea è stata istituita una Commissione anti-terrorismo, in collegamento con i servizi segreti russi. Come riportato su Facebook dal Consiglio dei ministri di Crimea, il relativo decreto è stato firmato ieri dal governatore ad interim, Serghei Aksenov. La Commissione - si spiega - è stata istituita «nell’ambito del sistema nazionale di prevenzione e repressione delle minacce terroristiche sul territorio della Russia». La penisola ucraina, affacciata sul Mar Nero, ha scelto l’annessione a Mosca nel referendum del 16 marzo, non riconosciuto però dalla comunità internazionale. Il decreto è uno dei primi a essere firmato da Aksenov in qualità di capo ad interim della Crimea; carica assegnatagli dal presidente Vladimir Putin, in attesa delle elezioni di metà settembre.
I media ucraini, come il giornale “Segodnia” (Oggi), fanno notare che la nuova Commissione nasce poco dopo il lancio dell’operazione «anti-terrorismo» voluta dal governo provvisorio ucraino contro i filorussi delle regioni orientali. Poco dopo la formalizzazione della Crimea come nuovo soggetto della Federazione russa, il mese scorso, il capo dei servizi segreti (Fsb), Alexandr Bortnikov, aveva annunciato la creazione di unità locali in Crimea, in collegamento con il lavoro del Comitato nazionale anti-terrorismo.La Stampa

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