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Il caso Ucraina sul tavolo dell’Onu È braccio di ferro Russia-Occidente

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Ennesimo durissimo braccio di ferro tra Russia e Occidente sulla situazione in Ucraina. Nel corso della riunione di emergenza svoltasi in serata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a New York, il vice segretario generale Onu per gli affari politici, Oscar Fernandez Taranco, ha affermato che la situazione nel Paese «è più esplosiva che mai», sottolineando che la Russia fronteggia il rischio di un allargamento della crisi nell’ex repubblica sovietica.

Mentre a Sloviansk, nella zona orientale dello Stato, le truppe di Kiev fronteggiano i filorussi, l’ambasciatore britannico, Mark Lyall Grant, ha spiegato che immagini satellitari mostrano la presenza di 35.000-40.000 soldati russi alla frontiera con l’Ucraina.

«I media russi stanno diffondendo notizie da fiction, dobbiamo tornare a focalizzarci sui fatti - ha detto l’ambasciatrice americana, Samantha Power -. Siamo bombardati dalla propaganda mentre il popolo ucraino si confronta con la violenza». Power ha poi precisato come gli Stati Uniti sostengano «il principio fondamentale che il futuro dell’Ucraina deve essere determinato dal suo popolo». Gli Usa sono ancora disposti di discutere su come ridimensionare la situazione, ma nell’est del Paese, ha chiosato la delegata, «non ci sono manifestanti, ma soldati professionisti ben organizzati».

Immediata la replica dell’ambasciatore di Mosca, Vitaly Churkin, il quale ha sottolineato che «ci sono cittadini di origine russa in pericolo in Ucraina per il rischio di ritorsioni nei loro confronti, e pertanto è necessario garantire la loro tutela». Churkin ha poi avvertito che «in poche ore la situazione potrebbe volgere al peggio». «Nell’est dell’Ucraina non ci sono gruppi di manifestanti pacifici, come la Russia sta cercando di far credere, ma ci sono gruppi di terroristi», ha invece affermato l’ambasciatore Yuriy Sergeyev, rappresentante permanente di Kiev al Palazzo di Vetro. «Nell’area orientale del Paese vengono applicate le stesse tecniche che sono state usate in Crimea, ma non lasceremo che si ripeta lo stesso scenario», ha continuato, reiterando la parola terrorismo in relazione alle operazioni ordinate da Mosca.

La Cina conferma invece il suo orientamento neutralista sulla crisi ucraina: il delegato di Pechino, nel corso della riunione, ha infatti in un brevissimo intervento sottolineato che il suo Paese è «profondamente preoccupato per la situazione in corso, e rinnova l’invito a trovare una soluzione alla crisi attraverso i canali diplomatici e del negoziato». (La Stampa)

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