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Siria, ucciso padre olandese, l’ultimo missionario di Homs

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Un prete olandese molto noto è stato ucciso da uomini armati a Homs, città sotto assedio nel centro della Siria. Lo riferiscono un prete siriano e un gruppo di attivisti.

Uomini mascherati
La vittima è padre Francis Van Der Lugt, 72 anni, che viveva in Siria dal 1964. Nei tre anni di guerra civile in Siria il religioso si era più volte rifiutato di lasciare il quartiere di Bustan al-Diwan a Homs, roccaforte dei ribelli assediata da circa un anno dalle forze del presidente siriano Bashar Assad, dicendo che non sarebbe andato via dalla città fin quando sarebbero rimasti ancora cristiani nelle zone bloccate. Stando a quanto riportano il sacerdote siriano Assad Nayyef, che vive a Homs, e l’Osservatorio siriano per i diritti umani, il prete olandese è stato aggredito da uomini armati e mascherati all’interno di un monastero di Bustan al-Diwan ed è morto all’istante. Secondo diverse fonti di Homs, padre Frans, così com’era conosciuto dai locali, è stato raggiunto mortalmente da un colpo di arma da fuoco. L’anziano gesuita aveva 75 anni e da oltre trent’anni viveva in Siria.

L’appello su YouTube
Tre mesi fa aveva lanciato un disperato appello, tramite Youtube, perché venisse messa in salvo la popolazione di Homs ridotta alla fame dall’assedio. «Insieme ai musulmani viviamo in una situazione difficile e dolorosa e soffriamo di tanti problemi. Il maggior di questi è la fame», affermava padre Frans. «La gente non trova da mangiare. Niente è più doloroso che vedere le madri per strada in cerca di cibo per i loro figli». «Non accetto che moriamo di fame. Non accetto che anneghiamo nel mare della fame, facendoci travolgere dalle onde della morte», continuava l’anziano gesuita che concludeva «Noi amiamo la vita, vogliamo vivere. E non vogliamo sprofondare in un mare di dolore e sofferenza». Tra la fine di gennaio e i primi di febbraio scorsi, circa 1.400 persone sono state evacuate dalla città vecchia di Homs in base a un accordo raggiunto tra l’Onu e il regime siriano. Ma le condizioni umanitarie per i civili nella martoriata città rimangono drammatiche.

Qualche giorno fa erano state liberate le suore prese in ostaggio a Maalula, rapite dai combattenti jihadisti di Al Nusra. Non si hanno invece ancora notizie di Padre Dall’Olio rapito nel luglio del 2013 probabilmente dai qaedisti di Isis (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante).(Corriere)

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