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L'edicola di San Francesco, quello che i giornali dicono di Lui

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

L'EDICOLA DI OGGI 19 MARZO 2014

La Repubblica - La satira e San Francesco
INCREDIBILE ma vero, in un momento storico in cui in Italia non esistono più giornali di satira politica - ad eccezione, parzialmente del Vernacoliere - a Firenze apre una mostra di vignette "educatamente" anticlericali (Teatro Puccini da venerdì al 31 marzo. Inaugurazione venerdì alle 20.30, info 055/362067210804). È Sacrosante risate, mostra di vignette di satira religiosa a cura dell'Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti) curata e presentata da Sergio Staino, il quale promette: «C'è il meglio della satira italiana, da Altan a Vauro, da Ellekappa a Bucchi, da Disegni a Makkox: sono 14 disegnatoria tu per tu con i personaggi del Vaticano». Tempi duri peri i vignettisti? È difficile fare satira anticlericale con un Papa popolare ed amato come Francesco? «Papa Francesco ha creato una situazione nuova: lui ama così tanto il riso che sono convinto si diverta a leggere le nostre vignette. E' molto più facile fare satira sull'ipocrisia dei politici. Francesco aiuta i migliori a venire fuori, lui rappresenta la parte positiva della Chiesa. Apprezzo il suo impegno per i diritti civili: questo Papa significa il ritorno alla Chiesa delle origini, ai valori di San Francesco. Le vignette su di lui devono essere un tramite per aiutare la parte positiva della

Avvenire - La gioia ci fa entrare nel vangelo
È la strada per ritrovare una piena unità, la gioia di una comunità, lo spirito della celebrazione. Si tratta di quella celebrazione quotidiana della Resurrezione che è la vocazione stessa della Chiesa». Quali passaggi dell'esortazione ha maggiormente sentito in risonanza con quanto viene 19/03/2014 Avvenire - Ed. nazionale Pag. 15 (diffusione:105812, tiratura:151233) La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato fatto qui all'Arca? Tutta la parte dedicata all'integrazione del povero, che richiama l'auspicio, lanciato all'inizio del pontificato, di una Chiesa povera con i poveri, ricordando pure il senso profondo della scelta di prendere il nome Francesco. San Francesco è anche un simbolo di unità e in proposito, nell'esortazione, mi sembrano molto importanti i passaggi dedicati all'ecumenismo e al dialogo interreligioso. È un punto centrale anche per l'Arca. In tutta l'esortazione, s'insiste sull'importanza dell'unità. Nella Chiesa, innanzitutto. Ma pure la ricerca dell'unità fra le Chiese e le religioni. L'esortazione apostolica sottolinea che la vita viene sempre prima delle idee. Le sembra un aspetto importante? È un punto che può sembrare ad alcuni evidente, ma che invece merita di essere ricordato con forza, come ha fatto il Papa. Tutto il Vangelo di Giovanni ci parla della vita. Gesù è venuto per la vita e coloro che adottano Gesù hanno la vita. Concretamente, ciò ci ricorda pure che occorre sempre ascoltare gli altri prima di giudicarli. È un po' la scelta che abbiamo fatto all'Arca. Non ci troviamo al livello delle idee, ma restiamo di continuo immersi nella vita

Giornale dell'Umbri - Templari un caso aperto
in quei tempi così lontani, i protagonisti dell'intera vicenda: oltre al Gran Maestro dell'Ordine del Tempio, il pontefice Clemente V e il re di Francia Filippo IV, detto "il Bello". Capire i meccanismi che hanno contraddistinto questa vicenda, può essere d'aiuto, a nostro parere, per capire meglio il presente e quali potrebbero essere, nei prossimi decenni, gli scenari politici, economici, sociali e non ultimo il conseguente pensiero religioso che, inevitabilmente animeranno le coscienze dell'Uomo e della Donna dell'età Nuova. Infatti nell'en trare nel vivo della questione templare non è possibile trascurare quanto fu preconizzato da mirabili mistici e sapienti personaggi, come ad esempio Gioacchino da Fiore e Hildegarda von Bingen, mistica medievale. A tale proposito non rimane estraneo alla "questione templare" nemmeno Francesco di Assisi». San Francesco ha qualcosa a che fare con i Templari? «Francesco, o Giovanni di Bernardone, fu esso stesso armato cavaliere. Suo padre, Pietro Bernardone dei Moriconi, un ricchissimo commerciante conobbe e sposò Pica Bourlemont, di origine franco-provenzale, donna assai colta e musa ispiratrice di una elevata spiritualità per suo figlio Giovanni. Francesco, quale uomo storico del suo tempo, ha avuto un ruolo importante nelle decisioni, che animarono, quasi cento anno dopo, il pontefice Clemente V, nei confronti di una importante componente dei fedeli appartenenti "alla sua chiesa" ovvero i Templari. La questione è assai complessa, ma non meno affascinante, poiché riguarda non solo la nascita dell'Ordine del Tempio ma, a nostro avviso, anche la storia, essenzialmente e profondamente spirituale della Nostra amata terra umbra e, non di meno, dell'antichissima civiltà umbro-celtico-etrusca.

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