cultura

Elio Rizzo la sua opera pittorica incontra Francesco d'Assisi

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

dal Paradiso dantesco l’emanazione della vera luce che cambiò il mondo di Giuseppe Lorin

Un pittore risponde alle domande col pennello e le sue opere assumono il non trascurabile ruolo di visiva didascalia. Elio Rizzo, nelle parole discreto e timido, demanda alla sua arte il compito di rispondere alle domande dell’intervista pittorica che ha nel centro la figura e l’opera di San Francesco d’Assisi.

Prospettive immaginarie e senza misura, mai consumate dallo sguardo, dove concentrici vortici di luce offrono chiarori divini senza epoca e senza esatto luogo ed è lì che si riuniscono le empatie spirituali dell’essere toccato dalla grazia. “Nacque al mondo un sole…” (Par. XI,50) La descrizione interpretativa di una tavola del pittore Elio Rizzo ci “accompagna” ad osservare la prominenza topografica ed il profilo del monte Subasio dove sprezza rompendo la sua ripidezza, e proprio lì dove il pendio è più dolce, nacque nel 1182, un sole.

In questa tempera all’uovo su tavola, è in evidenza la spirale luminosa che si frantuma per dar vita all’immagine di Francesco d’Assisi, lì all’estrema dx in basso, ormai spoglio dei suoi ricchi abiti familiari sostituiti dal saio. Si osserva ancora nella tavola, in alto a dx, la quercia umbra simbolo di forza e fedeltà. Elio Rizzo, nato a Paola,in provincia di Cosenza,dal prof. Girolamo Rizzo, siciliano di Recalbuto in provincia di Enna, filosofo, cofondatore e direttorenel 1942della rivista di storia e filosofia “Ariele” che diede l’imprimatur ad Elio Filippo Accrocca, poeta e scrittore. La mamma, Maria Vincenza Ortu, insegnante di educazione artistica, spronò Elio Rizzo all’arte pittorica insegnandogli le tecniche basilari della composizione mista delle terre per dipingere e l’uso “improprio” dell’uovo nella pittura.Elio Rizzo, incontrò Empiria Inverni Sbicca, nella sezione di ceramica dello stesso Istituto d’Arte Conte Verde a Roma dove lui si è formato sotto la guida di Leonardo Leoncillo. Elio ed Empiria si sposarono il 31 gennaio 1971. Elio Rizzo è romano di adozione dal 1960, guidato da Pericle Fazzini, apprezzato da Antonello Trombadori, criticato e recensito da Guido Giuffrè è stato un grande amico di Edolo Masci, capo scuola dell’avanguardia pittorica romana; ha esposto dal 1971 al 2012 nelle città di Roma, Assisi, Trieste, Messina, Foggia, Caltagirone, Palermo e recentemente anche a Torino, Milano Malpensa Sala Club Freccia Alata di Alitalia, a Napoli nelle gallerie Spazio Arte e Il ramo d’oro, a Monforte D’Alba presso la Fondazione Bottari Lattes e nella galleria Ars Mundi.

“Di questa costa, là dov’ella frange più sua rattezza, nacque al mondo un sole, come fa questo talvolta di Gange.” (Par. XI, 49-51)Il viaggio in oriente di Francesco d’Assisi è rappresentato da architetture arabesche che man mano verso sinistra dell’acquerello si trasformano in un borgo umbro, gli Angeli dal cielo indicano la strada mentre il Gange scorre lento.Elio Rizzo è presente in vernissage collettivi dal 1963 al 2013 con mostre nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna e nel Palazzo delle Esposizioni di Roma, nella XX Biennale di Alatri, nello Studio “S” Arte Contemporanea di Roma, nella Galleria Gianicolo di Perugia, all’Accademia d’Egitto a Roma, nel Centro di arti Akhnaton del Cairo, al Premio Sulmona, nello Studio di Nisio a Pescara, nella Galleria La Meridiana a Recanati, all’Esposizione d’Arte Internazionale di Arles, Francia; Palma d’autore all’Orto Botanico di Palermo con la donazione per la costruzione del Museo della Palma; è presente al Museo Internazionale dell’Immagine Postale, nell’Atelier ad Alessandria d’Egitto; ha fatto donazione di acqueforti al “Museo di Grafica dal ‘600 ai nostri giorni” a Naro (Ag); le sue opere sono presenti presso la Pub-art (Pubblicità-arte) Argam di Roma. “La porta del piacer nessun diserra…” (Par. XI, 60) Perché ancora giovinetto fece guerra al padre per amor della povertà alla quale come alla morte nessuno apre volentieri la porta.

Francesco è come un cavaliere che aiuta e conforta delle ombre di uomini a non varcare la soglia della morte, ma ad aprire all’accoglienza e alla felicità della vita. La pittura con la tempera all’uovo su tavola o la delicatezza dell’acquerello o l’incisione a punta d’oro riportano immagini di natura o di uomini in dissolvenza nell’ambiente circostante ed è in questa armonia di colori tenui, di rarefazioni di immagini e di figure simbolo che l’umanità si sposa in una empatia totale fatta di puro spirito. “L’un fu tutto serafico in ardore…” (Par. XI, 37) Francesco è rappresentato come puro spirito nell’atto di accogliere a sé le povere genti. La luce del Subasio li avvolge tenuamente mentre in alto appare la cittadella. È di pochi mesi fa l’esposizione delle opere di Elio Rizzo a Dublino nel Salone dell’Istituto Italiano di Cultura; Galleria Il Tempo Ritrovato, “Noi Robinson” Roma; Fondazione Boldini, Mogliano Veneto; Galleria Studio S, Roma, “Dalla Dolce vita alla Vie en Rose”; Galleria Il tempo Ritrovato, Roma, “La Cortesia”; Galleria Don Chisciotte, Roma, “Dodici passi sulle orme di Caravaggio”; Donazione di un’opera al Parco della Scultura di Mogliano Veneto Fondazione Boldini; Donazione di un’opera al Parco della Scultura di Bevagna.

Nella sua pittura raffinata Elio Rizzo ha sperimentato ogni sorta di tecnica, arricchendo il bagaglio culturale dell'umanità ed ancora sperimenta nuove soluzioni comunicative. “Onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole…” (Par. XI, 46-47) In basso a sinistra l’ulivo secolare. Il cavaliere che invita a sé le genti per condurle alla terra madre è San Francesco con le braccia larghe nel grande abbraccio. Tra i meriti maggiori di Elio Rizzo sta il fatto di saper inventare sempre sfide innovative alla ricerca di soluzioni di luce e colore. Elio Rizzo è conosciuto ed apprezzato sia nel vecchio che nel nuovo continente. A Monforte d’Alba “Il giro del mondo in 80 giorni”è l’evento di maggio 2013 organizzato dalla Fondazione BottariLattes in occasione dei 140 anni dell’omonimo romanzo di Jules Verne, pubblicato per la prima volta nel maggio del1873. Le pitture di Elio Rizzo, presentate da Giuseppe Neri con inconfutabile maestria,illustrano tutto il percorso delgiro del mondoe a Monforte d’Albasaranno in visione per tutto il tempo del prestigioso evento. “La provedenza, che governa il mondo…” (Par. XI, 28)

Nella tempera all’uovo su tavola d’ulivo si nota nelle trasparenze tipiche del pittore la nascita dalle acque limpide, dolci e umili dell’albero della provvidenza mentre il cielo è messaggero ed incitatore di saggezza per il mondo intero. “Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa d’alto monte pende…” (Par. XI, 43-45) Questa tempera è una perifrasi per indicare il fiume Chiasco che sopra Gubbio dove il beato Ubaldo Baldassini, poi Vescovo di Gubbio, si ritirò a vita eremitica. Al centro della tempera, in basso tra il canneto, si nota l’eremita seduto in meditazione circondato dalla vegetazione fluviale e dalle dolci acque nel mormorio delle piccole cascate. Elio Rizzo dice quel che ha da dire col pennello, non con la penna! “Nacque al mondo un sole…” (Par. XI, 50) – opera seconda, acquerello, di Elio Rizzo

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