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Il Fatto Quotidiano: I frati che aspettano l'arrivo di Francesco I di Francesca Reguitti

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Ci vorrebbe un saio pontificio", suggerisce severa una giovane donna davanti all'ingresso della basilica di Assisi, culla del francescanesimo. Poco più tardi padre Enzo Fortunato risponde con prudenza: "Un pontefice francescano sarebbe umanamente auspicabile tuttavia, come ebbe a dire un giorno il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi, un Papa non lo facciamo noi, ma lo si fa dal tetto in su". Parole che laicamente fanno pensare come anche per il successore di Pietro le trame rispecchino quelle del potere umano, ma il frate prosegue: "Tutto avviene nel cuore delle persone che si rendono docili all'azione dello Spirito Santo che dispone, riuscendo a sorprenderci". La basilica papale umbra custodita dall'ordine dei Frati minori conventuali appare distante dalla Chiesa del potere, delle casse, del governo, delle congiure e presunti complotti. Dal divano della minuscola redazione del mensile San Francesco patrono d'I ta l i a , composta da 9 giovani, il direttore padre Enzo Fortunato centellina le parole. È convinto che non sarà un conclave lungo, ma crede che potrebbe terminare con la nomina di un uomo colto, un Papa "mediano" tra la corrente conservatrice e quella più riformista. Poi l'augurio: "Che sia nel segno del magistero limpidissimo di Benedetto XVI". Il religioso francescano ammette che non c'è più tempo: "Il ministero deve essere al servizio dell'umanità perché le istanze del mondo contemporaneo impongono fedeltà assoluta e non negoziabile rispetto ai principi della Santa Chiesa". E ancora "in questo tempo tutti noi siamo messi alle strette, costretti a dare il meglio". Cosa pensa degli scandali emersi durante il pontificato di Benedetto XVI? "Bisogna sempre fare la tara di quanto viene pubblicato. È evidente che certi sistemi devono essere scardinati e la Chiesa è obbligata ad affrontare le sfide del relativismo e del fondamentalismo". Francesco ci ha insegnato: "I frati non giudichino coloro che indossano abiti colorati e si nutrono di cibi delicati. Ciascuno giudichi e condanni se stesso". Nel prossimo conclave solo un uomo indosserà il saio simbolo di una Chiesa al servizio più che servita; il cappuccino Sean O'M a l l ey . Per i boo k m a ke rs , è tra i papabili ma non il favorito. Nella storia dei Papi alcuni pontefici francescani ci sono stati, nessuno mai con il nome di Francesco. Padre Mauro Gambetti invece è il nuovo custode del sacro convento di Assisi e ha soli 48 anni. I frati sono 70 provenienti da 18 diverse nazioni e vivono nel complesso monumentale secondo la Regola francescana "bollata" del 1223. Danno del "tu" con la stessa autenticità con la quale sorridono a chi viene ospitato nella loro casa. Nell'omelia della messa il celebrante cita Martin Luther King: "Abbiamo conquistato il cielo come gli uccelli, le acque come i pesci ma non abbiamo ancora imparato a camminare sulla terra come fratelli". I banchi sono colmi di persone che terminata la funzione scendono nella cripta in cui è custodito il corpo di san Francesco, il luogo più spoglio e povero d' arte di tutto il complesso. "È la lezione orante in un mondo razionale che ragiona su tutto" riflette padre Enzo ispirandosi alla pubblicazione dei testi degli esercizi spirituali di Papa Ratzinger condotti dal cardinal Gianfranco Ravasi serito nella terna del "Toto Papa" italiano tra Scola e B a g n a s co ) e di cui il francescano ha grande stima. Ma ad Assisi c'è anche l'attrazione per la fisionomia di un luogo che richiama le regole di "obbedienza e reverenza", ricordate dal pontefice nell'ultimo messaggio riferendosi al suo successore. "Ci sono tre Terre sante - prosegue padre Enzo -, a Gerusalemme il Cristianesimo è nato, a Roma viene annunciato e in Assisi testimoniato". Nella Basilica superiore un dipinto raffigura il sogno fatto da Papa Innocenzo III che vede la chiesa di San Giovanni in Laterano che sta crollando e un religioso piccolo e insignificante che la puntella con le sue spalle affinché non cada. Quell'uomo è San Francesco "i cui piedi in questa immagine sono ben fermi dentro la Chiesa e non fuori", puntualizza padre Enzo Fortunato. Un semplice saio papale irromperebbe con fragore nel fasto cromatico di taluni porporati, attaccati alle loro preziose vesti temporali.

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