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Si può guarire dall' omosessualità? da Assisi servizio choc de Le Iene

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

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“Si può guarire dall'omosessualità con la fede? Per alcune persone sì”. E' questo l'incipit di un seguitissimo servizio trasmesso dalle Iene che nella puntata andata in onda su Italia Uno domenica 10 febbraio mostra un “centro per la cura dell'omosessualità” il quale, secondo quanto segnalato si troverebbe a Santa Maria degli Angeli, frazione di Assisi.

L'inchiesta muove da una recente notizia, che ha suscitato molto clamore mediatico, relativa a un docente di religione il quale, durante la lezione, avrebbe detto ai suoi studenti: “Chi è gay dovrebbe farsi curare”. Parole che il docente ha poi smentito ma che hanno comunque stimolato la curiosità del team delle Iene il quale, dopo una breve indagine, ha scoperto che in Italia, dove la legge ancora non riconosce pari dignità e pari diritti alle coppie formate da individui dello stesso sesso, esistono addirittura dei centri dove l'omosessualità viene trattata come “malattia da cui guarire”.

Il servizio documenta l'attività svolta in uno di questi centri, dove un uomo che si definisce un “ex-gay” e sua moglie tengono un corso con la finalità di insegnare a decine di giovanissimi ragazzi e ragazze, gay e lesbiche, come “guarire” coniugando la “terapia riparativa” (ideata negli anni Cinquanta dallo psicologo Joseph Nicolosi il quale sosteneva che fosse possibile invertire l'orientamento sessuale) ad un fervido cammino di fede e devozione attraverso cui “riparare” la propria “sessualità danneggiata”.

Il corso è ospitato, come dice il servizio, da un “convento messo a disposizione dalle suore francescane” di cui non viene specificata l'ubicazione. Alcuni attenti spettatori assisani, però, avrebbero riconosciuto nella facciata del convento (che appare in un fotogramma durante il servizio) una struttura religiosa situata a Santa Maria degli Angeli.

Un dettaglio dal quale si è originato, sul web e in particolare su Facebook, il tam tam di molti internauti assisani, in particolare giovani, che all'indomani della messa in onda del servizio si sono accorti che si trattava di Assisi

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