fede

Da Madre Teresa a Patti Smith, la Preghiera Semplice di san Francesco compie 100 anni

Roberto Pacilio
Pubblicato il 30-11--0001

Da Madre Teresa di Calcutta a Patti Smith, da Giovanni Paolo II a Bill Clinton. Tutti citano i versi della Preghiera Semplice attribuita a San Francesco " O' Signore fa di me uno strumento della tua pace". Sono passati 100 anni dalla prima pubblicazione e il testo della preghiera è sempre attuale "dove è odio, fa ch'io porti l'amore. Dove è offesa ch'io porti il perdono. Dove è discordia, ch'io porti unione". Era il 1979 quando Madre Teresa nel suo discorso di accettazione del premio Nobel per la pace a Oslo spiega le ragioni di questa preghiera: "Sarebbe meraviglioso se recitassimo assieme la preghiera di san Francesco d'Assisi, una preghiera che non finisce di sorprendermi". Margaret Thatcher cita la preghiera il giorno della sua nomina a primo ministro e Patti Smith scrive una canzone Costantine's Dream nella quale recita la preghiera semplice proprio perchè "le sue parole esemplificano la sua filosofia". Mentre Bill Clinton la fece sua il 4 ottobre 1995 quando accolse Giovanni Paolo II a New York in occasione della visita all'assemblea generale dell'Onu.


"Oggi, a distanza di cento anni, crediamo - dichiara padre Enzo Fortunato, direttore della Rivista San Francesco - di poter dire che chiunque l'abbia scritta ha fatto una sintesi meravigliosa dello spirito, del carattere, della concretezza, della profezia e del modo di essere di Francesco. Per usare le parole della preghiera: 'Si è: Dando che si riceve. Perdonando che si è perdonati. Morendo che si risuscita a vita eterna'".


Era il dicembre del 1912, quando don Esther Auguste Bouquerel, direttore del periodico francese La Clochette, pubblicò per la prima volta il testo integrale di questa preghiera. Un anno dopo viene ripubblicata sul bollettino gli Annales de Notre-Dame de la Paix e il 20 gennaio del 1916 il quotidiano della Santa Sede, l'Osservatore Romano, la pubblica in prima pagina con un articolo esplicativo, probabilmente su richiesta di papa Benedetto XV o del cardinal Gasparri. La fa propria il giornale francese La Croix e sarà il frate cappuccino padre Étienne da Parigi a pubblicarla sul verso di un santino del Poverello con il titolo “Preghiera per la pace” e accostarla a san Francesco affermando che "riassume meravigliosamente la fisionomia esteriore del vero figlio di san Francesco e i tratti salienti del suo carattere".


Lo studio, pubblicato sulla Rivista San Francesco del Sacro Convento di Assisi e in anteprima sul sito sanfrancesco.org, che ha rivelato in esclusiva la storia della preghiera semplice, è stato commentato da personaggi di alto spessore, tra i quali: Enzo Bianchi, Priore di Bose che ritiene questa preghiera universale "perché esprime il desiderio del bene, della pace, della vita presente in ogni essere umano". Pier Ferdinando Casini per il quale rappresenta "un tuffo nell'infanzia, negli anni più belli e sereni. Gli anni in cui, a scuola o a catechismo, si imparava a memoria questo inno sublime alla pace, alla carità, all'impegno gratuito, alla Fede". Dario Fo, Premio Nobel per la letteratura che la commenta con una poesia: "Altissimo mio Signore, Dammi la forza di portare come dono ai miei fratelli questo tremendo peso che è la pace, seppellita fra le pietre dell'immenso dirupo". Cardinal Angelo Comastri che definisce Francesco d'Assisi "un uomo che ebbe il coraggio di fidarsi di Gesù e di vivere il Suo Vangelo sine glossa: senza alterazioni e senza attenuazioni. Avremo la forza di seguirlo?".

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