francescanesimo

AMBIENTE, SUI PASSI DEL CANTICO: ARTE, ACQUA, TERRA..

Redazione Roberto Pacilio
Pubblicato il 26-11-2018

Amare la terra è amare noi stessi: essere intelligenti, umili, riconoscere negli altri nostro fratello

La bellezza nel brutto
di Philippe Daverio
Giotto è il primo artista che rompe definitivamente l’equilibrio bizantino preesistente. Fino a questo momento l’estetica rappresentativa era quella di un mondo dove l’al di là era la perfezione di un equilibrio, in cui le rappresentazioni del Cristo crocifisso lo raffigurano perfettamente “a suo agio”, in cui il sangue che sgorga dalle mani sembra fatto di coriandoli. Da ora in poi si ha un Cristo in croce che soffre veramente. Il sentimento diventa prorompente, l’umanità comincia a soffrire, sentire e piangere, il mondo degli equilibri perfetti diventa un mondo della rottura radicale.

L’idea del bello ideale, legata al passato, viene del tutto abbandonata, si passa alla modernità, alla densità dell’esistere rispetto all’estetica perfetta dell’equilibrio: sono gli anni in cui viene inventato il brutto, perché il brutto rappresenta il vivere.

Con Giotto abbiamo le prime facce espressive, prima non ci sono mai state. Nella pittura si mettono in evidenza i denti che fanno capolino dalle bocche aperte mentre cantano, si ‘racconta’ il dolore e lo strazio di madri che piangono l’uccisione dei propri figli. Possiamo dire che nelle pitture giottesche di Assisi viene rappresentato il primo campionario del genere umano.

Rinnovabili, senza di loro futuro della terra a rischio
di Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club
Basta un dato per capire quanto sia cruciale intervenire per velocizzare il più possibile la transizione del settore energetico verso le fonti pulite e rinnovabili: l'anno scorso – denuncia la IEA (International Energy Agency) – le emissioni di CO2 provocate dalla produzione di energia sono cresciute di mezzo miliardo di tonnellate arrivando al picco storico di 32,5 Gigatonnellate. Un incremento pari all'immissione sulle strade mondiali di 170 milioni di nuove automobili. Nonostante gli impegni assunti nell'Accordo di Parigi, il mondo ancora stenta a invertire la rotta.

L'incremento di CO2 è legato all'aumento mondiale di energia, ma soprattutto al basso costo delle fonti fossili e gli sforzi ancora troppo timidi per migliorare l'efficienza energetica. Un quadro a tinte fosche che rende ancora più significativa la posizione assunta dall'Unione europea che nei mesi scorsi ha deciso (con un accordo tra Europarlamento, Consiglio dei ministri e Commissione) di alzare l'asticella degli obiettivi da raggiungere nella produzione di energia da fonti rinnovabili.

Il target per il 2030 è stato alzato. Era del 27%. Sarà invece portato, con la Direttiva Rinnovabili RED II, al 32%. E nel 2023 ci sarà una clausola di revisione per decidere se mantenere tale obiettivo o alzarlo ulteriormente. L'uso di fonti pulite è infatti determinante per centrare gli obiettivi di riduzione di gas serra e quindi sperare di mantenere l'aumento della temperatura attorno ai 2°C. Finora, le rinnovabili hanno permesso di diminuire del 23% le emissioni del settore energetico in Europa. 300 milioni di tonnellate di CO2 in meno. Bene, ma ancora troppo poco.

L'Oro blu
di Alex Zanotelli
San Francesco è stato davvero grande nel cogliere, per la prima volta nel Medioevo, non solo la bellezza, ma anche l’importanza del Creato e del rispetto che dobbiamo al Creato. È stato un antesignano e ha influenzato il mondo. Ritradurrei oggi questa frase con le parole di un altro Francesco. Nell’Enciclica Laudato si’, il papa afferma che Sora Acqua è un diritto universale, fondamentale, essenziale per l’Uomo. La nostra vita dipende dall’acqua, e per questo è importante difenderla.

Andiamo verso un surriscaldamento del pianeta: le fonti idriche si stanno già prosciugando. Nel futuro l’acqua sarà l’oro blu, ed è proprio su questo elemento che le multinazionali vogliono mettere la mani. Dobbiamo reagire, dal basso. Negli ultimi anni, ci siamo impegnati nel forum dei movimenti dell’acqua in Italia. E, nel 2011, abbiamo vinto la battaglia referendaria in una consultazione votata a stragrande maggioranza da 26 milioni di italiani, che si sono espressi per togliere l’oro blu dal mercato e impedire che si possa speculare su di esso. Purtroppo, il responso delle urne non è stato rispettato dai partiti, spesso ostaggi di altri interessi.

Ma non bisogna mollare: la pressione dal basso ha fatto sì che una legge di iniziativa popolare sarà a breve esaminata in Commissione ambiente della Camera dei deputati, e c’è buona possibilità che venga discussa in Parlamento a dicembre. È importante la mobilizzazione di tutti su questo argomento: tutti dovrebbero premere su deputati e senatori, perché la privatizzazione sarebbe una scelta criminale. Che la reazione italiana sia un esempio per tutto il mondo.

Biomasse, l'energia antica che può dare una mano al mondo (se usata bene...)
di Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club
Non è una delle migliori, ma tra le fonti rinnovabili è una delle più antiche. Stiamo parlando delle biomasse. Il termine si riferisce a qualsiasi materiale organico proveniente da alberi, piante e rifiuti di animali che possono essere convertiti in energia – rifiuti agricoli: residui di mais, riso, caffè, potature (dei rami degli alberi) e rifiuti urbani – o in una nuova materia. Se ben gestita la produzione di elettricità da biomasse solide può dare un importante contributo alla riduzione della dipendenza da fonti fossili.

Non è un caso che la crescita in Europa sia stata mediamente pari al 14,7% per anno a partire dal 2001. La maggior parte di questa produzione (62,5% nel 2009) proviene da impianti di cogenerazione che utilizzano la biomassa con elevata efficienza consentendo il recupero e la riutilizzazione anche di una frazione significativa del calore prodotto dalla generazione elettrica.

Negli ultimi tempi si è aperta, però, anche la strada di estrarre dalle biomasse prodotti ad alto valore aggiunto prima di sfruttarla energeticamente: nuove materie prime rinnovabili che possono dare un contributo cruciale allo sviluppo dell’economia circolare.

Perdono per la terra avvelenata
di Maurizio Patriciello /parroco di Caivano
Amare la terra è amare noi stessi: essere intelligenti, umili, riconoscere negli altri nostro fratello. La terra non è mia, è nostra. Dobbiamo ringraziare Dio per i doni che abbiamo ricevuto: andare in campagna, vendemmiare, godere delle gioie semplici che la natura ci offre.

Ringraziare il Signore con la responsabilità e la consapevolezza del fatto che l’Uomo e la Terra sono gemelli siamesi che devono vivere in simbiosi. Contemplando il Creato, le coltivazioni, i fiori dei campi, gli alberi, i frutti delle nostre campagne, possiamo fare diventare preghiera questa contemplazione, unendoci al cantico di san Francesco.

Noi ti lodiamo, Signore, per la nostra terra e ti chiediamo di perdonarci per tutte le volte che la maltrattiamo, la umiliamo, la avveleniamo.

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