societa

Chiesa in uscita, nasce l’Osservatore di Strada

Antonio Tarallo
Pubblicato il 01-07-2022

Il nuovo mensile de L’Osservatore Romano

Il feroce e rovente caldo romano non ha fermato i fedeli che si sono radunati in Piazza San Pietro per ascoltare la voce del Papa, il Vescovo di Roma, il Capo della Chiesa universale, in un giorno speciale: quello del 29 giugno, festa dei santi patroni di Roma, Pietro e Paolo; ricordare fa bene alla mente e al cuore perché attraverso il ricordo non solo si fa memoria di ciò che è avvenuto nel passato, di ciò che è scritto nella storia, ma diviene anche possibilità di “progettare” il futuro, di aprire lo sguardo a nuovi orizzonti.

“E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.

È l’inizio di quello che potrebbe considerarsi - a tutti gli effetti - il ministero del Pontefice. Pietro è il primo ad accogliere questa missione, data e donata direttamente da Cristo. Questo, il ricordo. E l’oggi? O meglio, il domani?
La Chiesa è fatta di azioni, soprattutto, ma le parole hanno la loro importanza, lo sappiamo bene. Parole ed immagini, strumenti della comunicazione. E Papa Francesco, fin dal suo inizio di pontificato, ha donato ai fedeli gesti e parole di forte impatto comunicativo. Lo ha fatto fino adesso con gesti semplici e con parole che hanno avuto al centro i poveri del mondo, gli ultimi, le persone che sono state “scartate” (questo il termine caro a Papa Francesco) dalla società, coloro che “hanno sete e fame” e che nel Signore trovano forza e coraggio di andare avanti, camminando ognuno per le loro strade.

Ed è proprio da queste strade che prende vita il nuovo mensile de “L’Osservatore Romano”: “L’Osservatore di Strada”, questo il nome della nuova testata vaticana; e, in queste tre parole, è sintetizzato il suo progetto editoriale. È stato distribuito proprio durante la festa dei santi Pietro e Paolo, in Piazza San Pietro, tra la folla. Un giornale che cammina con i poveri, realizzato da chi la strada la conosce bene. “L’Osservatore di Strada” - coordinato da Roberto Cetera e Piero Di Domenicantonio - sarà pubblicato la prima domenica di ogni mese, sia in versione cartacea che online, e sarà distribuito in occasione della recita dell’Angelus nei pressi di piazza San Pietro da alcuni ospiti di Palazzo Migliori, la struttura affidata dalla Santa Sede alla Comunità di Sant’Egidio per ospitare i senza fissa dimora.

Un giornale che esce dalle stanze della redazione per andare lungo le strade, dove vive chi non ha un tetto né "dove posare il capo", per incontrarlo e provare a renderlo protagonista”, lo definisce nell'editoriale del primo numero il direttore de L’Osservatore Romano, Andrea Monda. E, durante la presentazione del giornale nella Sala Stampa della Santa Sede, il direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli, precedentemente aveva dichiarato: “Li coinvolge facendoli parlare, facendoli essere protagonisti”.

Il nuovo giornale del Papa è realizzato insieme con i bisognosi, dando modo di esprimersi a chi ha un talento per la scrittura o per il disegno o semplicemente una storia da raccontare o un'opinione da esprimere. E se a qualcuno mancheranno gli "strumenti", “sarà il giornale a fornirglieli, coinvolgendo intellettuali e personaggi del mondo della cultura (scrittori, poeti, giornalisti, fotografi, vignettisti, registi, attori, musicisti) che metteranno a disposizione la loro arte. Tutti sullo stesso piano. A tutti la stessa dignità. Per tutti lo stesso rispetto”.



Una nuova voce di una Chiesa nuova, sempre più in uscita, attenta alla strada; un giornale che nasce dai volti, dalla scrittura, dalle storie di chi non ha - di solito - voce; piccole storie che però - tutte insieme - formano le grandi pagine della Storia che si scrivono su quelle “strade che vanno via…con te”, come Ciro - poeta senza fissa dimora - descrive nel suo testo dal titolo “Canzone”, pubblicato nel primo numero del giornale.

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