religione

Una nuova arca ci salverà

Enzo Bianchi Pixabay
Pubblicato il 13-01-2021

Una riflessione sulla benedizione degli animali domestici

In questi giorni di gennaio assistiamo a uno strano rito: in alcune chiese vengono portati gli animali domestici per essere benedetti e nelle campagne i preti vanno a benedire i buoi nelle stalle. In realtà tutti gli animali sono già benedetti dal Signore, ma questi antichi riti sono nutriti dalla pietà popolare. A prescindere da una tradizione sempre meno attestata, il rapporto tra l' essere umano e l' animale nel cristianesimo occidentale non è stato vissuto nella coscienza che umani e animali sono co-creature, accomunate dal medesimo destino: nascita, vita e morte. La fede cristiana ha posto l' uomo come culmine della creazione, in un contesto che lo vede dominare e spadroneggiare sugli animali.

Attesta Tommaso d' Aquino: «Gli animali e le piante non hanno una vita razionale, ma sono mossi da un altro naturale impulso; segno che sono servi secondo natura, fatti per l' uso altrui». E si potrebbero citare numerosi testi analoghi, con l' eccezione di quelli di Francesco d' Assisi. La visione prodotta dalla fede ebraico-cristiana, che ha fatto del mondo una realtà profana da cui il divino si è ritirato fino a eclissarsi e dell' uomo la chiave di volta dell' universo, ha avuto anche effetti positivi, quali l' avvio delle grandi imprese tecnico-scientifiche. Resta però vero che ciò è avvenuto al prezzo di una perdita del senso dell' alleanza cosmica: una fede solo antropocentrica, incapace di capire che, nella comunità di co-creature, l' uomo è responsabile degli animali e delle piante.

Ma ecco che in questi giorni di pandemia ho scoperto un libro straordinario: un' opera che mette in scena un' adunanza di animali impegnata a discutere sulla pandemia in corso. Ognuno di essi interviene, da quelli che sentono l' uomo come nemico a quelli che, come il cane e il gatto, lo percepiscono come alleato, dunque vorrebbero aiutarlo. C' è molto da imparare dai loro discorsi, perché avvertono che, se questa sciagura sarà vinta, ma ciò non produrrà un mutamento dello stile di vita degli umani e della loro modalità di abitare il pianeta, altre pestilenze giungeranno e l' umanità si estinguerà.

L' assemblea degli animali, scritto da un autore ignoto sotto lo pseudonimo di Filelfo, è una favola deliziosa e carica di sapienza: il comune destino tra umani e animali, davvero "sulla stessa barca", è ben descritto dalle riflessioni di questi ultimi, che assurgono al rango di rilievi antropologici, nella tradizione dei grandi apologhi morali. C' è una pagina commovente sul cane, l' animale più amico degli umani, che descrive in modo impareggiabile la sua capacità di "annusare" la sorte propria e del suo padrone. Ci fornisce il racconto di un cane che, dopo la morte del suo padrone muore lui stesso. Filelfo si congeda con una nota di speranza: ricorda la presenza di nuovi giusti disseminati tra la gente comune, persi in mille lavori, ma tesi a ricostruire una nuova arca di salvezza per l' umanità intera. (La Repubblica) 

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