religione

Sant’Antonino Fantosati, francescano e missionario in Oriente

Redazione
Pubblicato il 12-07-2019

Un grande missionario e martire, è stato canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 2000

Chi era Sant’Antonino Fantosati?

Sant’Antonino Fantosati, al secolo Antonio Sante Agostino, visse a cavallo tra XIX e XX secolo. Vestì l’abito religioso dei francescani nel convento della Spineta a Todi. Votò la sua vita principalmente all’opera missionaria, recandosi in Cina con altri compagni e portando la sua opera pastorale in terra d’Oriente. Subì il martirio in nome della fede.

Sant’Antonino Fantosati nacque a Trevi (Perugia) il 16 ottobre 1842. Fu mandato a scuola dai francescani, nel convento di San Martino. L’esperienza francescana lo portò ad esternare la sua vocazione spirituale, quella di far parte della famiglia francescana. Dunque all’età di sedici anni, vestì l’abito religioso nel Convento della Spineta a Todi. Indossati gli abiti religiosi, il giovane prese il nome religioso di Antonino Fantosati.

Il Sacerdozio e l’inizio dell’attività missionaria

All’età di 23 anni, dopo aver compiuto i suoi studi a Roma, fu ordinato sacerdote. Da questo momento in poi la vita di Antonino non sarebbe stata più la stessa: l’avvicinamento a Dio e la sa definitiva consacrazione portarono il Santo umbro ad intraprendere una vita missionaria. Fu così che, nel 1867, Antonino e alcuni suoi compagni religiosi si riunirono a Marsiglia. Scopo di tale riunione era la partenza verso Oriente, con l’intento di evangelizzare la Cina e portare in quei luoghi la Parola di Dio.

La partenza e l’opera evangelizzatrice in Cina

Sant’Antonino ebbe un lungo colloquio con padre Bernardino da Portogruaro, l’allora ministro generale dei frati Minori. A seguito di tale colloquio, si incontrò con i suoi fratelli e partirono verso la Cina. Quella cinese è una terra con una lunga tradizione di presenza francescana. Questo è attestato dalla consacrazione (circa del 1310) di Giovanni da Montecorvino come primo arcivescovo dell’attuale Pechino. Arrivato in Cina, Sant’Antonio dovette abbandonare gli abiti francescani e (per cordialità) vestire abiti cinesi. Cambiò anche il suo nome assumendo quello locale di Fan-hoae-te.

Sant’Antonino Fantosati arcivescovo in Cina

Antonino giunse dunque a Wahn, capitale dell’Hupeh. Ivi trascorse un lungo periodo (di circa 7 anni) di intensa attività apostolica spostandosi in varie comunità cattoliche locali. Imparò in maniera spedita la lingua cinese ed ebbe lunghe conversazioni con i cittadini del posto. La sua bravura nell’apprendimento della lingua locale gli valse la nomina di “maestro europeo”. Nel 1878 fu nominato amministratore apostolico dell’Hupen nord-occidentale (Diocesi di Laohekou). Successivamente fu anche chiamato a reggere il vicariato apostolico dell’Hunan meridionale (Arcidiocesi di Changsha).

Il Martirio

I suoi ultimi anni in Cina furono caratterizzati da periodi di grandi persecuzioni. Il Santo morì martire insieme ad alcuni suoi compagni, tra cui padre Elia Facchini. Il 7 luglio del 1900 Antonino venne ucciso a Taiyuan, durante una sommossa dei “boxers”, appoggiati dagli ordini imperiali, che incitavano soldati e popolo a scacciare ed uccidere i missionari e le loro opere.

Culto

Sant’Antonino Fantosati fu dichiarato Beato, insieme ai suoi compagni, nel 1946 da papa Pio XII. Papa Giovanni Paolo II lo canonizzò nel 2000, insieme con gli altri 119 martiri cinesi. La chiesa festeggia la sua memoria liturgica il 7 luglio.

Fabio Amicosante - lalucedimaria.it

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