religione

Quando San Francesco di Paola liberò la Francia dalla peste

Antonio Tarallo Aleteia
Pubblicato il 02-04-2020

Il nome in onore di San Francesco d’Assisi

Oggi, 2 aprile, la Chiesa ricorda San Francesco di Paola (Paola, 27 marzo 1416 – Tours, 2 aprile 1507), eremita, religioso, fondatore dell’Ordine dei Minimi. San Francesco di Paola, figura poliedrica e affascinante del quattrocento italiano ed europeo. La sua vita è costellata da innumerevoli leggende, episodi, che si tramandano da secoli. Ecco, allora, due interessanti episodi biografici di questo grande santo, il cui nome è legato a San Francesco di Assisi.

Il nome in onore di San Francesco d’Assisi
Il nome Francesco gli viene dato dai suoi genitori, Giacomo Martolilla e Vienna da Fuscaldo, per adempiere a un voto fatto a San Francesco di Assisi. I due coniugi da ben dodici anni chiedevano il dono di un figlio. Come alcune fonti ci dicono, i due erano molto devoti del Poverello di Assisi, tanto da appartenere – molto probabilmente – addirittura al Terzo ordine francescano. Chiesero proprio al santo serafico la sua intercessione per avere finalmente il tanto desiderato figlio, a cui avrebbero messo nome Francesco o Francesca, a seconda del sesso del nascituro. Il 27 marzo 1416, vide la luce Francesco.

La salute del piccolo fu subito provata da una forma grave di infezione ad un occhio, tanto che i genitori si rivolsero nuovamente all'intercessione del santo d'Assisi. Fecero quindi voto che in caso di guarigione il fanciullo avrebbe prestato servizio presso un convento francescano. La malattia si risolse senza quasi lasciare traccia. All’età di 14-15 anni fu accompagnato presso il convento dei frati conventuali di San Marco Argentano (CS) dove trascorse l’anno votivo. Trascorso questo periodo assieme ai frati francescani, chiese ai genitori di recarsi, assieme a loro, in pellegrinaggio ad Assisi. In quel viaggio toccò anche Montecassino, Loreto, Monte Luco presso Spoleto, e Roma. Fu proprio grazie a questo viaggio che decise di visitare alcuni eremitaggi.

Al ritorno, Francesco ottenne il permesso di condurre vita eremitica in un piccolo campo di proprietà paterna, a poca distanza da Paola, per dedicarsi alla preghiera, al lavoro e a fare penitenza, secondo lo stile degli antichi anacoreti che in passato avevano reso celebre la zona del Mercurion, situata poco a nord di Paola.

Il suo esempio spinse altri giovani a condividere quella esperienza. Così nel 1436, con una cappella e tre celle, si costituì il primo nucleo del futuro Ordine dei Minimi. La piccola Comunità si chiamò “Eremiti di frate Francesco”. La vita di questi giovani, si svolgeva attorno a una chiesetta dedicata a S. Francesco d'Assisi.

Il viaggio in Provenza, il miracolo per la peste Fine XV secolo, Francia.
Da tempo, la cittadina di Fréjus era colpita da una micidiale peste. Circa metà della popolazione era morta, molti altri cittadini erano fuggiti. Tantissimi erano rimasti chiusi in casa per timore del contagio. In questa cittadina approderà proprio San Francesco di Paola che era stato chiamato dal Re Luigi XI, gravemente malato.

Ormai la fama del taumaturgo Francesco si propagava sempre più, fino ad arrivare alla corte francese. Partì dalla Calabria, diretto verso la Francia. Prima di arrivare a destinazione, fece due tappe: Napoli e Roma. Per raggiungere la destinazione, sbarcò a Bormes-les-Mimosas. Francesco si trovò, sin da subito, dinanzi alla micidiale peste che stava martoriando tutta la regione della Provenza francese. Fu così che fronteggiò subito l’epidemia, liberando la cittadina dal morbo assassino. Si diresse, allora, verso la cittadina di Plessis-lès-Tours, dove risiedeva il re Luigi XI. Sulla strada, farà tappa a Fréjus, epicentro della peste.

La popolazione era ormai allo stremo. Il santo, allora, decise di andare per le strade di questa cittadina, benedicendo luoghi e persone. Fu così che liberò tutta la popolazione dal morbo. Da allora, gli abitanti ricordano con riconoscenza quell’intervento. Ogni anno, infatti viene organizzata una maestosa processione in suo onore. Prima di girare per le strade cittadine, la statua del santo di Paola, viene fatta approdare al porto. La festa è conosciuta con il nome di “Bravade”: al sacro, si mischia il profano. Alla processione partecipano diversi corpi militari: rulli di tamburi, raffiche di spari a salve, musica e balli, accompagnano il corteo.

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