religione

La storia del salone degli arazzi, o delle “Corporazioni”.

Antonio Tarallo Antonio Tarallo
Pubblicato il 01-03-2019

Le voci del Ministro Di Maio, dei padri Enzo Fortunato e Mauro Gambetti, e del Presidente di Poste Italiane, Maria Bianca Farina, hanno risuonato nel grande salone di marmo del Ministero dello Sviluppo Economico. Anche i silenti arazzi che rivestono le pareti della sala, sembrano aver taciuto ancora di più, per ascoltare meglio gli interventi che si sono susseguiti per la presentazione dell’atteso francobollo che è stato emesso oggi, primo marzo, in occasione degli 800 anni dallo storico incontro tra San Francesco e il sultano Malik-al-Kamil, a Damietta.

Oggi non siamo a Damietta, ma siamo nella Capitale della Istituzioni, della Chiesa universale, Roma. E, vedere uniti la politica e l’Ordine francescano, fa un certo effetto, non c’è che dire. Uniti nel segno di San Francesco, uniti nel segno del dialogo, uniti nell’attenzione verso il “prossimo”, soprattutto verso “chi ha più bisogno”.  Il Poverello di Assisi fa centro, ancora. E mette tutti d’accordo.

Roma e la politica, le istituzioni. Si sa, è binomio da tempo saputo. E la presentazione del francobollo è avvenuta in uno di quei palazzi che un certo giornalismo d’epoca, definiva “i palazzi del potere”. E’ Palazzo Piacentini, dal nome di uno degli architetti che ha progettato il palazzo che – nel ventennio fascista – ospitava il “Ministero delle corporazioni”.

L’opera è stata progettata dagli architetti Marcello Piacentini e Giuseppe Vaccaro. L’edificio, realizzato fra l’agosto del 1930 e la metà del 1932, ha la forma di un grande “7” che racchiude l’antico Convento dei cappuccini, con l’ingresso principale posto nell’angolo tra Via Veneto e via Molise, due vie vicinissime all’Ambasciata Americana, a Roma.

Il palazzo è posto su sei piani più attico e superattico. E’ composto circa da 400 stanze e comprende una superficie di ben 5000 mq. L’ingresso principale è inquadrato dal grande portale bronzeo su disegno di Giovanni Prini. E’ costituito da otto formelle che raffigurano “le attività dei lavoratori italiani”: Arti liberali, Arti plastiche e liriche, Commercio, Banca, Trasporti in mare, Trasporti aerei e terresti, Agricoltura, Industria. Al di sopra del portone, il balcone, con fregio continuo in marmo rosso di Antonio Maraini raffigurante le “Sette Corporazioni” (Credito, Industria, Professioni, Arti, Agricoltura, Trasporti, Commercio), dietro il quale sorge la grande vetrata del salone d’onore.

Eccoci giunti, allora, al famoso salone d’onore. E’ qui che oggi è avvenuta la presentazione. Il salone d’onore – una volta, “Sala del Consiglio Nazionale delle Corporazioni” – presenta ventotto metri di larghezza per quattordici di profondità e quattordici di altezza. I sette arazzi sulle enormi pareti, rappresentano una delle collezioni più importanti legate alle tradizioni delle tecniche artistiche italiane dei primi del Novecento.  Su disegno di Ferruccio Ferrazzi, il soggetto iconografico rappresentato è legato alle corporazioni, appunto.

Questa sala ha degli aneddoti storici di non poco conto. Un vecchio filmato d’epoca, realizzato dallo storico “Istituto Luce”, vede arrivare la macchina di “S.E. il Capo del Governo” – così cita il filmato in bianco e   nero – davanti l’ingresso di Via Veneto, 33. Mussolini era andato, nel 1932, ad inaugurare il Ministero, ma – allo stesso tempo – proprio in quel salone, si era radunato il Consiglio Nazionale.

Altro episodio, poco conosciuto. Bomba a Via Rasella. Scompiglio nella città eterna. Eppure il Fascismo doveva festeggiare il venticinquennale della sua fondazione. Il tradizionale auditorium fascista, il Teatro Adriano, per ragioni di sicurezza, non poteva essere il luogo destinato. Il comandante della città di Roma e le alte cariche tedesche decidono, allora, di autorizzare i festeggiamenti, ma solo nel Palazzo delle Corporazioni.

Un altro evento che ha visto protagonista la sala degli arazzi, delle Corporazioni. Da oggi, la storia del Palazzo è segnata da altro incontro, di ben altra natura, di altro respiro: un evento di pace e bene, in pieno segno di San Francesco.

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