religione

L'invocazione dei bambini a Maria perché finisca l'emergenza sanitaria

Marina Tomarro
Pubblicato il 19-10-2020

Oggi, scuole e asili in ogni parte del mondo sono coinvolti nell’iniziativa promossa dalla Fondazione Pontificia ACS

Incoraggio questa bella manifestazione che coinvolge i bambini di tutto il mondo, i quali pregheranno specialmente per le situazioni di criticità causate dalla pandemia”. Con queste parole Papa Francesco la scorsa domenica al termine della preghiera mariana dell’Angelus, ha voluto ricordare l’iniziativa promossa dalla Fondazione Pontificia ACS, Aiuto alla Chiesa che soffre “Un milione di Bambini prega il Rosario”, che si svolge oggi coinvolgendo scuole e asili in ogni parte del mondo.

Una campagna ispirata alle parole di Padre Pio

L’iniziativa vuole essere una preghiera corale alla Vergine Maria per l’unità e la pace nel mondo, ma anche per implorare la liberazione dalla crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia. 23 le lingue nelle quali sono stati tradotti i materiali per la campagna di preghiera: tra queste anche l’arabo e diversi idiomi africani.

La partecipazione si prevede ampia: sono coinvolte infatti ottanta nazioni di tutti i continenti, dal Ghana alla Siria, alla Papua Nuova Guinea. Una campagna nata nel 2005 a Caracas, in Venezuela, quando alcuni bambini si riunirono a pregare la Vergine Maria di fronte ad un’edicola votiva, e ispirata alle parole di San Pio da Pietrelcina “Quando un milione di bambini pregherà il Rosario il mondo cambierà” .

Fin dal 2008 l’iniziativa è stata sostenuta da Acs che a livello mondiale da due anni si fa carico dell’organizzazione dell’intero evento. “Nella crisi attuale - commenta il cardinale Mauro Piacenza, Presidente di ACS Internazionale - il mondo intero è stato, e continua ad essere, esposto ad un virus invisibile che ha portato alla morte centinaia di migliaia di persone, e a devastanti, e al momento imprevedibili, conseguenze socio-economiche. Il nostro mondo non è più lo stesso mondo, e ciò che finora è stato dato per scontato non lo è più”.

Un Rosario recitato dai bambini che vivono ai confini del mondo

E tra le tante scuole che prenderanno parte all’evento c’è anche l’istituto scolastico primario “Jesus Good Shepherd”, che si trova a Bereina, nella provincia centrale di Papua Nuova Guinea “Noi siamo proprio nella cattedrale della diocesi - racconta suor Anna che insegna nella scuola - qui i bambini hanno la possibilità di conoscere il loro vescovo e di vedere che è un sacerdote speciale, e hanno capito che quando il Pastore parla, dice sempre qualcosa di importante. Partendo dalla figura del vescovo, siamo riusciti a spiegargli anche chi fosse il Papa. E loro sono stati orgogliosi di sapere che anche nel mezzo della foresta, il Papa ha chiesto di pregare per altri coetanei e hanno capito ancora più l'importanza di questo momento. Credo davvero che, in questo modo, hanno sentito la figura del Papa più vicino a loro e a tutti gli altri piccoli, anche se siamo ai confini della terra”. (Vatican News)

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