Gesù al Tempio: il Vangelo, le origini, l’Arte che racconta
La festa chiamata popolarmente Candelora ebbe origine in Oriente con il nome di Hypapante
Tutto estatico, commovente per la sua tenerezza e solennità. Troviamo Giuseppe e Maria a sinistra della pala d’altare, mentre Simeone - posto a destra, anziano, ma al contempo luminoso di saggezza - tiene in braccio il Bambino. Sembra davvero pronunciare le famose parole del Cantico: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola. Perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli”. Colori pastello, tenui, dolci che caricano il momento evangelico di una quotidianità, di una bellezza soprannaturale. Eppure il “quotidiano” e “il divino”, siamo abituati - troppo spesso - a pensarli, scissi tra loro.
E, invece, in questo mirabile quadro i due termini si fondono e si confondono grazie a una maestria pittorica, senza precedenti. Questa che abbiamo descritto è una delle immagini della Storia dell’Arte, più cariche di tenerezza umana, mista alla dolcezza del Paradiso. E’il Beato Angelico ad avercela fornita, nel 1440. Stiamo parlando della sua “Presentazione al Tempio”, custodita del Museo di San Marco, a Firenze.
Cosa vuol dire la Presentazione di Gesù al Tempio?
Quaranta giorni dopo la Natività, la Chiesa celebra la festa della Presentazione al Tempio di Gesù. La festa commemora e contempla un evento riportato nel Vangelo di Luca: quaranta giorni dopo la nascita di Gesù a Betlemme, Giuseppe e Maria, secondo la pratica religiosa del tempo, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, così come prescritto dalla legge mosaica. Leggiamo cosa ci dice Luca, capitolo 2, versetti 22-24: “Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore”.
E’ il libro del Levitico, a darci l’idea di cosa volesse dire tale rito: la madre di un figlio maschio doveva presentarlo, quaranta giorni dopo la nascita, davanti al tabernacolo, e offrire in olocausto, come purificazione per sé, un agnello o, per i più poveri, una coppia di colombe o di tortore.
La festa - chiamata popolarmente Candelora - ebbe origine in Oriente con il nome greco di “Hypapante”, che significa “Incontro”, volendo ricordare proprio l’incontro tra Simeone e Gesù: il vecchio profeta prenderà tra le braccia e con la grazia dello Spirito Santo riconoscerà come il Messia atteso. Abbiamo notizie di questa festa a Gerusalemme da Eteria, la pellegrina più famosa dell’antichità cristiana, che visitò i luoghi santi verso la metà del sesto secolo. La festa era tuttavia già celebrata da circa un secolo. Ad esempio, ad Alessandria (con la famosa processione di luci e fiaccole). A Costantinopoli, verrà spostata dal 14 al 2 febbraio dall’imperatore Giustiniano (534). In seguito, la festa si diffuse in Occidente, dove sotto il pontificato di san Sergio I (687-701) fu istituita la più antica processione penitenziale romana, dalla chiesa di Sant’Adriano al Foro a Santa Maria Maggiore. Solo al X secolo risale la prima traccia del rito della benedizione delle candele (da cui il nome Candelora), simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, così come Simeone chiamò il Bambino Gesù.
Significative le parole di Giovanni Paolo II, in merito a questa festa, poichè possono bene sintetizzare il grande mistero che l’avvolge. Un mistero che già sa di Pasqua. Era il 2 febbraio 1994, quando il pontefice, pronunciò queste parole: “La festa odierna è come una grande anticipazione: essa anticipa la Pasqua. Nei testi e nei segni liturgici, infatti, intravediamo, quasi in un solenne annuncio messianico, quanto dovrà compiersi al termine della missione di Gesù nel mistero della sua Pasqua. Tutti i presenti nel tempio di Gerusalemme si trovano ad essere quasi testimoni inconsapevoli dell’anticipo della Pasqua della Nuova Alleanza, di un evento ormai vicino nel misterioso Bambino, un evento atto a conferire nuovo significato ad ogni cosa. Le porte del santuario si aprono al mirabile re, che “è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione”.
E’ il segno di contraddizione per ogni cristiano, la Croce di Resurrezione.
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