religione

Bassetti: è il tempo delle lacrime

Giacomo Gambassi Ansa - CIRO FUSCO
Pubblicato il 01-04-2020

Siamo come nella peste. A Maria affidiamo dolori e paure

Racconta che ogni giorno, nella cappella del palazzo arcivescovile di Perugia, «mentre, pregando il Rosario, contemplo il bellissimo crocifisso quattrocentesco sulla parete dietro l' altare, non mi sfugge al tempo stesso il volto della stupenda Maestà che sta sul lato sinistro».

E il cardinale Gualtiero Bassetti inizia a ripetere: «Stabat Mater». È la preghiera alla Vergine sotto la croce che la tradizione attribuisce a Jacopone da Todi e che il presidente della Cei mette al centro dell' ultima lettera "in tempo di coronavirus" alla sua Chiesa, l' arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve. «Quando sentì il Figlio che diceva: "Padre, perdonali" anche lei perdonò - sottolinea il cardinale -.

Persino di fronte a offese indicibili o a danni che con cattiveria possono essere arrecati alla nostra persona, il Padre, per perdonare, conta anche sul nostro perdono».

E alla Vergine il presidente della Cei ha affidato la diocesi e «l' intera umanità ». Lo ha fatto domenica nella Cattedrale di Perugia di fronte all' immagine della Madonna delle Grazie. Nell' invocazione mariana Bassetti ha parlato di «periodo di dolore e di lacrime per la sorte di tanti nostri fratelli e per i pericoli, che a causa di questa pandemia, incombono su di noi». Ha invitato a «cercare rifugio» sotto la «protezione materna» dell' Immacolata e a «implorare con fiducia» la sua intercessione «di fronte alle sfide che il futuro nasconde».

Da qui la supplica: «Liberaci, o Madre Santa, da questa peste che ammorba la nostra Italia e il mondo». Secondo il cardinale, «oggi l' umanità è a un bivio». E, sotto il manto della Vergine, Bassetti ha posto ogni uomo e ogni donna, a cominciare dai «più deboli: i bimbi non ancora venuti alla luce, quelli che allietano le nostre famiglie, i giovani alla ricerca di senso, le persone prive di lavoro, gli anziani e i malati». Nella sua preghiera non è mancato un richiamo ad aprire «i cuori alla giustizia e all' amore» affinché «le persone e le nazioni» si impegnino «alla reciproca comprensione e a una ferma volontà di pace».

Nella Messa celebrata domenica "a porte chiuse" nel Duomo del capoluogo umbro il cardinale aveva spronato: «Non aspettate per fare il bene. Si può fare anche chiusi in casa»... (Avvenire)

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