Attualità/Napolitano: Lavoro per i giovani Fornero: Dobbiamo agire subito I sindacati in pressing sul governo
Priorità crescita e lavoro, allarme disoccupazione giovanile e suicidi, tanta pressione sull'Europa affinchè «apra» ad una maggiore flessibilità di bilancio sugli investimenti strutturali. Niente «arroccamenti»sulle conquiste del passato, un forte invito al governo a risolvere rapidamente la questione degli "esodati" e dei «clamorosi» ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese: tema, quest'ultimo, che contrappone duramente Monti e il Pdl. Il tutto accompagnato da un accorato appello alle forze politiche perchè «cooperinò per varare presto la riforma del Lavoro. Ecco il preoccupato primo Maggio del presidente della Repubblica che in un lungo discorso dal Quirinale ha usato il bastone e la carota con i partiti, dosando i toni dell'allarme con quelli dell'ottimismo rispetto alla crisi e, di fatto, confermando il proprio sostegno al Governo di Mario Monti le cui «misure hanno consentito un ritorno alla fiducia» nei confronti dell'Italia. Una fiducia, sottolinea più volte Giorgio Napolitano alla presenza del premier, che rimane appesa ad un filo. Una timida apertura di credito che bisogna «consolidare» attraverso l'approvazione della riforma del mercato del Lavoro, con tagli non lineari della spesa pubblica - e la spending review del ministro Piero Giarda va in questa direzione -, con una lotta senza quartiere all'evasione e la ferrea tenuta delle politiche di rigore.
«È un presente duro quello che l'Italia del lavoro sta vivendo», esordisce crudo Napolitano dopo aver ascoltato i dati dell'Istat snocciolati dal ministro simbolo della riforma, Elsa Fornero. Cifre negative che il Quirinale ben conosce e che si ripercuotono sulle «drammatiche difficoltà di troppe famiglie ed imprese». »Realtà da non sottovalutare« accompagnate da casi di suicidio che si moltiplicano e che ci «scuotono». Ecco perché il presidente chiede con franchezza a Monti di «chiarire e risolvere» il nodo degli «esodati» e dei clamorosi ritardi dei pagamenti delle amministrazioni pubbliche. Ed ai partiti di non fare una battaglia di retroguardia: «Non è questione di formule di alleanza politica e di governo, è questione di clima, di consapevolezza, di assunzione di responsabilità». Troppo grave è la crisi per perdersi nel «dedalo di interessi particolari». È l'ora del cambiamento, scandisce. E questo vale per la politica come per i cittadini: «La realtà non è più quella di un decennio fa e non può essere affrontata arroccandosi nelle conquiste del passato».
I sindacati intanto sferzano il governo sul lavoro e chiedono di «cambiare marcia» passando dal rigore alla crescita: nel corso della manifestazione a Rieti per celebrare la festa del lavoro Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno accusato Monti di aver fatto pagare il conto del risanamento dei conti pubblici a lavoratore e pensionati e di non aver fatto politiche per la crescita e per il lavoro. La politica di austerità, hanno sottolineato, deprime l'economia mentre sarebbe necessario far ripartire i consumi tagliando le tasse sui redditi da lavoro dipendente e da pensione. «Va detassata subito la tredicesima», propone la Camusso. «Via l'Imu dalla prima casa», caldeggia Bonanni. Per festeggiare il primo maggio ci sono stati cortei in diverse città. A Torino è stato contestato il sindaco Piero Fassino da alcuni giovani del centro sociale Askatasuna. Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero ha detto che «non è un bel primo maggio» per l'assenza di lavoro e per gli infortuni sul lavoro che sono ancora troppi (l'ultima vittima è stato un operaio rumeno, morto oggi cadendo dall'impalcatura a l'Aquila). «Siamo d'accordo con il ministro, purtroppo - ha detto Angeletti - sono stato facile profeta a dire che il tasso di disoccupazione nel 2012 sarebbe andato a due cifre». «Se non si cambia spartito - ha detto Camusso rivolgendosi al premier Mario Monti - non vediamo più la differenza tra prima e dopo».
Per Camusso c'è un'alternativa al rigore e non è colpire il lavoro ma «colpire chi ha di più e chi ha smesso di investire. Abbiamo bisogno - ha proseguito - di una risposta sui redditi dei lavoratori e dei pensionati. Il Governo detassi la tredicesima e nel 2013 si faccia una riforma strutturale». «Non si vedono tagli alle spese - ha detto Bonanni - e non si vedono tagli alle tasse. Nessun governo al mondo per rilanciare l'economia carica di tasse i cittadini. Non c'‚ ripresa se non si interviene sui punti focali di quello che fa ricchezza. Bisogna sterilizzare le tasse sulla benzina e far sparire l'Imu sulla prima casa ma anche fare una lotta senza quartiere all'evasione fiscale». Anche la Uil torna a chiedere di abbassare la pressione fiscale sui redditi da lavoro e dal pensione avvertendo di essere pronta a mettere in campo «tutte le iniziative» per sostenere le proprie richieste, «non escludendo niente» (compreso lo sciopero). «La politica di questo governo - ha detto il numero uno della Uil, Luigi Angeletti - sta producendo disastri. Dobbiamo mettere in campo iniziative per far cambiare politica. Non escludiamo nessuna iniziativa. Dobbiamo salvare il Paese». «Per il segretario generale dell'Ugl Giovanni Centrella che ha festeggiato il primo maggio a Priolo Gargallo »il governo si sta dimostrando troppo attento ai bilanci dello Stato e poco a quello delle famiglie italiane, sempre pi— in difficolt… a sostenere il costo della vita e le conseguenze della crisi«.(La Stampa)
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