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Marroni, Papa: necessario incoraggiare sviluppo economia circolare

Redazione
Pubblicato il 11-05-2019

Erano passati pochi giorni dalla sua elezione, ormai più di sei anni fa. Il Papa aveva già detto di avere in cima ai suoi pensieri una “Chiesa povera, per i poveri”, e il nome da lui scelto da Pontefice, Francesco, era in sé il cuore del “programma” del pontificato.

Ma questa idea di fondo sarebbe stata declinata con grande vigore negli anni a venire. Il “manifesto” del pontificato, la Evangelii Gaudium, sarebbe diventato il cuore del suo programma, quando scrisse che “questa economia uccide”. Un’economia basata sullo scambio di soldi contro altri soldi, e che dopo la deflagrazione della grande crisi stentava a creare lavoro solido e duraturo.

Ma già prima del documento, uscito nell’autunno 2013, aveva parlato chiaro: «Il denaro deve servire e non governare», sottolineando l’importanza di una «riforma finanziaria che sia etica e che produca a sua volta una riforma economica salutare per tutti».

Insomma, già allora metteva in guardia dal dilagare della «cultura dello scarto. Oggi l’essere umano è considerato egli stesso come un bene di consumo che si può usare e poi gettare».

Ricordando ancora una volta che «la crisi finanziaria che stiamo attraversando ci fa dimenticare la sua prima origine, situata in una profonda crisi antropologica. Nella negazione del primato dell’uomo». Un atteggiamento dietro il quale «si nasconde il rifiuto dell’etica, il rifiuto di Dio».

I concetti espressi allora – tutti ben radicati nella Dottrina Sociale della Chiesa - sono rimasti fermi e solidi nella pastorale “francescana” di Bergoglio, specie quando, nel 2015, ha scritto e pubblicato l’enciclica Laudato Si’ sulla difesa del pianeta, documento attaccato con violenza inedita dalle centrali economiche e finanziarie, specie di marca americana.

Anche la riforma della Curia relativamente di dicasteri economici – con la creazione della Segreteria e il Consiglio per l’economia – ha avuto come faro l’idea di una attività che avesse sempre al centro l’uomo e non il denaro.

Concetti e principi che poi sono stati declinati
nel documento “Oeconomicae et pecuniariae quaestiones” di un anno fa, scritto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, diventato subito una summa del suo pensiero sul tema della finanza.

Ebbene nel documento si ribadisce che la recente crisi poteva essere l'occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici e per una nuova regolamentazione dell'attività finanziaria, neutralizzandone gli aspetti predatori e speculativi e valorizzandone il servizio all'economia reale.

Sebbene siano stati intrapresi molti sforzi positivi, a vari livelli, che vanno riconosciuti e apprezzati, “non c'è stata però una reazione che abbia portato a ripensare quei criteri obsoleti che continuano a governare il mondo”.

Tutti concetti che poi si sono evoluti nei vari aspetti della vita economica. Come quando, di recente, incontrando il mondo dell’attività mineraria Francesco ha detto: "È necessario incoraggiare lo sviluppo di un'economia circolare”, l’antidoto più efficace alla non-cultura dello scarto.

Carlo Marroni - Il Sole 24 Ore

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