fede

Giovanni Battista, l'intreccio della sua vita con Gesù

Antonio Tarallo Pixabay
Pubblicato il 23-06-2020

Dall'arcangelo Gabriele all'incontro con Gesù sul Giordano: è il Battista, che annuncia la venuta del Messia

San Giovanni Battista, il profeta precursore di Gesù Cristo, morto decapitato nel 35 d.C. (come ci narrano i Vangeli in Matteo 14, 3-13), è sempre stata una delle figure più importanti e affascinanti del Cristianesimo. Unico Santo, insieme alla Vergine Maria, di cui si celebra il giorno della nascita terrena (24 giugno), oltre a quello del martirio (29 agosto). Ultimo profeta dell’Antico Testamento e primo Apostolo di Gesù, Giovanni.

Grazie al Vangelo di Luca sappiamo che è nato in una famiglia sacerdotale: suo padre, Zaccaria, era della classe di Abia e la madre, Elisabetta, discendeva da Aronne. “Non temere Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore”, questo l’annuncio dell’arcangelo Gabriele al padre di Giovanni, Zaccaria. L’annuncio di Gabriele: così come sarà per la Vergine Maria. Le vite s’intrecciano per la prima volta. Quando Giovanni nacque, il padre Zaccaria, che all’annuncio era diventato muto per l'incredulità, riacquistò la voce. Nell’attesa del figlio Giovanni, Elisabetta riceverà sua cugina Maria di Nazareth che le verrà a dare l’annuncio della nascita di Gesù: è affascinante questo episodio con il famigerato sussulto del grembo di Elisabetta. Lo descrive Luca, al capitolo 3: “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. I due bambini si sono incontrati, nel grembo delle loro madri. E’ davvero così divino e umano questo episodio che ci fa comprendere quanto le vite di Giovanni e di Gesù siano - in una certa misura - parallele.

Giovanni iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, con l’annuncio dell’avvento del regno messianico. Esortava alla conversione e predicava la penitenza. Tutto questo avvenne dopo il suo ritiro nel deserto: durante questo periodo legato alla sua giovinezza, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi. Dirà Gesù: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? (...) Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re” (Lc 7,24). L’importanza del “precursore” di Gesù è fondamentale per il Cristianesimo: la sua opera di annuncio prima della venuta del Cristo è un punto cardine della storia del Messia. E, storicamente, fu il primo a confessare la Divinità di Cristo: “Io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio” (Gv 1,34). “Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me” (Gv 1,16). Ed è anche il primo che confessa la sua azione redentrice: “Ecce Agnus Dei”, “Ecco l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29).

Ma l’incontro “epocale” fra le due figure avviene nei pressi del fiume Giordano. Secondo il Vangelo di Luca, questo importante incontro avvenne quando entrambi erano già adulti. Gesù si era recato in riva al fiume per essere battezzato come gli altri fedeli e fu proprio in quell’istante che il Battista lo riconobbe come il Cristo, vedendo lo Spirito Santo scendere su di lui: così lo indicò come il figlio di Dio, colui che avrebbe cancellato i peccati del mondo. Da quel momento Giovanni confidava ai suoi discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30). Da quel momento i seguaci del Battista cominciarono a seguire Gesù, riconoscendolo come loro guida spirituale.
Ultima tappa terrena del Battista: la sua morte voluta da Erodiade. Fu lei a incoraggiare suo marito Erode, tetrarca della Giudea, a imprigionare Giovanni. Erode inizialmente si rifiutò di ucciderlo perché lo riteneva un uomo santo e rispettabile. Fu la malvagia donna a decidere le sorti del Battista: durante un fastoso banchetto a corte, al quale erano stati invitati tutti i personaggi illustri dell’intera Galilea, Erodiade esortò la figlia Salomè a esibirsi nella famosa danza. La fanciulla ballò così bene che il re le chiese che cosa desiderasse come ricompensa: fu, allora, che Erodiade le suggerì di chiedere la testa di Giovanni Battista. Fu, dunque, decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio. E Salomè la diede alla madre. I suoi discepoli, saputo del martirio, vennero a recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro; l’uccisione suscitò orrore e accrebbe la fama del Battista.

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